mercoledì 27 giugno 2012

VENERE IN TRANSITO (2)


2. Poi  a qualcuno venne in mente che, il giorno prima e durante tutta la settimana, la Tv e i giornali avevano riportato la notizia  dell’ imminente eclisse del pianeta Venere sul Sole. Niente di che. Almeno così sembrava dalle immagini che documentavano precedenti eclissi di questo tipo: un puntino nero, una piccola mosca che sarebbe passata lentamente davanti al disco luminoso della nostra grande e calda stella, fino a scomparire di nuovo; una mini eclisse, insomma,  provocata dal perfetto allineamento del pianetino con il Sole. Ne avevano parlato come di uno straordinario spettacolo, un fenomeno raro che si verifica ogni cento anni. Qualcuno in studio aveva, poi, anche  assicurato che avremmo potuto tutti, qui da noi, osservare quel fenomenale passaggio alle prime luci dell’alba -sia pure, soltanto gli ultimi due contatti, cioè tra le 5.45 e le 6.45 circa del giorno fissato.
Tutti allora, almeno a casa nostra, avevamo pensato che sarebbe stato il giorno giusto per Labriola. Da anni, quando non parlava del cagnetto, ormai invecchiato, non perdeva -con il suo fare gentile e discreto-l’occasione di parlare della sua passione. Era infatti - credo da sempre- un astrofilo. Mite ascoltatore solitamente, Labriola riusciva perfino a pontificare quando si trattava di astronomia: - … Mi creda, l'astronomia è l'unica disciplina scientifica che può essere fatta a livello amatoriale. Ormai,  lo studio dei pianeti e delle comete è roba di noi astrofili perché  gli osservatori astronomici professionisti si occupano di ben altro oggi giorno…- e così via.
Ma andiamo con ordine, perché all’ inizio la storia l’ho sentita raccontare da mio marito che era andato a controllare l’antenna della Tv su nel terrazzo condominiale. Proprio la mattina dell’eclisse, perché, appena svegli, ci era venuta la voglia di vedere le novità su RAINews24. Macchè.
- Deve aver pulito Immacolata lì dietro! sicuramente,ieri, ha staccato un filo! … ma no, qui è a posto. Stai a vedere che qualcuno,allora, ha attaccato il filo del bucato all’antenna! - aveva detto- Vado a vedere. Sicuramente ci trovo Labriola col telescopio.
Quando, poi, era arrivato su, aveva trovato la porta del terrazzo aperta e la Gattara, insolitamente silenziosa, che stava stendendo i panni. Per il resto tutto come al solito: un battaglione di parabole e antenne, il casotto degli ex-cassoni dell’acqua, resti di cemento e materiali da costruzione, fili per bucato e mollette di legno o di plastica scolorite dal sole e dalle piogge acide, qualche escremento di piccione a terra insieme a quelli più recenti e importanti dei gabbiani che hanno ormai da qualche anno risalito il fiume in cerca di cibo in città. Dopo un po’ era arrivato anche Labriola a riprendere i suoi strumenti e a recuperare il telescopio che effettivamente era stato montato poco più in là per l’osservazione alle prime luci dell’alba.
Insomma, dopo qualche sguardo circospetto e con un tono di voce inaspettatamente basso, pare che la Gattara si fosse confidata con loro.
-  Ecco, vedete, la cosa è che c’è uno qui, da stamattina, penso.Una specie di uomo, ma è buono. Sembra buono e ascolta. Dico che non ci dobbiamo fare male, a lui. Ora ve lo mostro, ma non è di qui. Non è della Terra. Penso che viene dal cielo e lei, dottor Labriola, mi darà ragione. Venite, venite che ve lo mostro. Forse ha bisogno di aiuto. Ma non voglio dirlo all’Amministratore: quello pensa solo alle cose sue!
