lunedì 21 marzo 2022

"La persistenza" (titolo provvisorio), 2022 : incipit.

 








Ecco l'inizio di "La persistenza". Namdig si presenta per raccontare la sua storia:

" Sono Namdig O’Connor, umano al 100%, irlandese per padre e orientale per madre. Erano tutti e due gran narratori di storie, ciascuno a modo suo: mio padre cantava romanze, vecchie ballate, cantava d’amore e di morte con una voce meravigliosa – almeno così dicevano in molti; mia madre, invece, disegnava mostri e mondi lontani che diventavano storie animate. Non sono mai stato così bravo come loro, e mi sono occupato d’altro, ma sono stato in questi ultimi anni più che testimone di qualcosa che vorrei raccontarvi perché parecchie cose, a pensarci bene, mi sembrano ancora oggi poco chiare e comprensibili.

Da qualche anno lavoravo sulla Luna e vivevo in una di quelle abitazioni in multiproprietà degli anni Sessanta, costruite in regulite e polveri da robot telecomandati, come andava in quel periodo. Non rappresentavano certo le costruzioni più moderne presenti nel mercato ma erano confortevoli e abbastanza vicini alla Stazione Lunar Grand Central, l’area più mondana che quel vecchio satellite grigiastro potesse offrire con quel via vai di arrivi e partenze verso destinazioni lontane. Da lassù, dalle mie finestre, era malinconico guardare la Terra, ridotta quasi a una bolla blu immobile per la rotazione sincrona, ma qualche volta poteva capitare di scorgere -addirittura! - la rotazione dei continenti attraverso lo schermo fluttuante delle nuvole. Prima o poi sarei tornato laggiù - mi dicevo- anche se la maggior parte della gente ne fuggiva via. Ci si sentiva isolati e depressi sulla Luna, e non ero il solo a provarlo: insomma, era un po’ come vivere in provincia. Tutte le comodità a portata di mano, ma lontano dalle megalopoli terrestri dove avevo vissuto prima, dal loro movimento, dal rumore, dalle infinite possibilità, all’adrenalina continuamente sollecitata mi sembrava di buttare via la vita. In realtà, le occasioni di divertimento e di compagnia non mancavano: i Seleniti erano tutti giovani e, per quanto mi era capitato di vedere e sperimentare, tutti maledettamente belli. Dovevano aver operato una certa selezione tra i Terrestri da inviare a popolare il satellite!

Mi sono sempre chiesto come dovevo apparire loro… No, non considerate la mia testa calva di adesso e gli occhi sigillati da metallo dietro le lenti scure: allora avevo ancora una folta chioma di capelli rossi ereditati da mio padre e gli occhi allungati di mia madre che mi davano un’aria stravagante, accompagnata da un generale disordine del vestiario. Il punto è che quando ci sono i periodi di gran lavoro, la chiusura e la consegna dei progetti faccio da sempre fatica a star dietro alla mia manutenzione. Lavorare sotto i robot-ingegneri del Team 2 mi produce ansia: meglio, molto meglio lavorare con i Terrestri con cui ci si può sempre accordare. Cosicché, quando mi avvisarono che sarebbe arrivata dalla Terra una microbiologa con la quale avrei dovuto lavorare, ne fui davvero lieto. [...]
©isabnic2022

domenica 5 dicembre 2021

SANDRA CISNEROS a Più libri più liberi 2021


"Il mondo attraverso una finestra. La libertà sognata in Mango Street" è il titolo dell'incontro virtuale tra Sandra Cisneros e Marino Sinibaldi che si terrà l'8 dicembre 2021 alle 15,30 (Sala Luna) nell'ambito del Festival Più Libri Più Liberi. La poetessa e narratrice torna in Italia per La Nuova Frontiera, la casa editrice che insieme a Guanda pubblicò le sue prime opere e il suo ormai classico "La casa di Mango Street", 1984.[*]


da "326 poesie dal mondo per una storia d'amore" di MG Bruni e I Nicchiarelli, 2015, 'A spasso per Manhattan', III parte:

La sua storia[1]

 

Sono nata sotto una stella storta

Così mio padre dice.

E questo spiega forse il suo dolore.

 

Una figlia unica

che nessuno cerca

che nessuno fa fuggir di casa

 

È un destino antico.

Un tratto di famiglia che facciamo risalire

a una prozia di cui nessuno parla.

 

Il suo peccato era la bellezza.

Visse da signora.

Morì in solitudine.

 

Poi c’è

la cugina con la famosa

come posso dire

professione

 

fuggì col colonnello.

