lunedì 6 agosto 2012

BOMBE SU ALEPPO



Mentre continuano a piovere le bombe su Aleppo, Damasco e Hama, ecco i versi di due poeti legati alla Siria.
I primi sono di Adonis[1], il poeta siriano-libanese, mistico, pensatore e filosofo, che è riuscito a fondere la poesia classica araba, la tradizione greca e biblica con le innovazioni occidentali.
"Scrivo poemi per esprimere la felicità, per la gioventù araba che ha creato questa primavera"  ha scritto Adonis, pseudonimo dell'artista ottantaduenne Ali Ahmed Saïd Esber, che con la scelta di questo nome ha voluto esprimere un’ idea di rinnovamento spirituale[2]. Quelli che seguono sono alcuni suoi versi d’amore, tumultuosi:
 
3. Stanza, quant’è oscura – la luce splendente!
Crepuscolo non radioso né buio.
Stanza - abisso. Ecco le onde levarsi

E i guanciali impazzire.
Il letto striscia su sé stesso, mette le ali,
la gola sospira- senza parole.
Stanza -abisso  le nostre membra
 Sono vascelli naviganti.[3] 

Come molti poeti mediorientali, Adonis  vive in esilio e è -da sempre- uno dei principali oppositori di Assad.  Non è, infatti,  soltanto un grande poeta e intellettuale, ma è anche promotore delle libertà democratiche e dell' emancipazione della donna. E’, infatti, da sempre conosciuto per la sua libertà di pensiero e per la sua profonda adesione ai modelli culturali  della società aperta. Dunque, avversario della dittatura siriana, ma anche di chi, tra gli oppositori al regime, fa riferimento al radicalismo religioso. In una sua vecchia intervista, esplicitamente dichiarava di non voler “[…]combattere un dispotismo per sostenerne un altro".
 Quando, all’inizio di giugno di quest’anno, i ribelli siriani hanno emanato una fatwa contro di lui, Adonis è rimasto in silenzio nel suo studio parigino, ma non sono tardate le reazioni dal mondo della cultura. 150 intellettuali si sono subito mossi in sua difesa contro la campagna di odio diffusa on line da una parte dell’opposizione siriana, che, tramite la fatwa, lo ha condannato a morte, perché accusato di "rinnegare la tradizione islamica" scegliendo uno pseudonimo ispirato a un dio pagano, di "abbracciare l'empia modernità" per il suo impegno a conciliare Oriente e Occidente e di essere un artista "decadente e immorale”, poiché tale è la poesia per chi distrugge le tombe dei poeti in Arabia e in Afghanistan.
Ma la poesia per Adonis  è ben altro: "[…] è un atto senza principio né fine. In realtà si tratta di una promessa di un inizio, un eterno inizio.” [4] Ed ecco come ci spiega il processo attraverso il quale si origina la poesia:
23.La poesia beve l’acqua di vita, ma
Da sorgenti sommerse
Nelle piaghe del corpo.
Così la decanto
E canto per lei:
si avvicina, discende, iniziazione, dono.[5]

Adonis ha esaminato criticamente i problemi del Medio Oriente, ma come poeta non è interessato a commentare temi socio politici contemporanei. Quando riflette sull’esilio, è perché questo a lui sembra la condizione naturale del poeta arabo, la cui stessa lingua è nata fuori dalla propria terra. Per Adonis anche la censura, l’espulsione, l’intolleranza, la prigione sono forme di esilio e la poesia per sua natura è libera.

Anche Maram Al Masri[6] , poetessa nata in Siria nel 1962, con le sue poesie fatte  “di  immagini vivide come schegge, espresse in brevi versi liberi  e con finali ironici e stranianti” ci comunica questo stesso desiderio di libertà.

73. Sospesa
 come particelle d’aria
sul tuo cappotto
come una goccia d’acqua sulla punta
del tuo mento
come un ragno tra vuoto e vuoto
come un destino
tra le labbra di Dio.’ 

       “[…] versi ossessivi e dolci allo stesso tempo, carichi di erotismo, “[…]  un linguaggio semplice che sembra ingenuo ma non lo è. La disperazione, la passione che  sta dietro alla scelta di  queste parole le rende esplosive nell’amarezza del disincanto. E gli oggetti che cita [...] sono cose da nulla, di tutti i giorni, […] che diventano piene di significato. Come una denuncia di corpi di reato.’ […]
      Il grande poeta Adonis  […] ha detto di amare due cose della poesia di Maram. La prima è quella di aver saputo dare un linguaggio a tutti gli aspetti della sua femminilità, la seconda di aver usato una scrittura che pare organica, quasi scritta da e con il proprio corpo. È uno stile forse comune ad altre giovani poetesse arabe, così come le tematiche più frequentemente affrontate da Maram: l’amour fou e l’abbandono, la nostalgia e lo sradicamento, ma, quando la ascoltiamo [ durante i reading] , il suo corpo e la sua poesia sono una cosa sola.” [7]
(isabnic2012)


[1] Adonis, pseudonimo di Alī Ahmad Sa'īd Isbir ,  è un poeta, traduttore e saggista libanese di origine siriana, attivissimo nel dibattito politico-culturale. Insieme al poeta iracheno al-Sayyāb e al palestinese Ğabrā Ibrāhīm Ğabrā è tra i fondatori del gruppo Tammuzi, dal nome della divinità babilonese, simbolo di volontà di rinascita della culturale araba. Il progetto è quello di rileggere tutto il patrimonio letterario islamico e quello del Vicino Oriente antico in una chiave non nazionalistica o religiosa, ma di apertura alla modernità. L'opera di Adonis, più volte candidato al Premio Nobel per la letteratura, è stata tradotta in molte lingue e ha ottenuto molti riconoscimenti ufficiali. (Wikipedia)
[2] Adonis è il dio fenicio della rinascita, dal cui sangue a primavera rispuntano i fiori.
[3] Adonis, Stanza quanto è […], in ”100 poesie d’amore”, Guanda, 2007.
[4] Adonis, da Preface, 1992.
[5] Adonis, La poesia beve […], da “100 poesie d’amore”, op.cit.
[6] Maram Al Masri(1962), poetessa e scrittrice siriana; vive a Parigi.
[7] MG Bruni e I Nicchiarelli, antologia-racconto di poesie d’amore del Novecento e oltre, 2011.

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