venerdì 27 dicembre 2013

I LIBRI IN TESTA DI MARIANGELA (MINCIONE)

Libri in testa.
 No, non è un esercizio di postura, ma è un'idea di Mariangela Mincione lanciata durante l'ultima Fiera della Piccola e Media Editoria a Roma. Invece delle solite riviste di gossip, o accanto a loro, perché non offrire, alle signore o ai signori in attesa di messa in piega, taglio o colore dal loro parrucchiere, una piccola scelta di libri, magari freschi di stampa? un assaggio stuzzicante di letture che ti lasci la voglia di continuare e forse te ne suggerisca anche l'acquisto?   proposte non invadenti, lasciate lì da spulciare prima del lavaggio, da consumare mentre 'prende' il colore. Alcune case editrici presenti in Fiera, come la Robin, la Volland, la Memori e l'Ensemble, hanno aderito all'idea e pare che i saloni di bellezza che hanno partecipato all'iniziativa  abbiano avuto una buona risposta.  Il progetto potrebbe continuare e estendersi a nuove parrucchierie. Io lo spero.
 Mariangela Mincione non è nuova a progetti e idee collegati all'editoria, al jazz e  al teatro, dalla presentazione del catalogo inedito dei disegni di Miles Davis nel 2008, alla Piazzetta del libro per Villa Celimontana Jazz Festival(2009), alla rassegna Jazz al Centro al cinema Farnese(2010), agli incontri con intellettuali in collaborazione con Rai.net, all'organizzazione di attività culturali nel carcere di Regina Coeli a Roma in collaborazione con l' Istituto del Garante dei diritti dei detenuti, e così via. Oltre a essere dal 2008 la libraia di "Nero su bianco", la sua libreria. Uno spazio ricco di proposte e di atmosfera. Se capiti in via degli Spagnoli non puoi fare a meno di notarne l'ingresso, anche se discreto. Sopra, sul soppalco, la redazione di una casa editrice. Una Shakespeare &Co di Sylvia Beach in attesa dei suoi Joyce e Maddox Ford ... :-)


PS   se non capiti in via degli Spagnoli, vale comunque la pena di andarci. L' area tra il Pantheon e la Maddalena è ancora bella nonostante i troppi turisti e se ti inoltri tra le stradine interne, a lato di via delle Coppelle, prima o poi ci capiti in via degli Spagnoli, una stradina-cortile tra case silenziose con verdi e invidiabili terrazzi e terrazzini in cima. Se poi entri in libreria ti sembra di essere andata a trovare qualche amico, come un tempo di solito si faceva, dopo essere andati a zonzo senza meta, chiacchierando del più e del meno...

PPS  il caffè offerto da Mariangela è buono, anche se -per timidezza- lo dimentichi  sul tavolo e lo bevi freddo dopo un po'.



PPPS per aderire all'iniziativa contattare direttamente Mariangela Mincione.(gogo2013)

sabato 7 dicembre 2013

UNA CATTEDRALE DA VEDERE A ROMA



Sono stata qualche giorno fa all'inaugurazione di Cattedrale, una mostra dal titolo di 'carveriana'
memoria. Nel racconto dello scrittore statunitense, il protagonista si ritrovava a dover descrivere una cattedrale medievale a un cieco, con risultati assai mediocri. L' unico modo per per ottenere quell'obbiettivo - questa la risposta che alla fine veniva suggerita-   è quello di lasciarsi sorprendere dall'imprevedibilità della condivisione. Una rivelazione poetica che ci faceva dimenticare - a noi lettori e al protagonista- tutte le banalità e prosaicità della realtà fino allora narrata. Il cieco e il vedente insieme, in sintonia, riuscivano a rispondere alla domanda, così come nel Medioevo il lavoro degli operai, degli artigiani, degli architetti, dei pittori, degli scultori e di tutti gli altri, impegnati nella costruzione di una cattedrale, si fondeva in un unico meraviglioso prodotto finale. 
 Devo confessare, però, che  non sono riuscita a cogliere dietro alla mostra che ho visto il lavoro collettivo di scambio  degli artisti. Le opere mi sono sembrate l'una isolata dall'altra pur nella vicinanza e nella condivisione di uno stesso spazio, a differenza dei graffiti della scorsa edizione del Congresso dei Disegnatori che tenevano lo stesso spazio in un babelico abbraccio. Il progetto del lavoro non si percepisce, al di là di qualche "incontro fortuito di una macchina da cucire e di un ombrello su un tavolo operatorio".
Leggo sul comunicato stampa: " Cattedrale è un’opera, commissionata dall’Istituto Svizzero di Roma, costruita durante tre incontri di lavoro e di discussione, tra il giugno e il novembre 2013, da: Sunah Choi, Enzo Cucchi, Michele Di Menna, Paolo Do, Daniel Knorr, Salvatore Lacagnina, Victor Man, Lorenzo Micheli Gigotti, Dan Perjovschi, Fabio Marco Pirovino, Thomas Sauter, Julien Tavelli, Maximilian Zentz Zlomovitz, Valentina Vetturi, Jakub Julian Ziolkowski. Gli autori sono stati invitati da Enzo Cucchi, Salvatore Lacagnina e Victor Man.
Cattedrale nasce all’interno del Congresso dei Disegnatori dalla necessità di un confronto sul valore della pittura oggi, sul potere dell’immagine e dell’immaginazione, sulla capacità dell’arte di trasformare la realtà riassumendo un senso e un ruolo preminente nella società contemporanea.
Un’arte capace di essere volgare, cioè di parlare una lingua storica e collettiva – al di fuori della nicchia protetta e protettiva del cosiddetto mondo dell’arte, delle sue fiere e delle sue mostre.
Un incontro dove il lavoro di un artista dialoga e viene selezionato a contatto con quello di un altro artista. Un lavoro collettivo in cui l’autorialità e le gerarchie si riconfigurano e dove, come nel cantiere di un’antica cattedrale, ciascuno spinge il segno e l’immagine verso l’edificazione di un progetto comune. [...] Cattedrale rende visibile, immediatamente, gli effetti dell’arte, il destino di un segno e di un’immagine che prescindono dalla volontà del singolo autore." 
Merita, comunque, una visita. (gogo2013)

