Aveva visto le altre due del Manipolo
pagare e uscire: l'ora era vicina. Si era velocemente dileguata anche lei, le
boccette vuote, un'oppressione nera nel petto. Al resto avrebbero pensato
Gustav e gli altri, in arrivo in Loco X ad istanti.
Ci ripensava in Metro -sguardo a
terra, cuffia in timpano- a quella sua prima partecipazione a un Intervento: ne
era passata di acqua sotto i ponti. Quella prima volta il sentore scuro nel
petto non l'aveva abbandonata fino a sera: aveva passato il resto del giorno
davanti al pc, pagina web delle notizie fresche, cronaca locale, a digitare
aggiorna a intervalli regolari, sempre più brevi, con le dita tremanti. Quel
ventre tondo, immagine fissa. Aveva avuto mal di testa, zero fame, l'ansia
solita alla bocca dello stomaco: stavolta, però, giustificata. Non era rimasto
ucciso nessuno quella volta, tutte le ragazze -estetiste, cassiera, clienti-
anche un ragazzo -eh sì- erano riuscite a fuggire e a salvarsi. Anche Gustav e
gli altri erano stati velocissimi: entrati come clienti, erano riusciti
immediatamente dopo, di corsa, senza che la ragazza all'ingresso potesse fare
granché. Il Manipolo del resto vedeva con favore la morte e il dolore fisico
degli "operai del Bello", non esisteva pietà. Uccidere rientrava,
eventualmente, nei piani. Quella degli operai era una morte spesso accidentale,
non strettamente necessaria; diverso il caso delle grandi personalità,
selezionate con cura da un'apposita Commissione presieduta da Mesiota in
persona: modelle e modelli, soubrette, battone introdotte facilmente in
politica. Si trattava di episodi rari, eccezionali, "ma di forte carica
simbolica, capisci?". Gustav tentava di spiegarglielo: "eliminare
singoli non è sbagliato, tutto rientra in un grande progetto di cambiamento, di
rigenerazione, capisci?". Storia vecchia, vecchissima davvero. Non capiva,
non condivideva; eppure anche lei aveva una "M", piccola, sì, ma
tatuata sul braccio. Per lui era diverso: figlio di una tedesca scapestrata e
di un italiano non scapestrato ma folle, aveva perso il padre da piccolissimo e
sin da allora aveva odiato e voluto morto il mondo. Aveva partecipato a
movimenti sovversivi di ogni scuola e colore, e non aveva mai smesso di
uccidere animaletti per puro divertimento, come i bambini prima di incivilirsi.
Sin da giovanissimo si era inserito nelle frange più marginali e periferiche:
di lì proveniva la sua preparazione e abilità organizzativa. Si calava droghe
di ogni specie -favoriva la chetamina- senza mai pentirsene; era parte del
gioco. Una pessima frequentazione, di quelle da evitare come la peste. Avrebbe
dovuto fuggire un tipo del genere, ci pensava in metro. Lei non aderiva mai a
stupefacenti e similari: riteneva il cervello l'unica risorsa, non poi così
ricca, del resto, sui cui poter contare, essendo costantemente in banca rotta e
non essendo neppure -eccolo- attraente. Era stata sempre contraria alla
violenza, i cortei in piazza a gridare a gran voce e correr dietro ai carretti
musicali si erano sprecati, già a partire da età ginnasiali.
Da evitare, quel tizio, da cassare:
quei due zigomi non erano nemmeno così puntuti, a ben guardare, e poi non era
roba per lei. Ma a partire dal giorno seguente -seguente a quel battesimo al
solarium- avevano cominciato, lei e Gustav, a girovagare insieme, just
strolling around, per "diffondere il Dato". "Ti va? Allora,
vieni con me?". "Ci sto, ci sto. Ci vediamo dopo".
Aveva provato a coinvolgere le Altre,
le sue amiche di vecchia data, ma non era riuscita a irretirle. "Ma che è
sta storia del serpente?!? Ma per favore, dai..Ma proprio tu mi cadi in queste
idiozie? Stai scherzando, vero? Non avrete a che fare con quei parrucchieri in
fiamme?". Che brutto mentire alle Altre.
La Metro proseguiva rapida, rapidi
erano stati quei mesi. Molti centri di bellezza avevano chiuso i battenti, per
paura; si sapeva di estetiste che abbandonavano sempre più numerose gli studi; i clienti erano
sempre meno, sempre più radi. Bisognava avere del fegato a farsi una lampada.
Molti membri del Manipolo erano stati arrestati, ma se ne arruolavano di nuovi,
di freschi, uomini, donne, imberbi e in
pensione.
(Emilio Smunti 2011)
-CONTINUA-
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