domenica 1 gennaio 2012

da SAFECRASH/ Ricette per scrivere

6. RICETTE PER SCRIVERE (il binomio fantastico)


Quando gli fu chiesto di scrivere una storia in due cartelle utilizzando due parole trovate per caso sul vocabolario, non aveva certo pensato che avrebbe potuto essere così sfortunato: “Stone Age” e “Firebrigade”.
Il Cambridge Advanced Learner Dictionary si era aperto in quelle pagine e i suoi occhi si erano posati su quei due composti. Né gli andava di imbrogliare e di ritentare subdolamente ancora. "Stone Age" e "Firebrigade" .... Che avevano in comune? C’era già il fuoco? Cazzo! Non gliene era mai importato granchè della storia delle origini e di solito, a scuola,  si studiava all’inizio dell’anno quando ancora c’era il sole caldo e la luce del mare sembrava molto più attraente di una qualsiasi lezione.
E poi il tempo dato per questa cazzata di esercizio era solo mezzora.
La prima cosa che gli venne in mente fu la storia di un gruppo di coraggiosi vigili del fuoco/ firemen alle prese con le rovine fumanti delle Torri Gemelle e risucchiati da un misterioso loop temporale che li riporta indietro nel tempo fino all’Età della pietra, qualche avventura più o meno negativa e il ritorno al proprio mondo con animo più tollerante e pieno di aspettative per il futuro. La prof di Inglese avrebbe apprezzato questo uso del sci-fi collegato alla realtà. Poteva chiaramente vedere la sequenza delle prime immagini, ma poi scartò l’idea perché - si disse- forse aveva bisogno di uno spazio maggiore di due cartelle.
Allora pensò ad una storia fantastica di due sostantivi composti (compound nouns) in un mondo di sostantivi semplici, una Flatlandia con le parole, modello-Orsenna. La prof di Inglese ne sarebbe stata entusiasta  e...  Nah, ancora non ci siamo.
Cominciava a sudare, e guardando di sottecchi Elena Brilli seduta alla sua sinistra e completamente presa dal compito, cominciò a raccontarsi  una storia d’amore tra Stone Age, uomo precocemente invecchiato e incapace ormai di amare e desiderare, e Firebrigade, donna ingenua anche se matura anagraficamente, che sperimenta tardivi tormenti d’amore e scopre di aver perso amici, amanti e giovinezza nel tentativo di mantenere gli impegni fissati nella sua agenda. Trattenne a stento uno sbadiglio e cominciò a buttare giù il profilo di un paio di personaggi: una coppia di squinternati ubriachi e strafatti oppure due lottatori di wrestling in costumi astrobolici che riflettono sulla vita, o ancora due medio-squallidi insegnanti di liceo chiamati così dai loro studenti…
Chissà cosa quei bambini,  a cui originariamente era stato dato questo esercizio di scrittura -come aveva detto la prof- avevano inventato? Cominciò ad agitarsi sulla poltroncina di gommapiuma ricoperta di una ridicola fodera rosa shocking e si impose di fare come loro, i bambini: lasciarsi andare, cercare di vedere qualcosa e poi inseguirlo. Allora iniziò a scrivere una lettera.
                 
Elena,  è da settembre che vengo qui due volte a settimana dalle 16.30 alle 19.30. Mi impongo di seguire la presentazione introduttiva di brani di autori delle diverse letterature,  di trovare divertenti gli esercizi di riscaldamento e mi sforzo di trovare qualche idea per inventarmi una storiella e azzittire così la nostra logorroica prof.
Elena, la verità è che non riesco a togliermi dagli occhi il tuo viso, il tuo corpo, i tuoi capelli... 

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