sabato 29 novembre 2014

DI ERBA IN ERBA: DECOTTI D'AUTUNNO di Maria Caterina Ranieri (2014)

Maria Caterina ci invia i suoi suggerimenti per gli ultimi giorni di quest'autunno atipico:







*** le dosi degli ingredienti sono a piacere.

lunedì 24 novembre 2014

VIOLATE CON ARTE di gogo

MOBILITIAMOCI IN VISTA DI DOMANI 25 Novembre!

Da www.nazioneindiana.com :

Sulla statua “Violata”. La lettera di Francesca Baleani al sindaco di Ancona


Il 23 marzo 201 viene inaugurata ad Ancona la statua Violata, monumento in ricordo “di tutte le donne vittime di violenza”, voluto e finanziato – senza alcun bando di concorso, ma accettando la proposta di una statua già realizzata in gesso dallo scultore Floriano Ippoliti – dalla Commissione Pari Opportunità della Regione Marche in accordo con alcuni altri enti e associazioni femminili locali. La statua, che rappresenta una donna con borsetta di ideale bellezza dalle vesti succinte e stracciate in modo da scoprirne, mettendoli in tutta evidenza, il seno e il sedere, suscita immediatamente incredulità e sdegno. Una rappresentazione che viene giudicata da troppi semplicistica e inopportuna, se non offensiva della dignità delle donne vittime di violenza. Ne derivano diverse lettere di protesta (consultabili qui:https://www.facebook.com/notes/c%C3%A8-da-spostare-una-statua/violata-le-lettere/418153478300536 ) inviate alle autorità locali in cui si spiegano puntualmente le ragioni culturali e simboliche profonde della mobilitazione e una petizione per richiedere la ricollocazione dell’opera e la sua sostituzione con un’altra scelta attraverso un concorso di idee trasparente e aperto al coinvolgimento della cittadinanza. La petizione raccoglie oltre 2600 firme, e viene sottoscritta inoltre da 64 centri e associazioni antiviolenza in tutta Italia, numerosi rappresentanti di organismi di parità e pari opportunità (tra cui intere commissioni PO regionali), centri studi di genere universitari, moltissimi intellettuali ed esponenti del mondo della cultura, dello spettacolo e dell’arte (qui l’elenco completo: https://www.facebook.com/notes/c%C3%A8-da-spostare-una-statua/istituzioni-associazioni-centri-antiviolenza-che-aderiscono-alla-petizione/418166531632564 ). E, soprattutto, da molte donne vittime di violenza e familiari di donne uccise per mano violenta.
Pubblicato da Redazione Nazione Indiana            24 novembre 2014


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A oltre un anno e mezzo dall’inizio della protesta, nessuna risposta concreta di merito è stata
data dalle istituzioni locali alle obiezioni sollevate, se non l’immediato, fermo rifiuto a ricollocare
l’opera da parte della Commissione PO delle Marche e una dichiarazione di due rappresentanti 
dell’attuale giunta di Ancona in cui si esprime una posizione PER MOLTI VERSI in linea con
le istanze della mobilitazione, ma a cui non segue nessuna azione né si inizia, come sarebbe
auspicabile e necessario, alcun percorso di dialogo e confronto sulla questione. Segue invece –
mentre la protesta continua – un lungo, incomprensibile silenzio, soprattutto verso le donne
vittime di violenza unite nella mobilitazione, alle quali non viene indirizzata, in oltre un anno e
mezzo, una sola parola di vicinanza da parte delle istituzioni coinvolte.
Francesca Baleani è una di loro. Sopravvissuta a una terribile violenza nel 2006, da allora si
batte con coraggio e dignità contro gli abusi sulle donne. Stanca del silenzio e dell’
indifferenza, il 18 novembre ha inviato un’accorata lettera alla Sindaca di Ancona che 
Nazione Indiana accoglie, sostiene e pubblica di seguito integralmente. Grazie Francesca!
**********
Alla cortese attenzione della Sindaca di Ancona, Signora Valeria Mancinelli
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e p.c.
Presidente Commissione Pari Opportunità della Regione Marche, Signora Adriana Celestini
Assessore alla Cultura Comune di Ancona, Signor Paolo Marasca
Assessora ai Servizi Sociali del Comune di Ancona, Signora Emma Capogrossi

