Quando riprende il seminario, Gordon è un po’ più sereno e partecipe.
Intanto il nuovo relatore
si sta interrogando su cosa sia oggi la poesia in Australia, un tempo consumata
soltanto dai suoi stessi produttori e ancora oggi letta e comprata da una
minoranza. Ci si identifica ancora con
il poeta? E perché, invece, un prodotto come il romanzo in versi può diventare
un caso editoriale? C’è ancora bisogno di epica ai nostri giorni? Anche se il
Sé e la Natura rimangono ancora le due tematiche principali della poesia
australiana, si parla ultimamente di nuovo
lirismo, di una poesia più popolare all’estero che in patria, una poesia
straniata, caratterizzata dalla presenza del Doppio, di déjà vu, di fatalismo, strane coincidenze e
morte.
Ecco di Les Murray[1] una poesia
su un’ossessione amorosa che sembra un pezzo di cronaca nera raccontata come un
pettegolezzo tra conoscenti:
Quell’inverno. Ci mancava la sua faccia dura
al lavoro. Diversi giorni, prima che la trovassero, sotto
al lavoro. Diversi giorni, prima che la trovassero, sotto
la veranda di lui. Anche gli studenti più crudeli
ne avevano soggezione. Conversazione zero.
ne avevano soggezione. Conversazione zero.
Non aveva senso che lei avesse la chiave di lui.
Non aveva senso niente di quel che lei avrebbe potuto
fare. La depressione sfinisce la mente.
Telefona, nessuno risponde, allora guida
Non aveva senso niente di quel che lei avrebbe potuto
fare. La depressione sfinisce la mente.
Telefona, nessuno risponde, allora guida
fin su, alla casa di lui in montagna,
per una strada secondaria, ghiaccio tutto il giorno.
per una strada secondaria, ghiaccio tutto il giorno.
Bussi. Poi cosa? Non puoi tenere sotto controllo
cosa poi. Lui, finalmente tornato, trova la sua auto.
cosa poi. Lui, finalmente tornato, trova la sua auto.
Lei è strisciata dentro, sotto, tra la legna da ardere.
Quasi sempre il mondo non è tondo.
Quasi sempre il mondo non è tondo.
Ma fu lo stile non convenzionale
di Dorothy Porter[3] che ha decisamente contribuito a rendere meno di
nicchia la poesia, grazie ai suoi romanzi in versi, dove la lirica e il
racconto si fondono insieme per narrare
storie noir, racconti di
fantascienza o di ambientazione storica. Il romanzo in versi non era una
novità, neanche in Australia, e molti altri poeti australiani contemporanei,
tra cui Les Murray [4], ne hanno scritti. Il fatto nuovo è che, in
questi anni, sono diventati molto
popolari e i più venduti.
Del 1994 è il racconto poliziesco in
versi, provocatore e fortunato, della Porter, intitolato “La Maschera di Scimmia”[5], dove una sequenza di poesie delinea la trama d’azione, “con un ritmo teso e
veloce come quello di un testo rap”[6]. Attraverso la voce narrante, quella della
giovane investigatrice lesbica Jill
Fitzpatrick, il poema racconta il male e dimostra l’incapacità della poesia a
redimerlo. “La poesia è una droga, intossica
i lettori”, ha detto la Porter in un’intervista. La letteratura, dunque,
proprio nel suo essere ambigua, non vera, è pericolosa. Le parole,
infatti, non sono neutre, possono essere
erotiche o crudeli oppure qualsiasi altra cosa, ma è la poesia che rende
accettabili Macbeth e Medea, macchiati dei più orrendi crimini. Forse è questo il senso del successo di
questo noir in versi.
Quello che è [7]
Guidando verso casa
Alba e luna piena
Su, verso
le Mountains
il cuore mi sguazza
nel petto
la luna bussa
al lunotto
amala e basta
dice la luna
smettila di contare il resto
nessuno vuole fregarti
amala e basta
amala
per quello che è.
Jill, la protagonista, incaricata di
indagare sulla scomparsa di una studentessa, poi trovata morta, entra in
contatto, durante la sua indagine, con l’ambiente degli intellettuali della sua
città e con una professoressa di letteratura, vera femme fatale, di cui si innamorerà. La ricerca della detective si intreccia con le varie fasi
della sua infatuazione e ossessione sessuale.
Le ripetizioni e le strutture a catena dei brevi versi liberi delle
poesie creano una claustrofobica atmosfera da thriller, ma ogni poesia è una cosa a sé:
Acqua e agenti chimici [8]
È un muro
O un vallo
O una ferita aperta
A crescere tra due amanti?
Ho letto troppa poesia
Forse è più semplice
Prendete due fiale di carne
Piena d’acqua e sostanze chimiche
Sfregatele forte
L’una contro l’altra
E state a guardare le loro catene
Di strane molecole
Mutare e gemere.
Alla fine del seminario, Gordon è
troppo stanco per passare da Mark e Maddie, i suoi amici affettuosi e
protettivi; preferisce una cena solitaria e spartana a casa. Un po’ di musica,
le pantofole ai piedi, e il messaggio di Zoé, che è proprio quello che aveva
desiderato: -Ti amo, Gordon! Vieni presto, Z.
E allora la chiama per lasciarla
parlare un po’ e farsi cullare così dalla sua voce. ‘Uff! Ma quanti giorni
ancora, prima di venerdì?’
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[1] Les Murray, pseudonimo di Leslie
Allan Murray, nasce nel 1938 a Nabiac ,nella costa nord del New South
Wales, Australia. Studia e vive a lungo a Sidney. Attualmente vive in una
fattoria della regione.
[2] Les Murray,” Morte per esposizione”. Pubblicata
originariamente in ClanDestino, N°4,2006; Trad. Mariadonata Villa su www.lesmurray.org
[3] Dorothy Featherstone Porter nasce
nel 1954 a Sidney, New South Wales, Australia. Scrittrice poliedrica, ha
scritto anche racconti, testi per canzoni e libretti d’opera. Muore a
Melbourne, Victoria, Australia nel 2008.
[4] Cfr. il suo “Freddy Nettuno”, Giano, 2004.
[5] Fu un best seller e pluripremiato, oltre ad avere un forte
consenso dalla critica e vari adattamenti, tra cui un film diretto da Samantha
Lang nel 2001.
[6] Cfr. Carlo Lucarelli, risvolto di
copertina, in Dorothy Porter, “La
Maschera di Scimmia”, ed. Fandango, 1999.
[7] Dorothy Porter, “Quello che è”, da La
Maschera di Scimmia, op.cit.; trad. Sergio Claudio Perroni.
[8] Dorothy Porter, “Acqua e agenti chimici”, ibidem.
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