" Bare Winter suddenly changed to Spring" (PBShelley, The Question)
Insomma, Zoé, dopo la famosa
sera davanti al caminetto, sta vivendo un momento magico di euforia e felicità,
in attesa della partenza per Buenos Aires, dove non è mai stata e dove potrà
concedersi qualche giorno sola con Gordon che l’ha invitata a raggiungerlo lì.
Da tempo i suoi occhi non sono stati così brillanti.
Un paio di tartine ai gamberetti da Fauchon,
poi continuerà il suo giro di spese. Sì, ha voglia di un vestito nuovo e di un
paio di scarpe diverse dalle solite, magari con il tacco … Ma, la caviglia sarà
già pronta a sostenerla? [...]
Quando, più tardi al lavoro, riprende a discutere con il fido Bertrand - Da quanti anni lavorano insieme? Da quanto tempo lui ne è innamorato senza saperlo davvero?- Zoé non riesce a concentrarsi, gli dà stranamente sempre ragione, senza tentare di imporre il suo punto di vista, neanche una volta. Bertrand è stupito, ma le vuole così bene e la scadenza dell’impegno è così vicina che finge di non accorgersi di nulla.
-Se prendessimo in
considerazione il Festival della poesia di Medellin? Voglio dire, so che stai
andando a Buenos Aires, ma forse riesci a ritagliare un paio di giorni per
raggiungere Medellin.. quest’anno è dedicato a Murilo Monteiro Mendes e
potresti incontrare Mario Rivero … Zoé? Mi stai ascoltando?
-Si, scusami, ottima idea … è
che ho tante cose da fare prima di partire e stavolta non riesco ad
organizzarmi. Sì, si può fare … però, sai, non so, non riesco ad entrare dentro
al problema ... cioè, come si fa a collegare poesie rappresentative del Brasile a quelle, per esempio,
dell’Argentina, Colombia e Nicaragua? Si
fa presto a dire Poeti Latino-Americani, ma qual è il filo unitario?
-Bon!! Forse posso darti una mano io. Domani ne discutiamo un po’.
Intanto, stasera esci con me. Adesso telefono a casa e avverto... Scommetto che
non sei mai stata dove ho intenzione di portarti: andiamo al Cabaret Mystique a
sentire Jodo...
-Jodorowsky
-Alejandro Jodorowsky[1]?
-Sì, lui. Il poeta-regista
cileno.
-Ma avrà cent’anni!
-No, ottanta... e pensa che,
quando è qui a Parigi, incontra il pubblico al Café Le Téméraire, al 32 di
Avenue Daumesnil, ogni mercoledì alle tre del pomeriggio. Mi sarebbe piaciuto portarti lì, dove legge i
tarocchi Gratis, naturalmente. Ma c’è sempre
tantissima gente. È praticamente impossibile prendere i numeri e poi
essere scelti... Ah, scusami. Hallo?
Lo spettacolo, più tardi, si
rivela un misto di pièce teatrale e psicoterapia di gruppo, durante il
quale il multimediale, poliedrico e
visionario Jodorowsky, solo sul palcoscenico, crea spazi immaginari attraverso
l’uso delle sue mani da mimo, e parla, cammina, racconta, legge i tarocchi,
interloquisce con il pubblico per più di un’ora, su un tema da lui scelto. Le persone in sala seguono gli eccessi
verbali dell’artista psicomago, come
lui ama definirsi, in un clima di autentica partecipazione, tra momenti di
stupore e scetticismo. Jodo consiglia di azzerare l’abitudine per smettere di
soffrire, dice che la poesia può aiutare a svelare ciò che l’ abitudine
nasconde perché ci permette di meravigliarci ancora. E continua dicendo: -La poesia è verità che non
conosce nessuno. […] .Questa è la verità della poesia: l'amore.[2] Poi, cita alcuni suoi pensieri e qualche verso:
[…] amore in cui l’individuo perde il
desiderio di possedere la sua esistenza apparente e si dedica con fervore a far
diventare l’altro il simbolo dell’infinito e dell’eterno: gli conferisce cioè
le mitiche qualità del Tutto.