Oggetto: La statua Violata e la protesta ignorata

Gentile Signora Mancinelli,

Dall’inizio, nell’aprile 2013, della protesta per richiedere la ricollocazione della statua
Violata, a fronte della sostanziale indifferenza che la politica locale ha mostrato
riguardo alla questione, mi trovo purtroppo a dover ancora manifestare
il mio più profondo dissenso per la scelta di questa opera come omaggio
“in onore di tutte le donne vittime di violenza”. E questo, incredibilmente,
malgrado una mobilitazione che ha coinvolto in tutta Italia un numero enorme di
associazioni e centri anti-violenza, organismi e rappresentanti di parità e pari
opportunità, centri studi di genere universitari, intellettuali e cittadini –
tra cui molte donne vittime di abusi e familiari di donne uccise.
Da donna abusata, consapevole purtroppo in prima persona delle enormi
problematiche interiori e sociali che questa dolorosa condizione comporta,
voglio esprimerLe ancora il fortissimo disagio che provo nel vedere 
rappresentato un tale dramma in una maniera così superficiale,
fuorviante e inopportuna.
Le ragioni culturali profonde dell’inadeguatezza di questo monumento come
simbolo della lotta contro la violenza sulle donne sono state ampiamente e più
volte illustrate nelle tante lettere e manifestazioni di protesta, e sono talmente
evidenti a chiunque che eviterò di ripeterle. Mi limito a ribadire che questa 
raffigurazione di donna violata è fra le immagini più umilianti 
che si potessero scegliere per rappresentare certi squarci del corpo 
e dell’anima e sembra più adatta a sollevare morbosità erotica
 che qualsiasi riflessione su un tema che oggi nel nostro Paese è una
 vera e propria piaga sociale. 
Questa leggerezza nella scelta dell’opera, la superficialità nell’affrontare
 l’argomento, unite alla scarsissima o nulla considerazione che ha trovato
 la voce dei tanti che si sono uniti in questa protesta nazionale sono l’ennesima
offesa nei confronti della sensibilità di chi, vittime o familiari, ha
 vissuto o vive dinamiche di violenza.
Mi rifiuto di venire rappresentata dalle scelte di persone che troppo 
spesso ignorano ciò di cui stanno parlando, e che non di rado cavalcano l’onda
 mediatica del femminicidio, senza avere evidentemente la minima sensibilità o
 disposizione all’ascolto nel comprendere almeno in parte ciò che accade nella vita
 di chi subisce violenza, o di chi la conosce tramite l’esperienza di una familiare.
Mi rifiuto di essere “onorata” da un simile monumento se poi la mia
 voce, nel momento in cui si alza, non riceve la minima considerazione. 
Mi chiedo che politica sia quella che pretende di omaggiare le donne
 vittime di violenza quando poi le ignora completamente se prendono la
 parola su qualcosa che le riguarda in prima persona. Sicuramente non è
 la politica da cui voglio essere omaggiata, né interpretata.
A coloro che hanno liquidato la questione simbolica relativa alla statua Violata come
 marginale, tutto sommato ininfluente sull’impegno nel contrasto della violenza
 di genere, privilegiando le “azioni concrete” a sostegno delle vittime, rispondo, da donna
 abusata, che qualsiasi azione concreta, per quanto apprezzabile, 
importante e necessaria, sarà sempre e solo un tamponare l’emergenza,
 se non si affronta il problema della violenza di genere per quello 
che è: una questione in primo luogo profondamente culturale, 
nella quale l’educazione e la comunicazione, simbolica e non simbolica,
 verbale e non verbale, giocano un ruolo decisivo e fondamentale.
Per tutti questi motivi, mi rivolgo oggi a Lei per avere finalmente una risposta puntuale
 in merito alla protesta.
Spero che il prossimo 25 novembre non sia più soltanto una data da spot promozionale,
 come già troppo spesso accade l’8 marzo, ma diventi l’occasione per avviare un percorso
 di ascolto e confronto, al fine di trovare una soluzione condivisa a un problema che non
 può e non deve essere nascosto sotto il tappeto dell’indifferenza e del benaltrismo.
 Io aspetto.

