mercoledì 30 luglio 2014

COME PORCI NEL CONTESTO di Andrea Lanini a San Felice Circeo (LT) dal 18 luglio al 14 settembre



COME PORCI NEL CONTESTO*

L’idea nasce dal luogo, che è un piccolo spazio all’ interno della Torre dei Templari, adibito in passato ad ufficio o deposito, e accessibile da una scala piuttosto stretta che conduce all’ ultimo livello e alla terrazza . Da una piccola finestra si vede la costa e il mare, quel bellissimo mare che per Ulisse e i suoi compagni doveva circondare l’isola mitica di Eéa. Si tratta di un ambiente alquanto appartato e basso di soffitto che, in tal caso, si trasforma in una sorta di


studio di artista o di strano ufficio dell’arte, posto sotto la sorveglianza, non si sa quanto benigna, di Circe. Rifugiatosi qui dopo un lunghissimo viaggio, incantato dalle lusinghe ingannatrici della maga, l’artista rischia di essere trasformato, secondo la stessa procedura riportata da Omero, in un maiale e sembra quasi affannarsi fra i suoi strumenti, i suoi dubbi e le sue fantasie, alla ricerca di un punto di arrivo, al quale però non giungerà mai. Può salvarsi e salvare i suoi compagni ma è molto probabile che debba rinunciare per questo alle lenzuola di seta e alle anfore d’argento e d’oro. D’altra parte, sebbene Omero abbia concesso al suo eroe la consolazione di un ritorno in patria, si è molto favoleggiato, soprattutto durante il medioevo, sul mistero della vera morte di Ulisse.

Nell’ Inferno, Dante  la racconta come epilogo fatale dell’ultimo viaggio, a conferma del fatto che un eccesso di ingegno, non guidato dalla saggezza, impedisce all’uomo e dunque anche all’artista, di ottenere una volta per tutte la pace dell’anima.

*Il titolo dell'istallazione è stato ispirato dalla poesia "Come porci nella storia" di Tomaso Binga.


"Odissea" alla Torre dei Templari a San Felice Circeo (LT)  h.19-21
dal 18 luglio al 14 settembre 2014



STATUS AUSTRALI (3) di Smunti Espatriato (2014)

·       

            - Anche da queste remote parti esiste il ben noto infausto evento di norma denominato 'la gita scolastica'. Nothing new, direte voi.
Visita al museo delle scienze naturali, direte voi: no.
Visita al centro archeologico di... non pervenuti: no.
Visita all'esibizione artistica che...: no.
Si va invece tutti insieme a una stazione di polizia, per assistere a una lecture di criminologia e scienze forensi, con tanto di prova pratica a conclusione: scena del crimine ricostruita -cadavere squarciato included- e, forti di prove, impronte e autopsie, un caso da risolvere entro la fine dell'ora. Giusto in tempo per il lunch break.

·     -  'Flat inspection' -il nuovo eccitante hobby da week-end che vi consentirà di gettare alle ortiche i due unici scarsi giorni di degno riposo settimanale.

- E dire che io pulivo e rassettavo ad hoc, in qualità di affittacamere, in occasione di visite di potenziali acquirenti. Da queste strambe parti no, non usa: si procede invece a domenicali discese agli Inferi, e ad esplorazioni estreme da machete e rapide in agguato. L'effetto è comunque di déjà vu, o errore del Matrix: tutto d'un tratto, pare di tornare nella mia gloriosa tenda a tre posti reduce da due settimane di campeggio itinerante, o negli epici cessi chimici blu del Forte Prenestino.


·    - L'analisi della selezione di password e pin -la generazione, ad opera dell'utente, di una stringa limitata di caratteri alfanumerici, spesso verificantesi in tempo reale e sotto pressione- potrebbe porsi quale fondamentale studio a livello cognitivo e psicologico. For instance, per quale ragione una mia collega, alla domanda "qual e` la tua password? senza non posso accedere al tuo computer..." ha risposto con prontezza 'VAFFANCULo1'?

domenica 27 luglio 2014

STATUS AUSTRALI (2) di Smunti Espatriato

 ***Finalmente Smunti Espatriato, viaggiatore per bisogno, con i suoi Status!!

                                       su www. gogosafecrash. blogspot.com





·       -  'Observations at the bus stop', chapter 2

Soltanto uno stormo urlante di cacatua mi ricorda che non mi trovo in un sobborgo della profonda provincia americana -o in un telefilm teen da dopo pranzo Mediaset.

