Mutatis Mutandis
Mutatis Mutandis è il titolo
della mostra personale che Veronica Montanino presenta alla Dorothy Circus
Gallery dal 3 ottobre al 28 ottobre 2014. La giovane artista vanta un percorso
di tutto rispetto, nel corso del quale ha partecipato alla 54° Esposizione
Internazionale d’Arte di Venezia e ha realizzato importanti interventi, come
quelli a palazzo Collicola a Spoleto, palazzo Capitani ad Ascoli Piceno, al
Maam di Metropoliz a Roma, alla Casa dell’Architettura sempre a Roma.
In questa occasione, espone
pitture acriliche su tele in pvc e plexiglas e oggetti di design.
Coloratissimi e intricati, i
dipinti di Veronica Montanino. sono dei veri microcosmi e, in quanto tali, non
hanno confini. In questa mostra accattivante, essi risultano dal ritaglio di un
magma continuo entro lo spazio della tela, ma la loro specifica potenzialità è
quella di espandersi dovunque. E’ per questo che l’artista si è prodotta, nel
corso della sua carriera, in una serie di importanti interventi “site specific”,
nei quali le sue minuziose tessiture seguono la naturale vocazione a dilagare
su pareti, arredi ed oggetti. Il risultato è insieme un effetto di gioia e di
ricchezza e il lavoro raffinato che lo produce non scade mai nella ripetizione
e anzi rilancia in ogni frammento l’intensità cromatica e la finezza floreale
del disegno.
Tutta l’esperienza di Veronica
Montanino ha tra l’altro il merito di ricondurci ad un problema dell’arte, ma
anche della storia, che oggi si pone spesso, anche in relazione alla street art
e che riguarda la decorazione e il piacere che ne possiamo ricavare. Nel nostro
caso, la gradevolezza dell’immagine è garantita, poiché le tracce di figure
riconoscibili si fanno sempre più labili nell’intreccio della trama e, dal
momento che tendono quasi a scomparire, lasciano il posto all’armonia della
tessitura, che si rivela estremamente piacevole e, per certi versi, indipendente
dal significato degli oggetti che vi sono implicati. E poiché si tratta di una
tessitura di carattere floreale e in definitiva naturalistico, abbiamo la
sensazione che l’arte si sia trasformata in natura, come suggerisce
l’interessante introduzione di Giorgio de Finis e che tutto quello che
essa rappresenta sia esente da ogni tipo
di giudizio, in quanto ciò che è naturale non può che essere com’è.
Si potrebbe dedurre, da
queste considerazioni, che la piacevolezza di una pittura tendenzialmente decorativa
implichi una certa superficialità e che in tal caso l’abitudine al sovrapporsi
delle immagini, dovuta alla velocità e alla pervasività liquida dei nuovi media,
ci induca a non riflettere troppo sul flusso di informazioni che consumiamo
ogni giorno. Naturalmente non è così e,
per convincersi, basta ripensare al ruolo che la pittura “decorativa” ha avuto
nella storia. Se la fioritura della decorazione gotica rimandava alla bellezza
della creazione divina e poneva il problema lacerante e paradossale della
presenza in essa del mostruoso, quella, più vicina a noi, dell’Art Nouveau
europea, si poneva coscientemente come antimonumentale e moderna, ma con una
vena di nostalgia che tradiva un sospetto di irrealizzabilità. E sarebbe ancora
più interessante sondare il senso profondo della decorazione metropolitana di
Keith Haring, che l’ha intesa, ironicamente, come voluta dispersione, nella
magia della trama, di temi sociali controversi se non addirittura
drammatici.
Prediligere nella pittura
una certa inclinazione decorativa non vuol dire, dunque, scegliere il piacevole
al posto del bello, per usare una terminologia kantiana, e gli esempi che tra i
tanti abbiamo citato stanno lì a dimostrarlo. Il lavoro di Veronica Montanino
si colloca in questa scia e ci aiuta a
comprendere il problema, che non è certamente un problema da poco. (Filippo Davvero2014)
Mutatis Mutandis
di Veronica Montanino
Dorothy Circus Gallery
Via dei Pettinari 76 Roma
06 7021479
tutti i giorni dalle 10.30 alle 18.00 (controllare sul sito!!)
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