Cordialmente, Francesca Balean
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mercoledì 19 novembre 2014

BILLY COLLINS, poeta di successo di Isabnic

BILLY COLLINS, poeta di successo

Stavo leggendo David Shields quando mi sono imbattuta nel nome di Billy Collins. Appena ho digitato il suo nome su Google Chrome mi è subito apparsa una lunga lista di riferimenti. Poeta contemporaneo popolare, nel senso di molto letto, ascoltato e ‘comprato’. –Intanto, mi sono detta diffidente e per nulla convinta, raccolgo info e poesie.
Billy Collins, ovvero William James Collins. Americano, Poeta Laureato degli USA dal 2001 al 2003 e Poeta Laureato dello Stato di New York (2004-1006),  Distinguished Professor[1] al Lehman College della City University di New York, nel Bronx, dove ha insegnato per trenta anni, e Senior Distinguished Fellow[2] al Winter Park Institute in Florida – questo solo per appuntare alcuni riconoscimenti e incarichi ottenuti o assegnati. Pare che i genitori amassero scrivere e recitare versi, e in tal modo abbiano infuso nel piccolo Billy un profondo amore per la parola scritta e parlata. Forse, anche per questo, è uno dei migliori poeti-performer.
Ecco la prima poesia di Billy Collins nella quale mi sono imbattuta e che ho provato a tradurre:

Un’altra ragione perché non tengo un’arma da fuoco a casa [3]

 Il cane dei vicini non smetterà di abbaiare.
Sta abbaiando nello stesso modo alto, ritmico
in cui abbaia ogni volta che quelli escono.
Credo che l’accendano uscendo.

Il cane dei vicini non smetterà di abbaiare.
Chiudo tutte le finestre di casa
e metto su una sinfonia di Beethoven sparata al massimo
ma ancora smorzato dalla musica riesco a sentirlo,
che abbaia, abbaia, abbaia,

e ora lo vedo seduto tra l’orchestra,
il muso volto in alto tranquillo, sicuro come se Beethoven
avesse incluso una parte per cane abbaiante.

Quando infine il disco finisce sta ancora abbaiando,
seduto là nella sezione degli oboe ad abbaiare,
gli occhi fissi sul maestro che lo sta
implorando con la sua bacchetta

mentre gli altri musicisti ascoltano in rispettoso
silenzio il famoso assolo del cane abbaiante,
quel finale senza fine che per primo ha indicato
Beethoven quale genio rivoluzionario.



Versi leggeri, leggeri che ci rubano più di un sorriso e, intanto, ci viene in mente la questione a lungo dibattuta negli States -e non risolta- della proprietà e detenzione personale di armi da fuoco. E questa contraddizione di superficialità e densità dei versi appena letti sembra ripercorrere anche la sua carriera letteraria.
Da una parte, il New York Times lo ha definito “il Poeta più conosciuto degli Stati Uniti” ed è nota la notizia di quando Billy Collins  cominciò a pubblicare con la Random House. L’anticipo che gli venne dato per l’accordo di tre volumi di versi fu tale che sconvolse l’intera comunità dei poeti e letterati. Il contratto ottenuto dal suo agente Chris Calhoun rimase negli annali dell’editoria. Le vendite avrebbero ricompensato ampiamente la scommessa dell’editore. Cosa assolutamente incredibile qui in Italia dove gli estimatori/consumatori di poesia rappresentano ancora una minoranza nel nostro modesto  pubblico di lettori.
Dall’altra, quale Poeta Laureato degli USA, durante la  seduta speciale congiunta del Congresso, tenuta in memoria delle vittime dell’11 Settembre nel 2002,  Billy Collins lesse la sua poesia The Names, composta per l’occasione, sebbene non rientrasse nei suoi compiti. Inizialmente si era perfino rifiutato di leggerla in pubblico e, comunque, non la volle mai inserire nelle sue raccolte per evitare che la memoria dell’11 settembre potesse essere fonte di guadagno. Sempre in quegli anni, Collins ideò il programma Poetry 180 per le scuole superiori. Scelse centottanta poesie e le raccolse nel libro Poetry 180: ritorno alla Poesia—una poesia per ogni giorno dell’anno a scuola, seguito da una seconda antologia. Il programma è stato messo online e gratuitamente si possono leggere tutte le poesie.
Inoltre, nel 1997 ha registrato il suo bestseller The Best Cigarette, una raccolta di 34 poesie, che ripubblicata nel 2005 sotto licenza  Creative Commons, è stata distribuita gratuitamente. Moltissime sono state negli anni le registrazioni o le versioni audio dei suoi versi, cos’ come le partecipazioni a spettacoli radiotelevisivi che gli hanno dato grande popolarità e lievitato il numero di  followers.  Memorabile,  nel 2005, la sua partecipazione Live, annunciata dall’amico e famoso attore Bill Murray, al Peter Norton Symphony Space a New York. gordieInnumerevoli i premi e riconoscimenti.