    -     Da queste remote parti esiste l'altrimenti a me ignoto mestiere del 'Crossing Supervisor'. Il contratto di lavoro deve in tutta probabilità enumerare i seguenti doveri:

    1) Commentare con l'attraversante il tempo atmosferico, proponendo dettagliate analisi empiriche del tasso di umidità o della velocità del vento;

2) Augurare buona giornata all'attraversante e/o (se venerdì) buon week-end; rassicurare l'attraversante che tutto andrà bene;

3) Aiutare l'attraversante ad attraversare, bloccando il traffico e brandendo una paletta. And that's all.

Rigà, io mi sa che inoltro l'application.

mercoledì 23 luglio 2014

STATUS AUSTRALI (1) di Smunti Espatriato (2014)

*** Riceviamo da paesi lontani e volentieri pubblichiamo:











·       Pare proprio io mi trovi nel posto giusto al momento giusto, com'e` idiom comune, stasera: sul bus, soltanto io e due vecchi con coppola e tratti fonetici ostinatamente italiani, che discutono in inglese con il conducente indiano di quanto siano belle le spiagge in Italia, di quanto sia buono il minestrone in Italia, di quanto siano deliziosi i formaggi in Italia. Peccato si tratti dell'autobus sbagliato, e che io mi ritrovi a fine corsa presso un oscuro e misterioso capolinea dal nome never heard e minaccioso, per poi realizzare che per tornare a casa mi saranno necessari due treni diversi e diverso cammino. A volte si`, la patria puo` tradire; e risultare dannatamente fuorviante.


·    -  'Observations at the bus-stop', chapter 1

1) Perché mai alla fermata del bus, alle 8 del mattino, sono l'unico adulto?
2) Perché mai alla fermata del bus, alle 8 del mattino, tutti i ragazzini sono vestiti da adulti -complici camicie, giacche e cravatte- e io sono l'unica vestita da ragazzino?

-to be continued

mercoledì 16 luglio 2014

ESSERE, NON ESSERE

Essere, non essere

Essere, non essere.
                                                                 



domenica 6 luglio 2014

CRONACHE DALLA CAMPAGNA (5)

5. Lavorare sporca

-Hai le dita verdi!
-Ah! Eppure ho messo i guanti! Avranno perso il colore…
- Sembri un marziano.
- I marziani non rastrellano, né aggiungono terriccio o seminano. Ho anche sete.
-Che ne sai? dei marziani, voglio dire?
- Lo so perché lì  da loro non c’è ossigeno e le piante non potrebbero svilupparsi…
- E poi non c’è Nazareno lassù. A proposito che ti ha raccontato oggi?
' Ha un sorriso tirato. Qualcosa lo turba', Germano pensa osservandolo.
Michele ha cominciato a riprendere colori e appetito, ma è ancora smagrito e una stupida influenza di tre giorni è bastata a farlo ripiombare in quello stato semi-depressivo che lo avviluppa dall’inizio dell’anno e lo fa sembrare innaturalmente invecchiato. E poi è decisamente meno tollerante in questi giorni, è più geloso e possessivo. Vuole ogni volta sperimentare il suo potere su Germano, che sembra così solido, talvolta distratto dalle storie che pian piano gli  si solidificano in testa, o dall’orto da dissodare e seminare, o dalle piante del giardino da proteggere contro l’assalto degli afidi.
E’ stata solo una banale influenza, un accidente virale che accomuna bambini e adulti, in città come in campagna, ma quei due o tre medicamenti in più da accostare alle pillole e pillolette quotidiane vengono mal sopportate. Michele continua ossessivamente a leggere quei bugiardini piegati nelle scatole dei medicinali -e che mettono a dura prova la vista- per trovarci qualche cosa- una qualsiasi- che possa dargli un motivo per smettere di prenderli.
Quando più tardi escono in giardino, è ancora più scontroso del solito; si lamenta che nonostante l’ora, la temperatura sia ancora troppo caldo, ed è sicuramente ancora afoso, e poi che il vento –appena uno stanco accenno, purtroppo!-  alza una polvere grigiastra che si appiccica alla pelle e che lo fa sentire sporco -… e poi, quell’ortensia che hai spostato sembra tutta moscia. Forse avete sbagliato la posizione, voglio dire troppo all’ombra.

Ma se non sa nulla di queste cose! Troppo all’ombra, troppo in pieno sole, fa troppo caldo, troppo freddo, troppo umido… Troppi troppo. Come i vecchi, che non si ricordano un’estate così afosa, un inverno così rigido, un giugno così nuvoloso. E -ogni volta, ogni anno- dicono, e sarebbero pronti a scommetterci, che è il più incerto di tutta la loro vita. E te le scagliano addosso quelle parole, come se fosse colpa tua la loro debolezza e fragilità. (isabnic2014)