Pare, anche, che questa specie d’uomo si fosse avvicinato a porgerle le mollette cadute mentre stava appendendo un paio di camice ad asciugare, e che l’avesse guardata con tale dolcezza che la paura per quell’imprevisto incontro si era subito tramutata per la signora in una sorta di piacevole scoperta.
L’essere che si presentò agli occhi di Labriola e di Mio Marito era mitemente seduto a terra dietro il casotto, i piedi inaspettatamente grandi per la sua altezza, una maglietta o una corta casacca biancastra con la scritta KAN-DO in rosso sul davanti e che copriva l’inguine, un’ abrasione piuttosto vistosa su una coscia. La Gattara aveva anche raccontato che, appena aveva sfiorato la mano dell’essere, durante lo scambio di pinze per il bucato, le erano scomparse improvvisamente la nausea, che da sempre l’aveva tormentata al mattino dopo colazione, e la sua stagionale difficoltà a respirare.
Pare, inoltre, -se è vero quello che mi ha raccontato Mio Marito- che dopo un po’ fosse arrivato anche Serranti, che aveva smesso di innaffiare perché aveva sentito dei rumori. – Tutti svegli, eh?
 Fortunatamente, però, i tre complici del momento lo avevano rassicurato con poche parole: - Tutto a posto, Rag. Serranti. Chiudiamo e scendiamo.
Avevano deciso di non dirgli nulla. La Gattara non chiamò - proprio come aveva detto da subito- nemmeno l’Amministratore perché –come confessò poi- aveva provato una profonda pietà per quell’essere che l’ascoltava senza opporre resistenza. Anzi, da allora, nei giorni seguenti la si intravedeva, furtiva, che saliva in ascensore verso i piani alti, con dei vassoietti che lasciavano un buon odore di melanzane fritte e arancini alla siciliana. E non fu la sola perché anche Labriola risalì dopo un po’ con un tappetino e altri attrezzi da campeggio che i figli ormai grandi avevano lasciato a casa. Quel terrazzo, solitamente poco frequentato, divenne la destinazione per brevi incursioni, timidi tentativi di contatto,  discreti approvvigionamenti. Con fare guardingo e con modi da carbonari, tentammo – anche io, che ormai sapevo dell’esistenza di Kan-Do- di proteggere quella misteriosa presenza in attesa di una qualche decisione da parte del nostro stesso ristretto gruppo di scopritori dell’essere. Durante quegli incontri in terrazza, parlavamo a bassa voce per non allertare Serranti e intanto continuavamo a meravigliarci di come quell’essere potesse sopravvivere, abituato, come pensavamo che fosse, alla densa atmosfera venusiana.
Sembravano offerte votive le nostre e il piccolo e potente Kan-Do aveva il potere di ascoltarci e farci star bene nell’anima e nel corpo. Come questuanti, spesso salivamo in alto ognuno per conto proprio, forse un po’ vergognosi e imbarazzati, e chiedemmo le nostre grazie. La Gattara portava il cibo e si sentiva ascoltata e sopportata, Labriola poté riempire i suoi momenti di solitudine senza critiche e sensi di colpa, mentre studiava la traiettoria che poteva aver seguito Kan-Do per giungere fino a noi. Forse anche io e mio marito chiedemmo qualcosa a quell’essere: non la stessa cosa, probabilmente, ma da quel giorno fummo tutti e due più contenti. (isabnic, 2012)
(CONTINUA)