E subito dopo

Il libro paga dell’esercito.

 

 Ah naturalmente

La madre di mia nonna

Che morì di un maleficio.

Ce ne sono altre.

 

Per esempio,

mio padre spiega,

nelle carte messicane

una ragazza con ambedue i miei nomi

fu arrestata per crimini efferati,

che iniziò disubbidendo ai vecchi

 

inoltre e qui fa pausa

il cubano che gli vende le scarpe

dice di aver conosciuto pure lui una Sandra Cisneros

che fu tre volte vedova.

 

         Sandra Cisneros ha dichiarato di aver scritto ,“meticolosamente, ogni pagina come una poesia” e “lavorato per riprodurre in inglese il fraseggio, il lessico, la sintassi dello spagnolo parlato. – ma aggiunge -[…] molta poesia raffinata viene da indigeni analfabetos.[2]  Anche  la sua poesia del desiderio e della passione nasce dalla rabbia, da “l’anima di un grido del cuore”e il detonatore del desiderio scoperchia uno spazio interiore segnato da eroina, leggende, ricordi. L’elenco di nomi incisi nel profondo rivela la sua vera natura di donna pre-colombiana, colonizzatrice e colonizzata, immigrante e chicana:

 

Tiri fuori da me la Messicana[3]

 

Tiri fuori da me la Messicana

 

La spessa oscura spirale accucciata.        
L’anima di un grido del cuore.
La bile amara.
Le tequila l
ágrimas per tutto il sabato

 

fino alla domenica della  settimana dopo.

 

Sei quello  per cui abbandonerei gli altri amori,                                             
a cui cederei la mia casa di donna sola.
A cui lascerei bere il vino rosso a letto,
anche sulle mie vecchie  lenzuola con i merletti
Forse. Forse.

 

Per te.

 

Tiri fuori da me la Dolores del Rio[4].

Da me lo Spitfire[5] messicano.

Da me i nudi  navajas[6], luccichio e passione.

Da me il finimondo e  il trescone.

Da me,  il lustrino di metallo.

Da me, l’aquila e il serpente.

Da me, le trombe mariachi[7] del sangue.

Da me, l’amore azteco per la guerra.

Da me, la feroce ossidiana della lingua.

Da me, la berrinchuda, bien –cabrona[8].

Da me, la curiosità di Pandora.

Da me, la morte e la distruzione pre-colombiana.

Da me, il disastro delle foreste pluviali, la minaccia nucleare.

Da me, la paura dei fascisti.

Sì, tu lo fai. Sì, tu lo fai.

 

Tiri fuori da me la colonizzatrice.

Da me, l’olocausto del desiderio.

Da me, il terremoto di Città del Messico ’85.

Da me, Popocatepetl/lxtaccìhuatl[9].

Da me, l’onda di marea della recessione.

Da me, l’Agustìn Lara[10] disperatamente romantica.

Da me, i barbacoa taquitos[11] della domenica.

[…]

Sono malvagia. Sono l’oscena dea Tlazoltéotl[12].

Sono io che ingoio peccati.

La dolce depravazione. Tiri fuori

da me la squisitezza primordiale.

Da me, l’ossessione crudele.

Da me, il peccato corporale e veniale.

Da me, la trasgressione originale.

Rosso ocra. Giallo ocra. Indaco. Carminio.

Piñón[13]. Coppale. Segale bianca[14]. Mirra.

Tutti i santi, benedetti e terribili.

Virgen de Guadalupe[15], diosa Coatlicue[16],

Vi  invoco. 


Quiero ser tuya. Solo tua. Solo tu.
Quiero amarte. Atarte. Amarrarte
[17].
Ama il mio modo messicano di amarti. Lascia                
che te lo mostri. Ama il solo modo in cui so


come si fa.





*Sandra Cisneros nasce a Chicago nel 1954, da padre messicano e madre chicana. Insegnante nelle scuole superiori, ha tenuto corsi di scrittura creativa e un ciclo di conferenze all’università di Berkeley, California. Numerosi i riconoscimenti alla sua attività di saggista, di narratrice, di poeta. In Italia, oltre all’antologia Sotto il quinto sole, Fabbri,1996, a cura di Franca Bacchiega, Guanda e La Nuova Frontiera hanno edito i suoi romanzi “La casa in Mango street”, “Fosso della strillona” e “Caramelo”. È una dei maggiori scrittori chicani, portavoce di spicco degli immigrati messicani negli USA. Nel 2016 ha ricevuta dal Presidente Barack Obama la Medal of Arts. il più alto riconoscimento artistico del governo degli USA. Cisneros si presentò 'vestita con l'abito tradizionale delle donne Oaxaca e una collana con  appese le foto dei genitori e l'immagine della Vergine di Guadalupe, una dichiarazione della sua appartenenza al continente americano dal nord al sud.