*** Da Le poesie animate di Billy Collins di Franco Nasi su
se cliccate sul link potrete vedere i filmati, ascoltare la voce del poeta e, soprattutto, leggere un buon articolo. (isabnic2014)



[1] Distinguished Professor:  le maggiori istituzioni universitarie degli USA offrono a una piccola frazione dei docenti a tempo indeterminato il titolo di Distinguished Professor per riconoscere i più ampi e notevoli contributi al progresso di un settore di studi.
[2] Senior Distinguished Fellow: questo titolo viene assegnato a chi ha profondamente influenzato con la sua opera/ ricerca il campo dei suoi studi.
[3] L’originale della poesia (Another good reason why…..) si può trovare su www.poemhunter

sabato 15 novembre 2014

"326 poesie dal mondo per una storia d'amore" di MG Bruni e Isabella Nicchiarelli (2014)

Dal 3 ottobre  pubblicato on line dalla www.onyxebook.com:



                             
Maria Gabriella Bruni, Isabella Nicchiarelli
326 poesie dal mondo per una storia d’amore (2014)

www.onyxebook.com


[...] Due appassionati professionisti delle humanae litterae, Zoé e Gordon, ci guidano nel ricchissimo viaggio e ci aiutano ad attraversare il vasto campo della poesia mondiale. Il cammino del lettore, accompagnato dai suoi anomali Virgili, si fa piacevole, alleggerito dal vivace parapiglia amoroso dei due personaggi, ma allo stesso tempo non rinuncia a soste di riflessione, analisi, affinamento degli strumenti critici. […]
Le due autrici mostrano, sia nella scelta dei testi che nella caratterizzazione di Gordon e Zoé, capacità di mimesi e conoscenza delle dialettiche umane. Il racconto è tenuto vivo da numerosi cambi di ritmo e da un fantasioso susseguirsi di situazioni in cui la poesia, che permea la vita dei personaggi, affiora e diviene protagonista […]poetesse e poeti che è un piacere leggere e conoscere, rileggere e riconoscere, ..."
                 (dalla Prefazione di Dacia Maraini)

                                                        
                                                                                                 
"...  E' insieme un saggio critico ad ampio raggio, un periplo antologico di e sulla poesia amorosa esteso in tutte le latitudini geoculturali e, infine, anche una storia d'amore, peraltro smodatamente iperletteraria, nel senso che ingloba in sé la parte sia saggistica che antologica. " (Marco Palladini).


                                                                     *******************


 INFO:  Si  può acquistare il testo (euro 3,00) cliccando sul link     http://www.onyxebook.com/prodotto/326-poesie-dal-mondo-per-una-storia-damore/    e seguendo le istruzioni (poche e molto chiare). Naturalmente per leggere il file scaricato serve  un lettore apposito (e-reader o tablet) o  un programma da scaricare sul  pc in grado di leggere l'e-pub (Calibre, per es. si può scaricare gratuitamente). Per lettori KINDLE si consiglia di scaricare KINDLEPREVIEWER (gratis). (gogo2014)
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domenica 9 novembre 2014

CINQUANTENARIO DE "IL SEGNO" di Filippo Davvero (2014)




28 ottobre 2014      Cinquantenario de “Il Segno”