martedì 26 giugno 2012

CONGRESSO DEI DISEGNATORI, Roma 4 giugno-20 luglio

 Pareti bianche su cui poter disegnare liberamente.
Artisti e pubblico si incontrano "per dialogare tra loro utilizzando il linguaggio delle immagini invece delle parole", una discussione "attraverso la pittura , il disegno a carboncino il collage o altre tecniche e materiali tradizionali" . " Tutti i partecipanti sono esortati a tirar fuori la verità e a dichiararsi apertamente."
Le bianche superfici pian piano si ricoprono, nuovi disegni inglobano quelli fatti prima, altri aggiungono particolari o stravolgono l'originale. Qualcuno disegna in coppia come in un duetto amoroso, un gruppetto d'amici -seduti a gambe incrociate a terra- lavora insieme lungo una fascia in basso, tanti bambini con madri e padri.Tutti con i carboncini in mano, qualcuno con grembiule da lavoro offerto dagli organizzatori, e il bianco accecante dell'arrivo si copre magicamente di mostri, schizzi, slogan, paesaggi, mickey mouse, polpi, draghi e serpenti...
Tra qualche giorno si potranno usare anche i colori. (isabnic)
 
Presso l'Istituto Svizzero di Roma(via Liguria20) e ESC atelier autogestito(via dei Volsci 159)

giovedì 21 giugno 2012

VENERE IN TRANSITO di isabnic (2012)


 https://www.facebook.com/omshanti1111/videos/929718787143241/

Il palazzo sul Viale Alberato è un contenitore illimitato di storie. E’ un contenitore però aperto, pieno di buchi sul tempo e sullo spazio. Le sue scale elicoidali, attraversate al centro dal rumoroso e oscillante ascensore, pulsano come un motore. Dietro le porte degli appartamenti vibra un’energia vitale trattenuta, ma pronta a tracimare.  E’ quella incertezza tra l’andare e il rimanere, l’accogliere e il respingere, l’accettare e il negare che rende così difficile varcare quel portone in uscita e immettersi nel flusso naturale del viale.
    In questa sospensione purgatoriale, qualche volta la vita esterna entra comunque,  autonomamente, senza invito, in maniera violenta o subdola  dall’ingresso principale, anche in forma di piazzisti di aspirapolveri e di contratti telefonici,  di diffusori di improbabili giornali rivoluzionari o riflessioni sul Vecchio Testamento, volontari ecologici e parenti di malati gravissimi che raccolgono collette o adesioni. Non si è mai saputo chi tra noi apra il portone, ma di fatto avviene.
  L’ irruzione  più sconvolgente fu però, almeno per noi, quella che è avvenuta  in  un afosissimo primo pomeriggio d’inizio luglio di qualche anno fa, quando tornavo dagli esami di maturità.  Mentre salutavo l’amica che mi aveva dato un passaggio in macchina a casa,  ci accorgemmo quasi contemporaneamente che  in fondo al portone del palazzo  c’era qualcuno, un essere umano dall’aspetto inquietante.  L’uomo, un sanrocco senza cane salvifico accanto, peloso, sporco, ma soprattutto completamente nudo, suonava disperato tutti i campanelli. Qualcuno, poi, aprì. L’uomo – seppi poi- era salito per la scale, bussando ad ogni portone e urlando qualcosa di incomprensibile. Mio marito, che era già tornato a casa, era riuscito, poi, a convincerlo tornare sui suoi passi scendendo insieme a lui e dopo un po’  il sanrocco mi era passato davanti, con  un paio di scoloriti pantaloncini da bagno, di un incongruo scozzese sul rosa, che mio marito era riuscito a fargli indossare. Lo vidi – quel sanrocco senza bastone da pellegrino- mentre scendeva qualche passo davanti a lui, con lo sguardo mite,  la bocca addolcita da un sorriso stupito e in mano un mezzo filone di pane.  E dopo molti inviti gentili, spiegazioni dal tono paterno, finalmente era uscito dal portone. Guardai il mio uomo con occhi nuovi quel giorno e, quando rientrammo nel nostro appartamento accaldati, affamati, ci sentimmo in fondo anche sollevati per essere riusciti a respingere quell’inquietante intrusione dal basso, da laggiù… Chissà, forse anche il nostro sanrocco era una di quelle anime perse, che non si sa da dove vengano e  che d’inverno, avvolte in enormi cappotti lisi, le gambe nude e incrostate di sporco, i capelli lanuginosi e quasi senza colore, girano per tutto il quartiere, di solito il mercoledì mattina.
    La sua, quella del sanrocco,  fu l’irruzione più sconvolgente per noi, ma questo valeva fino a poco tempo fa. Non avremmo mai pensato, infatti, che qualcosa di nuovo e completamente sconosciuto sarebbe, invece,  un giorno, arrivato non da lì, dal portone sul viale, ma da lassù. Finora i nuovi inquilini, gli studenti annuali, le esotiche badanti, le attraenti studentesse straniere erano tutti, tutti compreso il delirante e derelitto sanrocco, tutti erano  entrati dal portone sul viale.  Kan-do, no. Lui-lei era atterrato sul grande terrazzo semi-abbandonato in cima al palazzo. Un essere venusiano – come presto ci convincemmo che fosse- piuttosto abbronzato, con la faccia di terracotta e il sorriso fisso. Fatto come noi: due occhi, due braccia, due gambe, etc., ma non molto alto e abbastanza robusto. Non parlava la nostra lingua, anzi non parlava per niente ad eccezione di qualche rumore gutturale che produceva quando qualcuno arrivava e lo coglieva alla sprovvista. Non sentiva quando ti avvicinavi o il rumore dei tuoi passi e quando ti rivolgevi a lui scandendo le parole ti guardava sorridendo, quasi chiedendo scusa di esistere. Il fatto è che non aveva orecchie, come ci accorgemmo in seguito, quando venne finalmente il caldo e l’essere cominciò a legarsi i lunghi capelli nerastri con un cordino dietro il collo. Sembrava un hippie, senza chopper e collanine.  Un mezzo, in realtà, ce l’aveva o  meglio ce lo doveva aver avuto- almeno così pensammo. Ora erano rottami accartocciati e una macchia di qualcosa che sembrava olio scuro, vicino al casotto dei vecchi serbatoi condominiali dell’acqua. Quando era arrivato? Da dove? Poi  a qualcuno venne in mente che il giorno prima, […] (isabnic, 2012)
(CONTINUA) 

