martedì 24 gennaio 2012

poesie di Ibis Kan


6. LA POESIA DELLA SOLITUDINE ANNOIATA

Autunno morbido e caldo (giallo, verde e screziato),
Le montagne ritte sotto voli di storni in formazione.
Ti si stringe la nebbia addosso
come sciarpa di nuvola gonfia.
(Nuoro 2006)


7.

Rileggere le parole
E risentire lo stesso sapore.
Mi voglio quasi un po’ più bene
A carezzare questi balbettii.
(Nov 2007)


8. 

Io le cose sognate
me le porto sempre appresso.
In tasca, dentro la borsa o
nella custodia degli occhiali.
Non si sa mai:
potrebbero sempre tornar vere.

(2007)

martedì 17 gennaio 2012

le foto di piero

All'Opificio di Via dei Magazzini Generali  la mostra " Il Tempo danzato" con le foto di Piero Tauro.
Bellissime immagini delle esperienze più significative dei grandi danzatori contemporanei o di performers lungo le pareti all'ingresso, al piano inferiore e in una lunga sala dell'Opificio.Luci taglienti, o avvolgenti su corpi che sembrano narrare storie, ritrarsi nel silenzio, congelare attimi, comprimere forze misteriose, scambiarsi distanze o intersecarsi. Danza italiana di ricerca, i grandi americani, Akram Khan e gli altri meticci.
 In una saletta nascosta, poi,  una cappella votiva dedicata alla Madonna Marina Abramovic, nuda e divina nella grande foto in b/n, con due Santi ai lati, Jan Fabre  e William Forsythe.




"Dedalo", foto di Piero Tauro















arte e poesia concreta con tomaso binga

Sabato 14 gennaio 2012
                                                                      Galleria Wunderkammern
via Serbelloni
Roma

Chiusura della mostra BACK TO THE FUTURE, con le opere di Tomaso Binga e Guglielmo Achille Cavellini, e tavola rotonda con critici letterari e artistici.

Ho fatto anche un filmato con il cellulare e ho registrato Tomaso Binga mentre recitava-declamava- diceva un paio di sue poesie.
Peccato! non riesco a scaricarlo. E'-pare-un file GP.
Boh? Come si fa?

venerdì 13 gennaio 2012

vernissage per caso


Alle sei del pomeriggio d'inverno diventano quasi un' urgenza quelle uscite senza meta che mi vengono proposte senza impegno - e che di solito accetto subito, pur concordando qualche minuto di perdita di tempo.   Durante l'ultima, sono capitata al vernissage del più conosciuto artista del  mondo nella galleria più internazionale della mia città. WOW!! It sounds great!!!
Capitata per caso...  In realtà, volevo proprio vedere quella mostra, ma -honestly- pensavo che fosse stata inaugurata già da un po' di tempo! Tanta gente e gran brusio all'esterno. -Oddio! E' il vernissage! ci faranno entrare?- 
Peccato, ero uscita con il mio solito triste piumino nero e i capelli, lavati maldestramente la sera prima, per l'umidità si erano gonfiati modello-pagliaio.E l'età non aiuta più.  Ma tant'è.
Molta gente all'ingresso davanti alle graziose e gentili hostess che distribuivano comunicati stampa e presentazioni in italiano e in inglese.In fondo alle scale dell'elegante galleria colonnata, alcuni  volgari, ma gentili anche loro, omoni in nero, aitanti buttafuori con sorrisi a tutto-dente che  bloccavano decisi ogni tentativo di ripresa-video o fotografica. Sembravano i guardaspalla di qualche politico molto telegenico, e non ci giurerei che non avessero un paio di occhiali neri a specchio e avvolgenti per riparare gli occhi dalla forte illuminazione. 
Finalmente saliamo. Il grande spazio al piano superiore era strapieno di gente.Non particolarmente eleganti, ma tanti, giovani, vecchi e perfino bambini. I più fortunati erano in coppia; potevano così sciogliere l'imbarazzo di non sapere cosa guardare e cosa dire scambiandosi sorrisi, o tenendosi per mano. Qualche signora solitaria si soffermava davanti ad ogni opera e,  scorrendo diligentemente il foglietto della presentazione, cercava il titolo, la data e il nome dei cortesi collezionisti, o di qualche galleria, proprietari del quadro.
Il fatto è che quei quadri di diverse dimensioni erano variazioni cromatiche di serie di ordinati pois (più o meno grandi ma uguali all'interno della stessa opera) e dopo un po' ( poco, però) non si sapeva proprio che fare. Noi, grazie a una brillante intuizione del mio accompagnatore- più abituato di me al modo dell'Arte- abbiamo tentato anche di contarli per trovarne il ritmo segreto, ma al terzo tentativo abbiamo capito che non c'era regola dietro a quel profluvio di palle e palline colorate. Blù, rosse, verdi, viola le mille palle blù, rosse, viola...


