Mentre continuano a piovere le
bombe su Aleppo, Damasco e Hama, ecco i versi di due poeti legati alla Siria.
I primi sono di Adonis[1],
il poeta siriano-libanese, mistico, pensatore e filosofo, che è riuscito a
fondere la poesia classica araba, la tradizione greca e biblica con le
innovazioni occidentali.
"Scrivo poemi per esprimere
la felicità, per la gioventù araba che ha creato questa primavera" ha scritto Adonis, pseudonimo dell'artista
ottantaduenne Ali Ahmed Saïd Esber, che con la scelta di questo nome ha voluto
esprimere un’ idea di rinnovamento spirituale[2].
Quelli che seguono sono alcuni suoi versi d’amore, tumultuosi:
3. Stanza, quant’è oscura – la
luce splendente!
Crepuscolo non radioso né buio.
Stanza - abisso. Ecco le onde
levarsi
E i guanciali impazzire.
Il letto striscia su sé stesso,
mette le ali,
la gola sospira- senza parole.
Stanza -abisso le nostre membra
Sono vascelli naviganti.[3]
Come molti poeti mediorientali,
Adonis vive in esilio e è -da sempre- uno
dei principali oppositori di Assad. Non è,
infatti, soltanto un grande poeta e
intellettuale, ma è anche promotore delle libertà democratiche e dell'
emancipazione della donna. E’, infatti, da sempre conosciuto per la sua libertà
di pensiero e per la sua profonda adesione ai modelli culturali della società aperta. Dunque, avversario della
dittatura siriana, ma anche di chi, tra gli oppositori al regime, fa
riferimento al radicalismo religioso. In una sua vecchia intervista,
esplicitamente dichiarava di non voler “[…]combattere un dispotismo per
sostenerne un altro".
Quando, all’inizio di giugno di quest’anno, i
ribelli siriani hanno emanato una fatwa
contro di lui, Adonis è rimasto in silenzio nel suo studio parigino, ma non sono
tardate le reazioni dal mondo della cultura. 150 intellettuali si sono subito mossi
in sua difesa contro la campagna di odio diffusa on line da una parte dell’opposizione siriana, che, tramite la fatwa, lo ha condannato a morte, perché
accusato di "rinnegare la tradizione islamica" scegliendo uno
pseudonimo ispirato a un dio pagano, di "abbracciare l'empia
modernità" per il suo impegno a conciliare Oriente e Occidente e di essere
un artista "decadente e immorale”, poiché tale è la poesia per chi distrugge
le tombe dei poeti in Arabia e in Afghanistan.
Ma la poesia per Adonis è ben altro: "[…] è un atto senza
principio né fine. In realtà si tratta di una promessa di un inizio, un eterno
inizio.” [4]
Ed ecco come ci spiega il processo attraverso il quale si origina la poesia:
23.La poesia beve l’acqua di
vita, ma
Da sorgenti sommerse
Nelle piaghe del corpo.
Così la decanto
E canto per lei:
Adonis ha esaminato criticamente
i problemi del Medio Oriente, ma come poeta non è interessato a commentare temi
socio politici contemporanei. Quando riflette sull’esilio, è perché questo a
lui sembra la condizione naturale del poeta arabo, la cui stessa lingua è nata
fuori dalla propria terra. Per Adonis anche la censura, l’espulsione, l’intolleranza,
la prigione sono forme di esilio e la poesia per sua natura è libera.
Anche Maram Al Masri[6] , poetessa nata in Siria nel 1962, con le sue poesie fatte “di
immagini vivide come schegge, espresse in brevi versi liberi e con finali ironici e stranianti” ci comunica questo stesso desiderio
di libertà.
73. Sospesa
come particelle d’aria
sul tuo
cappotto
come una
goccia d’acqua sulla punta
del tuo mento
come un ragno
tra vuoto e vuoto
come un
destino
tra le labbra
di Dio.’
“[…] versi ossessivi e dolci
allo stesso tempo, carichi di erotismo, “[…]
un linguaggio semplice che sembra ingenuo ma non lo è. La disperazione,
la passione che sta dietro alla scelta
di queste parole le rende esplosive
nell’amarezza del disincanto. E gli oggetti che cita [...] sono cose da nulla, di tutti i giorni, […] che diventano piene di
significato. Come una denuncia di corpi di reato.’ […]
Il grande poeta Adonis […] ha detto di amare due cose della poesia
di Maram. La prima è quella di aver saputo dare un linguaggio a tutti gli
aspetti della sua femminilità, la seconda di aver usato una scrittura che pare
organica, quasi scritta da e con il proprio corpo. È uno stile forse comune ad
altre giovani poetesse arabe, così come le tematiche più frequentemente
affrontate da Maram: l’amour fou e
l’abbandono, la nostalgia e lo sradicamento, ma, quando la ascoltiamo [ durante i reading] , il suo corpo e la
sua poesia sono una cosa sola.” [7]
(isabnic2012)
[1] Adonis,
pseudonimo di Alī Ahmad Sa'īd Isbir , è
un poeta, traduttore e saggista libanese di origine siriana, attivissimo nel
dibattito politico-culturale. Insieme al poeta iracheno al-Sayyāb e al
palestinese Ğabrā Ibrāhīm Ğabrā è tra i fondatori del gruppo Tammuzi, dal nome
della divinità babilonese, simbolo di volontà di rinascita della culturale
araba. Il progetto è quello di rileggere tutto il patrimonio letterario
islamico e quello del Vicino Oriente antico in una chiave non nazionalistica o
religiosa, ma di apertura alla modernità. L'opera di Adonis, più volte
candidato al Premio Nobel per la letteratura, è stata tradotta in molte lingue
e ha ottenuto molti riconoscimenti ufficiali. (Wikipedia)
[2] Adonis è
il dio fenicio della rinascita, dal cui sangue a primavera rispuntano i fiori.
[3] Adonis, Stanza quanto è […], in ”100 poesie d’amore”, Guanda, 2007.
[4] Adonis,
da Preface, 1992.
[5] Adonis, La poesia beve […], da “100 poesie d’amore”, op.cit.
[6] Maram Al Masri(1962), poetessa e scrittrice siriana; vive a Parigi.
[7] MG Bruni
e I Nicchiarelli, antologia-racconto di poesie d’amore del Novecento e oltre,
2011.
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