domenica 17 giugno 2012

IRAN:Canzoni per la Libertà (share@united4iran.org)


آزادی: ترانه های رهایی برای ایران 
در سالگرد خيزش مردمی سال 1388، برای ارج نهادن به تداوم مبارزه
Download/share the free album: www.azadimusic.bandcamp.com 
AZADI: Songs of Freedom for Iran
On the anniversary of the 2009 uprising, honoring the ongoing struggle

CHI CONTINUA? (3)


In attesa di qualche suggerimento e di storie nuove da parte degli amici che mi seguono, mi aggiro infelicemente tra i vasi del miei balconi. Non riesco a scrivere, la mia semina primaverile non ha funzionato e quella tardiva è stata depredata da qualche piccione o cornacchia. Gli sconosciuti predatori hanno particolarmente apprezzato i semi di calendula, quelli di ipomea, di aster, di papavero, di alchechengi e di girasoli. Maledetti! e pensare che avevo evitato - proprio per loro- l'uso di qualsiasi prodotto chimico. In compenso, ho comprato delle graziose girandole colorate, ormai inutili. Ecco perché ho pubblicato quel vecchio raccontino splatter, grondante odio e rancore... E' colpa loro.
Ah! Se solo arrivassero i vostri suggerimenti o le vostre storie, potrei leggerle e intrecciarle con le mie, farmi ossessionare di meno dai miei vicini di fantasia, e essere meno imbarazzata quando incontro quelli veri.
Neanche una promessa di aiuto?
(isabnic)