[…]
Solo
allora mi immergo nelle tue acque celestiali
e lo spazio indugia
fino a che muore il tempo
e la coscienza nella
mia materia è un dio indifferente
e l’attore e lo spettatore sono una stessa
ombra
e nella fortezza mentale si apre un abisso
verde
lì tu sola ci sei tu
sempre tu definitivamente tu
vergine di carne in
cui mi si è dissolta l’anima
luce rossa sangue
dell’alba.
Zoé cerca di capire cha
cosa vuol dire il vecchio poeta: ‘Qui sembra parlare dell’Amore come impotenza
meravigliosa,con i versi che paiono organizzati sul gioco degli
opposti/complementari: spazio e tempo,
indugiare e muoversi, coscienza e materia,ricchi di ripetizioni e splendide
metafore. Forse, una preghiera d’amore rivolta a una Vergine Madonna, stella
purpurea del mattino: Lei, unica certezza in uno spazio e in un tempo i cui
confini si sono assottigliati sino a fondere insieme e confondere tutto; il
corpo si annulla e la mente è sull’orlo dell’orrore. Ma, forse, no: questa vergine è di carne. Assorbe l’anima di chi l’ama e, nella sua unione con
l’amato, svela il mistero della vita. Chissà Bertrand che ne pensa?’
Poi, Jodo continua con:
Poco a poco[4]
Poco a poco stai entrando nella mia assenza
goccia a goccia riempiendo la mia coppa vuota
là dove sono ombra non smetti di apparire
perché soltanto in te le cose si fanno reali
allontani l’assurdo e mi dai un senso
ciò che ricordo di me è quello che sei
giungo alle tue sponde come un mare invisibile
goccia a goccia riempiendo la mia coppa vuota
là dove sono ombra non smetti di apparire
perché soltanto in te le cose si fanno reali
allontani l’assurdo e mi dai un senso
ciò che ricordo di me è quello che sei
giungo alle tue sponde come un mare invisibile
… mentre Zoé, che non perde una parola,
continua a pensare: ‘Sì, proprio così, parla della presenza dell’amata che lentamente
restituisce un senso, riempie il vuoto
di chi l’ama, poiché rappresenta il principio di realtà contrapposto all’assurdità del vivere. Così
importante da rappresentare non solo il presente, ma anche il passato dei
ricordi. L’uomo è, dunque, un “mare invisibile” che si realizza soltanto
nell’incontro con la donna-terra,
solida, forte. L’invisibilità del vuoto (coppa –ombra -assurdo) si contrappone
al pieno (goccia –apparizione -senso),
come la pienezza del cuore al vuoto claustrofobico della mente.’
‘L’amore... - pensa, poi, Zoé quasi persa in
una rêverie - Cosa ha detto, poco fa,
Jodo dell’Innamorato dei tarocchi?... “È
il sole bianco che illumina tutti i personaggi... è quello che prova la gioia
di esistere e la gioia perché
l’altro esiste... vive nell’estasi.. tutto gli procura felicità …”. Ecco, sì. Proprio così: la sensazione di
rinascere in ogni attimo...’
[1] Alejandro Jodorowsky, regista, sceneggiatore,
drammaturgo e scrittore cileno, nasce a Tocopilla da una famiglia di profughi
ebrei ucraini, nel 1929. A Parigi, negli anni ‘60, con Fernando Arrabal e
Roland Topor fonda il Movimento Panico, d’ispirazione post-surrealista. Diviene
assistente e poi collaboratore del grande mimo Marcel Marceau; negli anni ’80,
ha collaborato con l’autore di fumetti Moebius per la rivista Metal Hurlant e, recentemente, con Milo
Manara. Dal marzo 2006, tiene su XL, magazine
mensile de La Repubblica, una rubrica di Psicoposta.
[2] Cfr intervista a A.Jodorowsky di Claudio Rocchi,
stranamente n°1/febbraio 2004, www.jubaleditore.net .
[3]
A. Jodorowsky, da “La scala
degli angeli (Un’arte di pensare)”, in “Solo de amor – poesie”, traduzione di A. Bertoli,
collana Citylights Giunti ed., 2006; pag.39
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