giovedì 26 luglio 2012

CONGRESSO DEI DISEGNATORI (2)


Istituto Svizzero a Roma, il giorno prima della chiusura (20 luglio), afoso primo pomeriggio piacevolmente reso sopportabile da un buon impianto di raffreddamento. Le pareti su cui hanno disegnato, dipinto e appiccicato i disegnatori-volontari da più di un mese sono diventate un nastro di sovrapposizioni di segni, colori, scritte, svolazzi, mostri, macchie, e così via.
museo in esilio

museo in esilio Oggi, l’Artista-parete, segno anche lui tra miriadi di altri segni e disegni, dà voce a quell’intrico e divaga secondo le linee di una personale scaletta di sei topos sull’affresco murario. L’Artista-parete, immobilità sonora in movimento,  sembra un gran sacerdote officiante di fronte al gruppetto di fedeli e attenti adepti; si stacca e esce dal muro per poi ritornarvi e fondersi ancora con esso alla fine di un percorso-processione elicoidale con predica-visita guidata allo spazio espositivo.


museo in esilio
L’altro performer, l’Artista-grumo di colore, nudo a terra si fa dipingere addosso. Lo riempiono di colori diversi e i gocciolamenti a terra diventano una sagoma che infine si sfilaccia in un polpo sanguinolento. Poi, abbraccia le persone per lasciare tracce e ombre sui loro vestiti o sul loro corpo, scaglia palle di vernici acriliche sulle pareti, ci si struscia sopra e si lancia contro, puro colore in movimento, azione senza parole, in un parossistico desiderio di entrarci dentro, forse di tornare al luogo d’origine. Grumo di colore impazzito di un artista invisibile.


I due artisti non si erano mai incontrati prima. Tutti e due consapevolmente, però, si sono disciolti tra i segni  lasciati sulle pareti dagli innumerevoli e anonimi artisti disegnatori di questo democratico Congresso. (per info:  www.istitutosvizzero.it )
(isabnic2012)

martedì 24 luglio 2012

SONDAGGIO


PARTECIPATE AL SONDAGGIO  1 !!  J
Ci risiamo: un altro racconto finito. Mi sento di nuovo svuotata e piena di dubbi. Ditemi almeno se spezzare un racconto in più parti può funzionare. HELP ME, PLEASE!!
   Qui a destra del post, potete scegliere una delle  risposte alla domanda: “Cosa pensi della pubblicazione  a puntate dei racconti?”. Basta cliccare sul quadrettino vicino al numero corrispondente alla opzione  da voi scelta  e infine su "Voto" in basso.
   Qualsiasi commento sull’argomento sarà ben gradito. Grazie!
isabnic 2012

sabato 21 luglio 2012

CENA METICCIA A METROPOLIS

Roma, 16 luglio 2012 ore 21

Guardone (1)
"Ah ma lui ci va sempre nei luoghi di degrado"

-lui sa che va-
a guardonare di sguincio le fabbriche occupate non per
politica ma per accattonaggio,
ad aggirarsi guardingo
senza alcuna competenza del linguaggio di laggiù,
e ogni volta un Rom imberbe gli mostra orgoglioso il suo
tugurio-moglie-figli;
la fabbrica è lurida e gelida da brivido,
ma lui gradisce,
gli piacciono il fango e la ghisa
e ci torna
laggiù, oltre oltre il Quarticciolo
dove la Prenestina diventa vicolo immondo.


(1) di Ludovica Lanini, su AA.VV. Rome's Revolutionary Poets Brigade,vol.1, Edizioni Ensemble, 2012; a cura di Alessandra Bava. 



giovedì 5 luglio 2012

STUPRO IN AFGANISTAN/ Firmate la petizione!