da SAFECRASH: Promises are promises/Ogni promessa è debito


Mi ha aperto. Così, ingenuamente. Pensa ancora che potremmo parlarne. Io non voglio sentire nulla, non voglio più sentirmi rivoltar lo stomaco. Appena dentro, lei si volta per farmi strada. 
  - Andiamo a sederci da qualche parte, dice e io l’assalgo alle spalle come ho già immaginato in tanti sogni durante tutto questo inverno. Non se lo aspetta e così stringo il cordino che ho messo lestamente intorno al suo collo. E’ incredibilmente forte, si ribella;   rotea quegli occhi di cui tra breve farò scempio. Annaspa, cade e mi tira a terra con lei. Avvinghiate, come amanti.
   Il pavimento della cucina è freddo, ma un sudario di sudore ci avvolge; stringo ancora e sento che sta resistendo sempre meno.
     Ormai è solo un rantolo. Ancora ho la forza di alzarmi. Tremo, ma il batticarne sul tavolo può aiutarmi a finirla. Anche strapparle gli occhi non è facile, e anche piuttosto rivoltante.
     Lo svuotamele. Ecco cosa ci vuole. Non è difficile trovarlo: è sempre stata una maniaca del buon mangiare e nella sua cucina non manca nulla. Tutto in perfetto ordine.
     Poi, le vomiterò in bocca. Aprire lo sterno per estrarne il cuore sarà difficile e faticoso ma tra quei coltelli affilati messi in fila sul ripiano ce ne sarà pure uno adatto. Ecco. 
     Sudo, sono lorda di sangue e gonfia di schifo, ma il più è fatto.
Tolgo il cuore -che darò al gatto del giardino, qui sotto- e al suo posto metterò il cellulare che sono riuscita a sottrargli prima di uscire da casa.
    Mi scopriranno. Sono sporca, ho fatto rumore, lasciato impronte. In tanti mi hanno vista arrivare e mi vedranno uscire. Non passerò inosservata. Più di un amico sa che desideravo farlo.
Non importa. giusto il tempo di passare al mercato e prendere da Angelina-lacontadina le zucchine del suo orto, quelle che mi ha messo da parte. Gliel'ho promesso.  (isabnic2007)
                             
                            

martedì 12 giugno 2012

SIRIA: firmate la petizione!

India e USA: Fermate il trafficante di morte!

Al Primo Ministro Indiano Manmohan Singh e al presidente USA Barack Obama:

Vi chiediamo di annullare tutti i contratti esistenti e futuri con Rosoboronexport finché essa non fermerà tutte le vendite di armi alla Siria. La russa Rosoboronexport è il maggiore fornitore di armi al regime siriano: le armi sono utilizzate per massacrare migliaia di persone. L'India e gli USA assieme costituiscono oltre il 50% della vendita di armi della Russia. La vostra minaccia di mettere fine a questa lucrosa fonte di guadagni potrebbe salvare vite di siriani e fermare la spirale di violenza.
 
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RECENTI FIRMATARI DELLA PETIZIONE



 

SIRIA Aiutaci a far crescere questa campagna!



Cari amici, 



Altri 27 corpi di bambini massacrati sono stati trovati in Siria. L'India e gli USA possono bloccare l'ingresso di armi al regime sanguinario della Siriaminacciando di boicottare il principale fornitore di armi alla Siria, la compagnia russa Rosoboronexport. La pressione finanziaria potrebbe mettere fine al massacro in corso. Firma la petizione per fermare la fornitura di morte della Russia alla Siria!

Firma la petizione
Sono stati trovati altri 27 corpi di bambini massacrati in Siria. Per fermare questo orrore dobbiamo interrompere il traffico di armi verso il regime. Un modo per farlo c'è, ma richiede l’impegno di tutti noi. 

Ecco come: l’India e gli Stati Uniti sono tra i maggiori clienti del principale fornitori d’armi della Siria: la compagnia statale russa Rosoboronexport. Se riusciremo a convincerequesti due paesi a minacciare lo stop a tutti gli accordi economici finché i russi non interromperanno il sostegno alla macchina omicida della Siria, questo fornitore di armi potrebbe essere costretto a fermare le sue esportazioni in Siria. Tanto gli Stati Uniti quanto l’India vogliono fermare la violenza in Siria, ma la diplomazia sta fallendo. Questa è la migliore opportunità che abbiamo: diamo loro un mandato di massa per agire subito. 

