Accolgo l’appello del blog
Kengarags ( http://kengaragsit.blogspot.it/) di far circolare i versi di poeti siriani contemporanei.
Ecco Tristezza
al chiaro di luna di Muhammad Al Maghut[1].
Le note di traduzione e la biografia dell’Autore sono riprese dal blog citato. Per altre, tante informazioni su Siria e Libano vai a http://www.sirialibano.com/siria-2/muhammad-al-maghut-ecco-il-poeta.html :
Tu primavera
che vieni dai suoi occhi,
canarino che
viaggi al chiaro di luna
portami da lei
poesia d’amore
o colpo di pugnale
perché sono
vagabondo e ferito
amo la pioggia
e il lamento delle onde lontane.
Dal profondo
del sonno mi sveglio
col pensiero
al ginocchio di una donna attraente
vista un
giorno
e mi dedico al
bere e a comporre poesie.
Dì alla mia
amata Layla
dalla bocca
ebbra e dai piedi di seta
che sono
malato e ho voglia di lei
che ne scorgo
le orme sul mio cuore.
Damasco, carro
rosa di prigionieri
sono disteso
nella mia stanza
scrivo e sogno
e osservo i passanti
dal cuore
dell’alto cielo
sento pulsare
la tua carne nuda.
Sono vent’anni
che bussiamo alla tua dura porta.
La pioggia
scende sui nostri vestiti e sui nostri bambini
i nostri volti
soffocati da una tosse dolorosa
sembrano
tristi come un addio
gialli come la
tisi.
I venti
desolati della pianura
portano il
nostro pianto
ai vicoli, ai
fornai e alle spie
e noi corriamo
come cavalli selvaggi
sulle pagine
della storia
piangiamo e
tremiamo
e dietro le
nostre gambe storte
passano i
venti e le spighe dorate...
E ci siamo
divisi,
nei tuoi occhi
freddi
geme una
tempesta di stelle in fuga.
Tu, amante
avvizzita, ricoperta di tosse e gioielli
sei mia
questa
nostalgia è per te, o astiosa!
Qualche attimo
prima della partenza
ho fatto l’amore
con una donna
e ho scritto
una poesia
sulla notte e
l’autunno e le nazioni sconfitte
sotto il sole
pallido del pomeriggio
appoggiavo la
testa agli scuri della finestra
e lasciavo la
lacrima
brillare come
il mattino, come una donna nuda
perché ho un
antico rapporto con la tristezza
e la
schiavitù.
Vicino alle
nubi silenziose e lontane
intravedevo
centinaia di petti nudi e sporchi
spingersi in
un fiume di spine
e una nuvola
di occhi azzurri e tristi
che mi fissava
fissava la
storia acquattata sulle mie labbra.
Interminabili
sguardi di tristezza,
piccole
macchie di sangue, svegliatevi
io vi vedo qui
sulle bandiere
ammainate
e nelle pieghe
dei vestiti di seta
e io cammino
come un tuono biondo tra la folla.
Sotto il tuo
cielo sereno
passo
piangendo, paese mio
dove sono le
navi cariche di spade e tabacco
e la giovane
schiava che ha conquistato
un regno con i
suoi occhi grandi?
Come due donne
calorose
come una lunga
notte sul seno di una femmina
sei tu, paese
mio
io sono qui,
spettro estraneo e ignoto
sotto le mie
unghie profumate
giace la tua
antica gloria,
negli occhi
dei bambini
penetrano i
battiti del tuo cuore sfinito
i nostri occhi
non si incontreranno più
io ti ho già
cantata abbastanza
mi affaccerò
su di te come
un garofano
rosso lontano
come una nube
senza patria.
Addio, pagine,
notte
finestre
purpuree
issate la mia
forca al tramonto
e che sia
alta.
Quando il mio
cuore sarà calmo come una colomba...
bello come un
fiore azzurro su una collina,
vorrei morire
imbrattato
con gli occhi
pieni di lacrime
e teste che si
allungano per me
almeno una
volta nella vita
perché io sono
pieno di parole,
di indirizzi
insanguinati.
Nella mia
infanzia,
sognavo un
abito a righe dorate
e un cavallo
che divora le colline di pietra e le vigne
mentre ora
girando senza
meta sotto la luce dei lampioni
spostandomi
come le prostitute da una strada all’altra
mi vien voglia
di uno spropositato delitto
di una nave
bianca, che mi trasporti sui suoi seni salati,
verso paesi
lontani,
dove ad ogni
passo c’è un’osteria e un albero verde
e una donna
mulatta
che trascorre
la notte sola col suo seno assetato.
(Tradotta
dall’arabo da Fawzi Al Delmi, tratta dall’antologia, Selected Poems- Syria, Italy, Sweden, a cura di Khaled Soliman – Al
Nassiry, Fawzi al Delmi, Jasem Mohamed, edita da COSV (Italy), Baghdad Café for
Poetry and Music (Sweden), and Al Makan Art Association (Syria), in
collaboration with Al Mutawasit (Cultural Exchange& reading development).
.
[1] Poeta e scrittore, Muhammad Al Maghut nacque nel 1934 a
Selmiyya nella provincia di Hama dove iniziò i suoi studi che presto dovette
abbandonare essendo di famiglia povera . Ha lavorato come giornalista scrivendo
di politica, ha pubblicato commedie teatrali graffianti che hanno contribuito
allo sviluppo del teatro politico arabo, ha anche scritto romanzi, ma si è
distinto per la sua produzione di poesia in prosa raccolta in numerosi volumi.
E’ morto a Damasco nel 2006
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