E’ una di quelle occasioni alle quali non si può mancare. Soprattutto se si è un addetto ai lavori. Soprattutto se si è un addetto ai lavori alquanto stagionato. L’occasione è la celebrazione del cinquantenario della galleria Il Segno, forse l’unica galleria storica romana ancora in attività e per di più nello stesso luogo dove ha aperto i battenti nel lontano 1964, a pochi metri dalla bizzarra e inquietante architettura borrominiana del campanile e del tamburo della cupola di sant’Andrea delle Fratte.
In questi cinquant’anni, la galleria di Angelica Savinio ha ospitato i nomi più straordinari dell’arte contemporanea, in una sequenza che ha del leggendario e che annovera artisti come Man Ray, Robert Rauschemberg, Cy Twombly, Lucio Fontana, Gastone Novelli, Andy Warhol, Tancredi, Giuseppe Capogrossi, Alberto Burri, Achille Perilli e perfino le Corbusier e tanti altri che il solo elencarli fa tremare le vene ai polsi.
E’ una meravigliosa storia di arte e di cultura quella de Il Segno, alla quale Roma deve essere grata, come in effetti è, a giudicare dalla sfilata scintillante e mondana di personalità che, dalle diciotto in poi, si susseguono e si intrattengono a conversare amabilmente, rievocare, ripensare esperienze, compiere sintetici quanto lucidi e spiritosi aggiornamenti di arte e di vita. Arrivano, spigliati e salottieri Alberto Arbasino, Lorenza Trucchi, Guglielmo Gigliotti e naturalmente Angelica Savinio, applauditissima, che ha lasciato alla figlia Francesa Antonini la gestione della resistentissima galleria. Insomma, la sequenza dei nomi di tutti i personaggi intervenuti oggi non è meno fascinosa di quella degli artisti transitati in passato da questo spazio prestigioso, tanto che si finisce per indugiare in una sorta di araldica cartografia di identità e di volti, di critici e artisti, galleristi e intellettuali.  E a questo punto voi mi chiederete certamente : ma cosa diavolo c’è da vedere in questa serata straordinaria, dentro lo spazio piccolo ma intenso di questo sacrario dell’arte?
Ma Nulla, naturalmente. Nulla.
O meglio, il Nulla sarebbe stato meglio, probabilmente, a parte il bisticcio.
Non ci sono opere, è chiaro. E neppure fotografie rievocative, né documenti o cataloghi d’epoca. Niente di tutto questoCi sono, invece, i nomi di tutti gli artisti di ieri e di oggi, scritti sul bianco delle pareti presumibilmente da alcuni giovani pittori, come sembra risultare da un video nel quale appunto si vede una paziente, ispirata, scrittura di nomi, da parte di un pensoso giovanotto.
Non si può far altro che concludere, a questo punto, che il cinquantenario della galleria ha preso forma nel più scatenato trionfo del nominalismo che si potesse immaginare, con una suggestiva somiglianza con le ben note diatribe scolastiche nelle quali ci si interrogava sulla effettiva esistenza degli “universali”, così come ci si interroga adesso sulla effettiva consistenza personale e fisica di quei nomi, sospettando che essi siano nient’altro che delle medaglie appese al petto invecchiato della galleria, della quale sembrano voler confermare tuttora l’esistenza.

E’ un’esistenza che viene spontaneo revocare in dubbio, nonostante o forse proprio a causa dello sfrenato “name dropping”, se soltanto si nota che le nuove leve della galleria, anzi i loro nomi, sono un po’ furbescaemente accostati a quelli dei grandi del passato a suggerire una sorta di pantheon nel quale, hegelianamente, tutti i pennelli sono grigi. E’ un’idea malinconica e anche un po’ cinica, che però si fa fatica a reprimere, se solo si guarda alla nuova linea della galleria che non è più angelica e neppure di Angelica. Una linea che, nel proliferare dei fermenti più strani e anche discutibili ma vitali che agitano la città, privilegia un tardo realismo seriosamente sociale che ricorda un po’ la nuova figurazione degli anni sessanta,  la quale oltretutto, ai suoi tempi, non era nuova per niente. (Filippo Davvero 2014)