Gli Stati Uniti hanno già convinto tale compagnia a fermare la vendita di armi leggere in Siria. Se riusciremo a far salire la pressione sull’India e a ottenere che entrambi i paesi si facciano sentire, Rosoboronexport potrebbe essere costretta a tagliare del tutto l'esportazione di armi alla Siria. Clicca sotto per firmare la petizione urgente per fermare la fornitura di morte alla Siria e fai il passaparola: la nostra richiesta sarà consegnata a entrambi i paesi e alla stessa Rosoboronexport a una fiera di armi a Parigi oggi

http://www.avaaz.org/it/us_and_india_stop_syrias_merchants_of_death/?bIbePbb&v=15074 

Le soluzioni politiche internazionali stanno fallendo e non riescono ad arginare il fiume di sangue in Siria: solo due settimane fa il mondo era sotto shock per il brutale massacro di Houla in cui hanno perso la vita 49 bambini, a cui è seguita a pochi giorni di distanza un’altra carneficina. Perché? Assad è protetto dalla Russia, amico di vecchia data, che ha bloccato l’iniziativa internazionale e allo stesso tempo sta traendo profitti dalla vendita di armi: Rosoboronexport è il più grande produttore d’armi della Russia, e porta alle casse del governo miliardi di ricavi ogni anno. Il Presidente Assad è ancora al potere solo grazie alla forza e al terrore diffuso dall’esercito. Se riusciremo a convincere la Russia che non vale più la pena sostenere il regime siriano, e a mettere fine così alla vendita di armi ad Assad, il suo arsenale di morte svanirà e con esso il suo potere. 

L’India e gli Stati Uniti insieme totalizzano oltre il 50% della vendita di armi della Russia, ed entrambi vogliono un’azione forte sulla Siria. Gli Stati Uniti si battono in prima linea per fermare la violenza, e un gruppo di senatori americani sta facendo pressione sul Pentagono per cancellare un contratto cospicuo di elicotteri con Rosoboronexport. L’India ha già votato perché sia interrotta la violenza in Siria al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Gli esperti ritengono che se ci fosse anche solo una vaga indicazione da parte del governo indiano di riconsiderare il suo appoggio a Rosoboronexport a causa della Siria, le vendite al regime potrebbero interrompersi, e i russi potrebbero abbandonare il loro supporto ad Assad

Rosoboronexport potrebbe essere ritenuto legalmente responsabile per crimini di guerra per aver fornito armi al regime siriano, ma a causa degli ingenti profitti e all'impunità finora garantita, i suoi affari sanguinari potrebbero andare avanti come se nulla fosse. La pressione diplomatica sulla Russia sta aumentando, ma è la minaccia finanziaria che potrebbe fare la differenza. Dobbiamo agire ora e fare in modo che centinaia di migliaia di noi parlino prima che Rosoboronexport arrivi a Parigi oggi. Clicca per chiedere agli USA e all’India di fermare gli affari mortali della Russia ora e gira questa email a tutti

http://www.avaaz.org/it/us_and_india_stop_syrias_merchants_of_death/?bIbePbb&v=15074 

L'anno scorso i membri di Avaaz hanno sostenuto la primavera siriana e la fine della violenza: abbiamo rotto il blackout, reso pubbliche atrocità nascoste e fornito equipaggiamenti vitali ai siriani sotto attacco. Nei giorni scorsi abbiamo consegnato la nostra petizione all’ONU per chiedere più osservatori nel paese. Oggi facciamo in modo di tagliare alla fonte le armi che stanno uccidendo il popolo siriano. 

