Sdraiarsi
a inalare d’idrocarburi l’aria densa solare di terrazzo
condominiale
dominare
dall’alto superfici sconfinate di spazio cittadino svuotato
d’estate
contemplare
tra canne fumarie
il grigio a regresso infinito di saracinesca stanca serrata
allinearsi eterno d’alluminio
il blu reiterato a esercito dei parcheggi desolati sotto
casa
desiderare d’essere soli
distinguere di sguardo a perdifiato fino al limine distante
dei Castelli
fino alle sagome di San Giovanni
ricordare luoghi altri talvolta disposti agli antipodi del
mondo
odiare di dolce sentirsi avvinghiati
cullati a cantilena
tra i cassoni dell’acqua
gli escrementi secchi di cornacchia i residui luridi
evidenti di vento
il ronzio ipnotico di condizionatore
percepirsi eroe sfranto da memorie militanti
consci lasciarsi ingannare dal prisma iridescente d’idioma
di madre
sperare soltanto che il mese non passi
che il minutaggio spietato sia clemente
attendere sonnolenti spazio-tempo sospeso
le armate roboanti di settembre.
Emilio Smunti,2016
Emilio Smunti,2016
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