Per cinque giorni la diciottenne
Lal Bibi è stata rapita, violentata, torturata e incatenata al muro da un
gruppo di potenti ufficiali della polizia afgana. Ma lei ha deciso di fare quel
che alle donne afgane è vietato: sta reagendo, e insieme possiamo aiutare lei e
tutte le donne afgane a ottenere giustizia. Secondo una tradizione ancestrale,
come donna che ha subìto violenza, Lal Bibi è stata “disonorata” e sarà
costretta a uccidersi, come afferma pubblicamente lei stessa, a meno che i suoi
aguzzini verranno consegnati alla giustizia per restituirle onore e dignità. In
genere il sistema giudiziario afgano non persegue casi simili e fino a questo
momento i maggiori sospettati nel caso di Lal Bibi non sono stati chiamati a
giudizio, probabilmente nella speranza che l'attenzione internazionale si
attenui. Ogni giorno che passa senza che avvenga alcun arresto spinge sempre
più Lal Bibi al suicidio, ma c'è ancora speranza. Questo fine settimana è
previsto che Stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone e altri importanti donatori
si impegneranno a devolvere 4 miliardi di dollari all'Afghanistan, soldi
destinati proprio a finanziare le stesse forze di polizia responsabili delle
violenze nei confronti di Lal Bibi. Una protesta globale può però indurre i
donatori ad agire, ponendo come condizione alle loro sovvenzioni un'azione
forte per combattere le violenze e proteggere le donne. Non ci rimane molto
tempo: clicca sotto per chiedere il cambiamento che può salvare la vita di Lal
Bibi e la nostra petizione sarà consegnata proprio alla conferenza dei donatori
a Tokyo:
https://secure.avaaz.org/it/justice_for_lal_bibi_c/?bIbePbb&v=15792
Per maggiori info: : http://www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2012/07/03/news/afghanistan_la_conferenza_di_tokyo_i_diritti_delle_donne_prima_di_tutto-38453746/
http://www.articolotre.com/2012/06/afghanistan-stupro-madre-avverte-giustizia-o-ci-immoliamo/92037
http://www.nytimes.com/2012/06/28/world/asia/afghan-rape-case-turns-focus-on-local-police.html?pagewanted=all
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