Allora ci siamo guardati intorno e abbiamo capito. Abbiamo capito quanto Lui si deve essere divertito, quanto il grande Artista deve aver sghignazzato a vederci o  a immaginarci lì.

domenica 1 gennaio 2012

da SAFECRASH/ Ricette per scrivere

6. RICETTE PER SCRIVERE (il binomio fantastico)


Quando gli fu chiesto di scrivere una storia in due cartelle utilizzando due parole trovate per caso sul vocabolario, non aveva certo pensato che avrebbe potuto essere così sfortunato: “Stone Age” e “Firebrigade”.
Il Cambridge Advanced Learner Dictionary si era aperto in quelle pagine e i suoi occhi si erano posati su quei due composti. Né gli andava di imbrogliare e di ritentare subdolamente ancora. "Stone Age" e "Firebrigade" .... Che avevano in comune? C’era già il fuoco? Cazzo! Non gliene era mai importato granchè della storia delle origini e di solito, a scuola,  si studiava all’inizio dell’anno quando ancora c’era il sole caldo e la luce del mare sembrava molto più attraente di una qualsiasi lezione.
E poi il tempo dato per questa cazzata di esercizio era solo mezzora.
La prima cosa che gli venne in mente fu la storia di un gruppo di coraggiosi vigili del fuoco/ firemen alle prese con le rovine fumanti delle Torri Gemelle e risucchiati da un misterioso loop temporale che li riporta indietro nel tempo fino all’Età della pietra, qualche avventura più o meno negativa e il ritorno al proprio mondo con animo più tollerante e pieno di aspettative per il futuro. La prof di Inglese avrebbe apprezzato questo uso del sci-fi collegato alla realtà. Poteva chiaramente vedere la sequenza delle prime immagini, ma poi scartò l’idea perché - si disse- forse aveva bisogno di uno spazio maggiore di due cartelle.
Allora pensò ad una storia fantastica di due sostantivi composti (compound nouns) in un mondo di sostantivi semplici, una Flatlandia con le parole, modello-Orsenna. La prof di Inglese ne sarebbe stata entusiasta  e...  Nah, ancora non ci siamo.
Cominciava a sudare, e guardando di sottecchi Elena Brilli seduta alla sua sinistra e completamente presa dal compito, cominciò a raccontarsi  una storia d’amore tra Stone Age, uomo precocemente invecchiato e incapace ormai di amare e desiderare, e Firebrigade, donna ingenua anche se matura anagraficamente, che sperimenta tardivi tormenti d’amore e scopre di aver perso amici, amanti e giovinezza nel tentativo di mantenere gli impegni fissati nella sua agenda. Trattenne a stento uno sbadiglio e cominciò a buttare giù il profilo di un paio di personaggi: una coppia di squinternati ubriachi e strafatti oppure due lottatori di wrestling in costumi astrobolici che riflettono sulla vita, o ancora due medio-squallidi insegnanti di liceo chiamati così dai loro studenti…
Chissà cosa quei bambini,  a cui originariamente era stato dato questo esercizio di scrittura -come aveva detto la prof- avevano inventato? Cominciò ad agitarsi sulla poltroncina di gommapiuma ricoperta di una ridicola fodera rosa shocking e si impose di fare come loro, i bambini: lasciarsi andare, cercare di vedere qualcosa e poi inseguirlo. Allora iniziò a scrivere una lettera.
                 
Elena,  è da settembre che vengo qui due volte a settimana dalle 16.30 alle 19.30. Mi impongo di seguire la presentazione introduttiva di brani di autori delle diverse letterature,  di trovare divertenti gli esercizi di riscaldamento e mi sforzo di trovare qualche idea per inventarmi una storiella e azzittire così la nostra logorroica prof.
Elena, la verità è che non riesco a togliermi dagli occhi il tuo viso, il tuo corpo, i tuoi capelli... 

DIARIO


Giornata fiacca.

Sullo scrivere: vedi Domenica di Pasqua, 20 aprile , pagg. 25-26 da Virginia Woolf, Diario di una scrittrice,BEAT 2011.