giovedì 9 giugno 2016

KIM ADDONIZIO e "la bellezza di/ questo corpo offeso" di isabnic

Kim Addonizio dice nella sua "First Line is the Deepest" : "For I am a poet. And it is my job, my duty / to know wherein lies the beauty / of this degraded body." ("Perchè io sono un poeta. E il mio compito, il mio dovere,/ è scoprire dove si nasconde la bellezza/ di questo corpo offeso e corrotto").




                                      "Cosa vogliono le donne?"   
            
       Voglio un vestito rosso:
       Lo voglio leggero e dozzinale
       lo voglio troppo stretto e indossarlo
       finché qualcuno me lo strappa via.
       Lo voglio smanicato e senza schiena,
       quest'abito che nessuno debba indovinare
       ciò che nasconde. Voglio passare giù                         
       in strada oltre Thrifty e il ferramenta                     
       con quelle chiavi in vetrina scintillanti
       oltre i signori Wong che nel loro caffè                
       vendono ciambelle stantie, oltre i fratelli Guerra
       che scaricano maiali giù dal camion sul carrello
       issando sulle spalle i grugni lucidi.
       Voglio camminare come fossi la sola donna
       sulla terra e potessi avere la mia chance.
       Voglio quel vestito rosso sconveniente.
       Lo voglio per confermare
       i vostri peggiori timori su di me,                  
       per mostrarvi quanto poco m’importa di voi
       o del resto, eccetto quel che voglio.
       Quando lo troverò, toglierò quest’abito
       dalla sua gruccia come se scegliessi un corpo
       che mi trasporti in questo mondo, attraverso
       i vagiti ed i gemiti d’amore,
       e l’indosserò come ossa, come pelle,
       sarà lo stramaledetto vestito
       in cui mi seppelliranno.
                         
                                                                                 Trad. G.Cerrai © 2006                                     
                                                                                         
                                                                                     
 (From Tell Me by Kim Addonizio. Copyright © 2000 by Kim Addonizio. Reprinted by  permission of BOA Editions, Ltd. All rights reserved)

Infine, nella traduzione di Damiano Abeni e Moira Egan, sempre da Tell me:

"Per te"

Per te mi spoglio fino alla guaina dei nervi.
Mi tolgo i gioielli e li appoggio sul comodino,
mi sgancio le costole, appoggio i polmoni ben stirati su una sedia.
Mi sciolgo come un farmaco nell’acqua, nel vino.
Mi rovescio senza macchiare, me ne vado senza sommuovere l’aria.
Lo faccio per amore. Per amore, scompaio
.


Kim Addonizio (1954), poetessa, performer e scrittrice californiana.
 Tell me (2000) è la sua terza raccolta di poesie, finalista al National Book Award, i testi spesso parlano direttamente al lettore/ascoltatore e narrano di coppie o rapporti tra persone destinati a finire male. Le sue raccolte più recenti sono What Is This Thing Called Love (2004) e Lucifer at the Starlite (2009), considerato da Sean Finney  del San Francisco Magazine, una specie di spettacolo glam-rock molto coinvolgente. Oltre alle poesie è conosciuta per i suoi romanzi Little Beauties(2005), con molte voci narranti, e My Dreams Out in the Street (2007), una triste storia di dipendenza e violenza che si rifà ai suoi primi lavori. In un'intervista di Mag Gabbert (http://thecoachellareview.com/) ha dichiarato che le scrittura è per gli scrittori come un tatuaggio per il corpo: hanno entrambi a che fare con l'identità e mostrano chi sei almeno per un certo periodo di tempo.


mercoledì 8 giugno 2016

IL FANTASMINO DI LAC68 e ALTRE 'CAMERAE PICTAE' AL NOMENTANO di gogo

Sabato mattina, ore 12, la Stazione Nomentana è quasi deserta. Oggi molti non lavorano, forse di treni ne passano anche meno del solito( pre-festivo o pre-elettorale?), e i pochi che attraversano il sottopasso pedonale sembrano accorgersi per la prima volta di tutte le pareti dipinte o piene di parole che accompagnano i loro passi lungo il tunnel e i corridoi. Un trionfo di murales e colori, anche nelle scale, tra le banchine e forse sui binari (confesso: non li ho visti).
 Anche la Stazione Nomentana rientra nella iniziativa Arte in stazione e Città a colori, promossa da NSA Roma Nord e organizzata da Franco Galvano, con il supporto di RFI, per riqualificare 120 stazioni ferroviarie a Roma (un video, di appena due anni fa, ci racconta lo stato di degrado di questi luoghi http://www.bastacartelloni.it/2013/10/trovare-la-stazione-nomentana-e.html ). Ora poeti,artisti conosciuti, insieme ai Pittori Anonimi del Trullo (PAT) e a chiunque ne abbia -o ne abbia avuta- voglia hanno ricoperto e continuano a ricoprire le pareti esterne e interne della stazione trasformando un luogo grigio, sporco, buio e triste in un tripudio di colori dove cominciar meglio la giornata.

