venerdì 6 luglio 2018

SULLA PERCEZIONE DELLO STIRARE di Gogo

Appunti del 14/04/2018

. Mi ha molto colpito l'immagine della donna che stira tra i caravan post-terremoto del Belice(1968) e indicata dal commentatore del vecchio documentario televisivo come indicativa di un ritorno alla normalita'.
. D'altronde anche una famosa canzone degli anni ottanta diceva:" Fammi abbracciare una donna che stira...". Ovvero, dopo il terremoto del '68 e, forse ancora di piu', quello del femminismo di qualche anno dopo, si sogna un ritorno alla normalita', sia pure mascherata da un falso edonismo liberatorio.
. Lo penso mentre stiro un paio di camicie per mio marito (che non me lo ha chiesto). Ho sempre odiato farlo, non provo la soddisfazione di vedere tutto in ordine(vefo mia madre). Lo faccio perche' qualche volta si deve fare, come spazzare, per esempio, etc. Lo faccio come gentilezza verso una persona che divide con me la normalita' della vita di tutti i giorni.
. Tuttavia mi inquieta il fatto che la compagna dell'onorevole Salvini(oggi Vice Premier e Ministro degli Interni), all'indomani della vittoria del compagno si faccia fotografare mentre gli sta stirando una camicia( a lui, il Salvini, che di solito indossa la felpa).
. Dunque, per riassumere: lo stirare da parte di una donna sottolinea un ritorno alla normalita'. Ne viene che la 'normalita'' e' collegata a un cattivo uso di tempo libero e ad un aumento dello spreco di energia elettrica.
O no?

mercoledì 4 luglio 2018

PIANO TATTICO di Emilio Smunti (2018)




Piano tattico

“tu hai bisogno essenziale di uno zar
e l’Europa
può davvero                               Dio denaro
accontentarti”
ti diranno a denti stretti che il piano tattico è passato
di moda da tempo
ti rideranno dietro, stratega
                                                 ragionevolmente
ma questo ed altro per dire STOP
non c’è più posto per tutto                il troppo                          che ho visto


la guerra sempre altrove ma grondante
da ogni angolo di strada quotidiana
i pianti ondosi sfranti in alto mare
riecheggiare confusi sullo sfondo
-TU solo a braccare sfrenato, occhi chini di sangue senza posa, entrate destinate a non durare-
il veleno serpeggiare
sotterraneo persistente
la colpa impotente eppure pungolo
sottopelle

“devi capire che la coscienza
è roba per vecchi avvizziti sotto sale”
ma ci sei dentro; da sempre vuoi tradire l’intelletto sospendere il giudizio lasciarti trascinare a marciare marcire gridare intonare antichi cori consumare ancora una volta vecchi testi stantii striscioni consunti a perdere sociale
con stile.

Del resto non c’è verso
di sanare il tuo bilancio.

Emilio Smunti,2018