Dal 01 Dicembre 2013 al 07 Febbraio 2014
ROMA
LUOGO: Istituto Svizzero
CURATORI: Enzo Cucchi, Salvatore Lacagnina, Victor Man
TELEFONO PER INFORMAZIONI:  +39 06 420421

venerdì 6 dicembre 2013

martedì 3 dicembre 2013

Il te' di Laure Prouvost, Turner Prize 2013

Penelope Curtis, direttore alla Tate Britain e presidente della Giuria, ha dichiarato vincitrice del Turner Prize 2013 l'artista francese Laure Prouvost con Wanteeuna video installazione che dura 30 minuti per un pubblico di 15- 20 persone a volta.  L' opera, grazie alla quale Laure Prouvost ha battuto l'artista beat David Shrigley, la pittrice Lynette Yiadom-Boakye e il pluripremiato artista performerTino Sehgal, è stata considerata "notevole per la sua ricca e coraggiosa combinazione di immagini e oggetti in uno spazio profondamente suggestivo". Ispirandosi al lavoro dell'artista Kurt Schwitters, precursore delle moderne istallazioni e degli assemblaggi di materiali di recupero, Laure Prouvost ha immaginato un nonno fittizio, artista concettuale e amico di Schwitters, che decide di scavare un tunnel per arrivare in Africa attraverso il pavimento del salotto, non facendo più ritorno. La storia è raccontata attraverso brevi clips lampeggianti proiettati in una stanza cupa allestita per un tè pomeridiano. Un incontro-scontro tra pezzi di realtà e fantasia i( il titolo Wantee allude al soprannome dato alla compagna di Schwitters, Edith Thomas,  che soleva chiedere agli amici "Want tea?".Costruita su memorie personali, l'opera fonde insieme realtà, fantasia, storia dell'arte e l'uso delle moderne tecnologie.
 Laure Prouvost, classe 1978, è stata anche vincitrice della quarta edizione del Max Mara Art Prize for Women in collaborazione con la Whitechapel Gallery e ha partecipato
alla mostra Farfromwords alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia. In una recente intervista su Marie Claire, alla domanda del perchè sia ricorrente per lei  l'immagine del tunnel, così rispondeva: 

"Da bambina facevo s empre dei sogni sulla guerra e sulle persone che si nascondevano nei tunnel, non so perché. Mi piace l'idea che i tunnel siano protettivi ma allo stesso tempo bui. Più in generale, mi capita di lavorare spesso con l'idea di ambienti claustrofobici, e di luoghi da cui non si può più tornare indietro. Lo spettatore deve provare a dare un significato a questi ambienti, che siano specchi e corridoi che disorientano, tunnel da percorrere, lampi di buio tra un respiro e l'altro.[...] L'artista deve offrire delle possibilità, ma  in realtà è lo spettatore a “costruire” il 50% dell’opera. Osservando un quadro ne sviluppiamo una visione personale. Non necessariamente noi due ci leggiamo le stesse cose. Questo è il bello dell’interpretazione, che può aprire anche al fraintendimento. In un’equazione di questo tipo sono tante le variabili: attitudine mentale, background, contesto. Per questo è impossibile avere il controllo sull’ interpretazione del pubblico. E la cosa non mi dispiace affatto." (gogo2013)

lunedì 2 dicembre 2013

"Sei la cantina chiusa. [...]" di Cesare Pavese

Cesare Pavese, da La terra e la morte (1945-46):

[...]

Sei la cantina chiusa,
dal battuto di terra,
dov'è entrato una volta
ch'era scalzo il bambino,
e ci ripensa sempre.
Sei la camera buia
cui si ripensa sempre,
come al cortile antico
dove s'apriva l'alba.

5 novembre 1945                                      

domenica 1 dicembre 2013

CERCASI COLLABORATORI PER GOGOSAFECRASH

Cerco collaboratori fissi o saltuari per Gogosafecrash.

Cerco recensori di letteratura, presenzialisti di eventi non in carriera,
scrittori che non possono farne a meno - di scrivere e scrivere,
narratori di ricordi, indignati di oggigiorno, inadeguati di sempre.

Cerco qualcuno che mi offra un post, una puntata di racconto,
un incipit orfano, un finale inaspettato, un personaggio mai incontrato.
Cerco nuove immagini, fotografie d'autore, scatti rubati.

                                                       Cerco progetti, suoni o musiche da condividere, canti lontani,                                                                        poesie lette ad alta voce, sussurrate, modulate o strillate.
                                                       Cerco voci italiane e straniere; cerco risposte, richieste e proposte.

                                                       Cerco collaboratori fissi o saltuari.


(gogo2013)