Mi ha aperto.
Così, ingenuamente. Pensa ancora che potremmo parlarne. Io non voglio sentire
nulla, non voglio più sentirmi rivoltar lo stomaco. Appena dentro, lei si volta
per farmi strada.
- Andiamo a sederci da qualche parte, dice e
io l’assalgo alle spalle come ho già immaginato in tanti sogni durante tutto
questo inverno. Non se lo aspetta e così stringo il cordino che ho messo
lestamente intorno al suo collo. E’ incredibilmente forte, si ribella; rotea
quegli occhi di cui tra breve farò scempio. Annaspa, cade e mi tira a terra con
lei. Avvinghiate, come amanti.
Il pavimento della cucina è freddo, ma un
sudario di sudore ci avvolge; stringo ancora e sento che sta resistendo sempre
meno.
Ormai
è solo un rantolo. Ancora ho la forza di alzarmi. Tremo, ma il batticarne sul
tavolo può aiutarmi a finirla. Anche strapparle gli occhi non è facile, e anche
piuttosto rivoltante.
Lo svuotamele. Ecco cosa ci vuole. Non è
difficile trovarlo: è sempre stata una maniaca del buon mangiare e nella sua
cucina non manca nulla. Tutto in perfetto ordine.
Poi, le vomiterò in bocca. Aprire lo
sterno per estrarne il cuore sarà difficile e faticoso ma tra quei coltelli
affilati messi in fila sul ripiano ce ne sarà pure uno adatto. Ecco.
Sudo, sono lorda di sangue e gonfia di
schifo, ma il più è fatto.
Tolgo il
cuore -che darò al gatto del giardino, qui sotto- e al suo posto metterò il
cellulare che sono riuscita a sottrargli prima di uscire da casa.
Mi scopriranno. Sono sporca, ho fatto
rumore, lasciato impronte. In tanti mi hanno vista arrivare e mi vedranno
uscire. Non passerò inosservata. Più di un amico sa che desideravo farlo.
Non importa. giusto il tempo di passare al mercato e prendere da Angelina-lacontadina le zucchine del suo orto, quelle che mi ha messo da parte. Gliel'ho promesso. (isabnic2007)
Non importa. giusto il tempo di passare al mercato e prendere da Angelina-lacontadina le zucchine del suo orto, quelle che mi ha messo da parte. Gliel'ho promesso. (isabnic2007)
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