RAMIRO
OVIEDO E LA TERRA-DONNA A CUI NON SI PUO’ FAR MALE
La tierra es mujer, a veces
[...]
Para
que diga sí.
Hay
que amarla. y mucho
Y cada vez más
Sin que nada en ella se consuma.
Y cada vez más
Sin que nada en ella se consuma.
La
terra è donna, a volte
[…]
Perché
dica sì,
devi
amarla e molto
e
ogni volta di più
senza
che nulla si rovini in lei.
Questi versi di Ramiro
Oviedo sono tratti da “Los poemas del Coronel Buendìa”(2007). La raccolta è un esplicito omaggio a Garcìa Màrquez e alla
sua narrazione della miseria umana, alla sua capacità di rendere universale la
vita di una piccola porzione di mondo, mentre critica il potere e racconta
l’amore e la morte. La raccolta di Oviedo è un misto di poesia, narrazione e cronaca. Le sue poesie sono chiaramente
ispirate al personaggio di Aureliano Buendìa di “Cento anni di Solitudine”, l’eroe
delle 32 sconfitte che sceglie la lotta rivoluzionaria dopo esser stato
testimone di una frode elettorale. Sono proprio queste sconfitte che hanno
sedotto il poeta ecuadoriano che le vuole ricordare attraverso le sue 33 poesie. Talvolta falsando
il testo d’ispirazione, per pura simpatia nei confronti del Colonnello Buendìa,
eterno perdente, per il quale questo libro di poesie diventa l’ unica possibile
vittoria.
Ramiro Oviedo è nato nel 1952, a Chambo, in Ecuador. Ha dapprima vissuto e lavorato a Quito, “un mago en travestì/[…]/ città Miss Mondo/ turista di sé stessa”, per poi trasferirsi in Francia dove vive dal 1987. È professore di Letteratura Ispano-Americana presso l’Université du Litoral, a Boulogne Sur Mer, e alterna la scrittura di poesie all’organizzazione di conferenze e incontri di scrittori ispanofoni e francofoni. Ha pubblicato molte raccolte di poesie e racconti, tra cui Serpencicleta (1995); Esquitofrenia (2000); Escanner (2005).
In francese: Hiéroglyphe (1997); Semaine Sainte (1998); Fanesca (1999); La nature se méfie de la vitesse
(2001); Les poèmes du Colonel (2002),
Premio Trouvères 2002 e Claude Sernet 2004, pubblicato
da CCE ( Quito), con il titolo di « Los
poemas del coronel Buendía » (2007). Alcune sue opere appaiono
nell’antologia virtuale degli scrittori ispano-americani nel sito
www.palabra
virtual.com
In un incontro a Madrid, nella Casa de America nel 2009,
insieme ad altri scrittori migranti si
era a lungo parlato di quanto ciascuno di loro era ancora ossessionato dai
fantasmi del passato e dalla difficoltà
di prender coscienza dei propri sentimenti contraddittori rispetto al
proprio paese d’origine. Ramiro Oviedo parlò, allora, dell’amore-odio legato
all’atto dell’andarsene. Il suo punto di riferimento, Quito, diventa in Esquitofrenia 1 “… un’imperfetta
geometria/con i debiti pendenti./Passa un taxi contromano/ con l’autista
ubriaco fino al midollo/[…]”.
Con ironia, Oviedo
guarda con distacco l’ Apocalisse del mondo
come se fosse “ un incontro heavy
metal, un Woodstock 2008, made in China, pieno di carne gotica”. L’occhio che
diventa parola scruta il mondo, ne elenca i mali, coglie le perversioni del
capitale nel rapporto tra la natura e la cultura. In Gli effetti della Borsa sulla
poesia, da “ Frammenti di Maleta de Mano”, il
poeta dichiara:
Non
ho niente in Borsa né alla Banca Centrale
[…]
Quando
non si hanno azioni in Borsa né
Nella Banca di Londra
Non
si ha voce né voto nel rialzo del dollaro
E
si è più portati al ribasso del testosterone.
[…]
mai mi
interessò sapere a quanto stava il dollaro
né il barile
di petrolio.
Ho preferito
fermarmi a contemplare un bel culo
La scheggia
delle stelle in frantumi
[…]
(isabnic2015)
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