Ha partecipato al progetto anche LAC68 (Luigi Ambrosetti Cardascia), che affianca da anni alla sua produzione pittorica su tela quella di street artist. Con una lunga striscia su una parete del tunnel centrale, ha raccontato la storia surreal-pop del suo Fantasmino con carrello da supermarket, che dall'Italia giunge fino al Moma di New York, tra amori, corse in moto, e lenti assaporamenti di biscotti alla carota. :-) 

PS del Fantasmino esiste anche una deliziosa scultura (h.40cm c.a) che ho avuto la fortuna di vedere in una collettiva alla galleria VARCO de L'Aquila l'anno scorso. 

murale al sottopasso della Stazione Nomentana
murale al sottopasso della Stazione Nomentana

tela di Luigi Ambrosetti 



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Per saperne di più, c'è un'interessante intervista a Luigi Ambrosetti (LAC68)  e il video Roma Street Art sull'iniziativa a Roma.

lunedì 6 giugno 2016

JACK HIRSCHMAN&AGNETA FALK a Roma! (10 giugno h.19.30)

 Venerdì 10 giugno alle 19:30 all' HulaHoop Club, letture tratte da A RIMA ARMATA di Alessandra Bava. Seguirà un reading poetico di JACK HIRSCHMAN, uno dei maggiori poeti della controcultura americana & AGNETA FALK HIRSCHMAN, poetessa e artista dalla sensibilità straordinaria. Non mancate!


https://www.facebook.com/events/1598519993791360/  

                                      

sabato 4 giugno 2016

AMELIA ROSSELLI (1930-1996): Omaggio al Teatro Valle il 6 giugno 2016


Amelia Rosselli

Tutto il mondo è vedovo

da "Variazioni Belliche" (1964)

Tutto il mondo è vedovo se è vero che tu cammini ancora
tutto il mondo è vedovo se è vero! Tutto il mondo
è vero se è vero che tu cammini ancora, tutto il
mondo è vedovo se tu non muori! Tutto il mondo
è mio se è vero che tu non sei vivo ma solo
una lanterna per i miei occhi obliqui. Cieca rimasi
dalla tua nascita e l’importanza del nuovo giorno
non è che notte per la tua distanza. Cieca sono
chè tu cammini ancora! Cieca sono che tu cammini
e il mondo è vedovo e il mondo è cieco se tu cammini
ancora aggrappato ai miei occhi celestiali.




Federazione Unitaria Italiana Scrittori – Piazza Augusto Imperatore 4 – 001486 Roma
Tel. 06-6833646 – email: info@fuis.it


COMUNICATO STAMPA
“Io sono come voi quel che non sapeste”
Omaggio poetico al Teatro Valle ad Amelia Rosselli a vent’anni dalla morte

Lunedì 6 giugno 2016, h. 17.00, presso il foyer del Teatro Valle a Roma (Via del Teatro Valle, 21) la FUIS (Federazione Unitaria Italiana Scrittori) organizzerà un incontro in ricordo di Amelia Rosselli, la più importante poetessa italiana del secondo Novecento, a vent’anni dalla morte.
Parteciperanno alla serata, curata da Désirée Massaroni, alcuni tra i più significativi protagonisti della scena della poesia in Italia che leggeranno sia testi della Rosselli che testi dedicati all’autrice suicida. L’elenco comprende: Carlo Bordini, Silvia Bre, Marco Caporali, Roberto Deidier, Paolo Febbraro, Biancamaria Frabotta, Jolanda Insana, Valerio Magrelli, Renato Minore, Davide Nota, Marco Palladini, Renzo Paris, Elio Pecora, Gabriella Sica, Luigia Sorrentino, Alberto Toni, Antonio Veneziani.
Durante la manifestazione verranno proiettati materiali filmati sulla Rosselli.
Breve nota bio-bibliografica di Amelia Rosselli:
Nacque a Parigi, figlia di Carlo Rosselli, uno dei capi italiani dell’opposizione antifascista, e da Marion Cave, attivista cattolica irlandese. Nel 1929, dopo essere scappato da una prigione fascista, Carlo Rosselli si spostò in Francia con la sua famiglia, dove nacque Amelia. Dopo l’assassinio del padre e l'occupazione nazista della Francia, Amelia, la madre ed i fratelli si rifugiarono prima in Inghilterra, poi negli Stati Uniti. Nel 1948 giunse a Firenze e poi si trasferì a Roma, lavorando come traduttrice e compiendo studi letterari e filosofici. Si legò agli ambienti letterari pubblicando su diversi periodici ed ebbe una breve frequentazione col Gruppo 63, a cui però rimase sostanzialmente estranea. Nel 1963 apparvero ventiquattro sue poesie nella rivista letteraria «Il Menabò», accompagnate da una nota critica di P.P. Pasolini. Tappa significativa è il volume Variazioni belliche (1964) che la impose come una delle voci più originali della poesia della seconda metà del Novecento. In seguito pubblicò: Serie ospedaliera (1969), Documento (1966-1973) (1976), Impromptu (1981), Appunti sparsi e persi (1966-1977) (1983), La libellula (1985), che confermarono la validità della sua presenza nel panorama poetico. L'Antologia poetica (1987) offre un quadro selettivo ma puntuale dell'intero suo lavoro, arricchito anche dalla raccolta dei Primi scritti (1952-1963) (1980). Inoltre uscì il volume di poesie in lingua inglese Sleep (1992). Morì suicida a Roma  nel 1996.

Per informazioni: Désirée Massaroni, tel. 329-4084281, d_massaroni@yahoo.it