Con speranza e determinazione, 

Alice, Joseph, Denis, Luca, Emma, Ricken, Stephanie, Wissam, Dalia e tutto il team di Avaaz 


Più informazioni 

Hillary Clinton accusa Mosca: contribuisce alla guerra in Siria (Il Sole 24 Ore)
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-01/hillary-clinton-accusa-mosca-063842.shtml?uuid=AbryvZlF

Stallo all'Onu sulla Siria. Cosa c'è dietro il "niet" della Russia (Panorama)
http://mondo.panorama.it/world-news/Stallo-all-Onu-sulla-Siria-Cosa-c-e-dietro-il-niet-della-Russia-L-ANALISI2

Siria: altre 29 persone uccise, vittime sono più di 14mila (Agi) 
http://www.agi.it/iphone/notizie/201206101756-est-rom0058-siria_altre_29_persone_uccise_vittime_sono_piu_di_14mila

Siria: transizione sempre più difficile. Accusa ai fabbricanti d’armi russi (International Post)
http://www.internationalpost.it/archives/7614

martedì 5 giugno 2012

CHI CONTINUA?


IL CONDOMINIO SUL VIALE ALBERATO 

-          Ah, ecco! Ora ricordo perché lo chiamavamo l’Assassino! – disse inaspettatamente la figlia più piccola che ci aveva finalmente concesso un pranzo domenicale insieme.
Ci interessavano più quelli che non avevamo mai conosciuto, quelli che c’erano prima e che, ormai, erano scomparsi  molto prima del nostro arrivo lì. Per esempio: chi era il padre dell’Assassino? E il marito della Gattara e quello della Bassetta Incattivita? O quello della Avvocato Vedova Nera Nera, già arrivata qui senza marito?  Ma, in fondo, avremmo potuto continuare anche con quelli che invece ci sono ancora o sono scomparsi da poco: per esempio, il marito e il figlio della Secca, il marito Abbronzato della Bellona o quello Infido della Pentecostale. [...]

Questo potrebbe essere l’incipit di un nuovo racconto del Condominio sul Viale Alberato.

CHI CONTINUA? NON DIMENTICATE  LO SCHEMA DEL PALAZZO! (vedi: cap.5 de “Il funerale della Boncini”).  Scrivete nei commenti o a isabnic@gmail.com


(isabnic)

lunedì 4 giugno 2012

VOLTAIRE, CONAN DOYLE, SITI : tre libri letti da gogo


“Uno scrittore scrive, uno scrittore legge. Leggo continuamente, per la gioia, per la curiosità,per la fame che mi ispira, per il desiderio di capire come ha scritto o sta scrivendo qualcun altro.”
 Elizabeth Strout, su La Repubblica, 20 maggio 2012; traduzione di Silvia Castoldi.


·         Voltaire
L’ingenuo
I libri del Sole 24ore, 2012; Garzanti, Milano 2000, trad. di Maria Moneti
Delizioso! Le contraddizioni della società e delle religione ai tempi di Luigi XIV, colti attraverso gli occhi, il cuore e la mente di un candido selvaggio.

·         Arthur Conan Doyle
Falsa partenza e altri racconti
Sullo sfondo dell’Inghilterra vittoriana, storie ironiche e brillanti su medici e pazienti. Gradevole e inaspettato.

       
          ·         Walter Siti
                Il contagio
Oscar Mondadori, 2008
Walter Siti , l’ho scoperto solo ora. Mi aveva incuriosito come persona, così diversa da tutta la gente di mondo (intellettuale) riunita una certa sera di qualche anno fa per la presentazione di un libro di un altro scrittore.
Per curiosità, ho allora comprato questo libro senza saperne nulla, trovandolo inizialmente insopportabile, lasciandolo dopo poche pagine.  Poi l’ho ricominciato e l’ho finito, amandolo.
Un condominio di borgata, criminale, volgare, violento, corrotto, perduto, ma terribilmente umano e assurdamente innocente.  Ormai qui, non molto lontano da noi.