Per cinque giorni la diciottenne Lal Bibi è stata rapita, violentata, torturata e incatenata al muro da un gruppo di potenti ufficiali della polizia afgana. Ma lei ha deciso di fare quel che alle donne afgane è vietato: sta reagendo, e insieme possiamo aiutare lei e tutte le donne afgane a ottenere giustizia. Secondo una tradizione ancestrale, come donna che ha subìto violenza, Lal Bibi è stata “disonorata” e sarà costretta a uccidersi, come afferma pubblicamente lei stessa, a meno che i suoi aguzzini verranno consegnati alla giustizia per restituirle onore e dignità. In genere il sistema giudiziario afgano non persegue casi simili e fino a questo momento i maggiori sospettati nel caso di Lal Bibi non sono stati chiamati a giudizio, probabilmente nella speranza che l'attenzione internazionale si attenui. Ogni giorno che passa senza che avvenga alcun arresto spinge sempre più Lal Bibi al suicidio, ma c'è ancora speranza. Questo fine settimana è previsto che Stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone e altri importanti donatori si impegneranno a devolvere 4 miliardi di dollari all'Afghanistan, soldi destinati proprio a finanziare le stesse forze di polizia responsabili delle violenze nei confronti di Lal Bibi. Una protesta globale può però indurre i donatori ad agire, ponendo come condizione alle loro sovvenzioni un'azione forte per combattere le violenze e proteggere le donne. Non ci rimane molto tempo: clicca sotto per chiedere il cambiamento che può salvare la vita di Lal Bibi e la nostra petizione sarà consegnata proprio alla conferenza dei donatori a Tokyo:
https://secure.avaaz.org/it/justice_for_lal_bibi_c/?bIbePbb&v=15792

Per maggiori info:  : http://www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2012/07/03/news/afghanistan_la_conferenza_di_tokyo_i_diritti_delle_donne_prima_di_tutto-38453746/
http://www.articolotre.com/2012/06/afghanistan-stupro-madre-avverte-giustizia-o-ci-immoliamo/92037
http://www.nytimes.com/2012/06/28/world/asia/afghan-rape-case-turns-focus-on-local-police.html?pagewanted=all

lunedì 2 luglio 2012

LA “FATICA GIOIOSA” DI ELISA BIAGINI


La fatica gioiosa per Elisa Biagini è la poesia, che nasce come una scintilla vitale, ma ha bisogno di molto studio, progettazione e labor limae[1]. Le sue composizioni sono disposizioni seriali  di pezzi di discorso, non frammenti.  Versi organici che raccontano un corpo frammentato, un qualcos’altro osservato dall’esterno come in una Morgue, ma, comunque, “filtro di lettura della realtà”.  
Ho conosciuto e apprezzato le poesie di Elisa Biagini, grazie ad una preziosa antologia, quella dei  “Poeti dell’Anno Zero/ Gli esordienti del primo decennio”, a cura di Vincenzo Ostuni (Edizioni Ponte Sisto 2012). Qui confessava che scriver poesia “è obbligarsi a riscoprire la realtà, a guardarla con occhi diversi. La parola dice la verità,  ma non direttamente  (Emily Dickinson) perciò “scrivere è sentire la vita nascosta delle cose”.
Un assaggio da “L’Ospite” (Einaudi, 2004):
[*]
Tra noi la voce non
Conduce e arriva, come
Phon dentro l’acqua,
ma si ferma come
d’interruttore,
acceso o spento
a casaccio.
Noi due
Siamo un parse
Sotto embargo,
che vive di parentesi e
silenzi, di blackout,
sì che quando la luce poi
ritorna, noi ci si è già
dimenticati cosa dire.

In questi giorni, Elisa Biagini è’ l’unico poeta italiano invitato a partecipare alla sfida del Poetry Parnassus, l’evento collegato alle Olimpiadi di quest’anno e al Southbank Centre Festival di Londra[2] . Più di duecento poeti dai vari paesi del  mondo, tra cui  tre Premi Nobel (Wole Soyinka, Derek Walcott e Seamus Heaney) e altri famosi  come Yang Lian, Gioconda Belli, etc etc., tutti chiamati a contendere in versi (dal 26 giugno al 1 luglio 2012). Tra loro, dunque, anche  Elisa BIagini[3] che ha presentato in questa occasione il suo “bucato poetico”, ovvero i suoi versi  scritti su panni messi ad asciugare.(isabnic 2012)
 



[1] Vedi intervista a E.B.rilasciata a Fabio Galati (La Rebubblica, 30 giugno 2012)   
[2] www.premioletterariomerckserono.it    festival.london2012.com
[3]Elisa Biagini è nata a Firenze nel 1970; poetessa e traduttrice, insegna scrittura creativa e storia dell’arte. Autrice di istallazioni anche per la messa in situazione di testi poetici trascritti su tessuti, muri o altre superfici.  Il suo sito è www.elisabiagini.it