 [1] Sandra Cisneros,”La sua storia”, da  My wicked, wicked ways, 1987, in Sotto il quinto sole, op. cit.

[2] Intervista a Sandra Cisneros, a cura di Alessandro Portelli, ‘Nelle mie storie vive una Eva chicana’, su Il manifesto, 31/10/2004, in occasione della pubblicazione in Italia del romanzo  Caramelo (2002), ’narrato in un inglese che presta orecchio alla poesia’.

[3] Sandra Cisneros,” Tiri fuori da me…,” dalla  sua terza raccolta di poesie, Loose Woman: poems,   Kopf Publishing Group, 1994. Trad. di Isabella Nicchiarelli.

[4] Dolores del Rio (1905-1983), affascinante attrice messicana, protagonista di film hollywoodiani di avventura degli anni ’20-’30.

[5] Il termine viene usato per indicare una “persona focosa”; il riferimento è al piccolo aereo caccia inglese, monoposto  e monomotore, che offrì un contributo decisivo durante la battaglia d’Inghilterra (1940) contro l’aviazione tedesca.

[6] Coltelli a serramanico

[7] Trombe d’argento dal suono brillante e caldo, tipiche della musica del folklore messicano. È un termine creato dagli Indios Coca nel XXVI sec.; oggi, con la parola mariachi si indicano gruppi musicali, soprattutto originari dal Jalisco State, che usano abbigliamento e repertorio tradizionale messicano.

[8] La cagna buona dal temperamento appassionato.

[9] Popocatepetl è il nome di un vulcano a 70 Km da Città del Messico. Nella mitologia azteca, Popocatépetl era un guerriero che amava la principessa lxtaccìhuatl che gli fu falsamente promessa in sposa e mandato a combattere lontano. Alla principessa venne detto che il suo amore era stato ucciso e lei morì dal dolore. Quando Popocatépetl ritornò e seppe di averla perduta, morì di dolore anche lui. Gli  dei li coprirono di una pioggia di stelle e li trasformarono in vulcani. La montagna Iztaccíhuatl venne chiamata "La donna addormentata" perché ha le sembianze di una donna sdraiata sulla schiena. Lui divenne il vulcano Popocatépetl, che faceva piovere fuoco sulla Terra con furia per la rabbia di aver perduto la propria amata. (da Wikipedia)

[10] Agustìn Lara (1900-1970), compositore, cantante messicano; uno dei più popolari di canzoni di bolero del suo tempo. Famose le sue storie d’amore, tra le quali quella con l’attrice Maria Felix.

[11] Strati di tortillas (piadine) imbottite a scelta e servite con lattuga, pomodori e cipolla.

[12] Nella mitologia azteca è la dea-madre protettrice della fertilità, della sessualità e delle nascite. È definita “mangiatrice di ciò che è sporco”, perché visitava i morenti e accoglieva le loro confessioni. È associata alla luna.

[13] Tipo di albero di pino che cresce in Messico o negli Stati Uniti sud-orientali. Produce pigne commestibili. L’odore fragrante del suo legno bruciato è inconfondibile.

[14] Graminacea perenne, comune nei prati e pascoli.

[15] Nostra Signora di Guadalupe è l'appellativo con cui è venerata la Vergine Maria in Messico, in seguito a presunte apparizioni che sarebbero avvenute nel 1531.Il nome Guadalupe ricorda la trascrizione in spagnolo dell'espressione azteca Coatlaxopeuh, "colei che schiaccia il serpente". A memoria dell'apparizione, sul luogo fu subito eretta una cappella, sostituita poi da un vero e proprio santuario consacrato nel 1622. Infine nel 1976 è stata inaugurata l'attuale Basilica di Nostra Signora di Guadalupe. La Madonna di Guadalupe è venerata dai cattolici come patrona e regina del continente americano. La sua festa si celebra il 12 dicembre.

[16] Il nome significa: “veste di serpente”. Nella mitologia azteca, è la dea del fuoco e della fertilità, madre delle stelle del Sud. Resa feconda da una sfera piumata. Il 13/08/1970 fu rinvenuta a Città del Messico una statua della dea, che oggi è custodita nel Museo Nazionale di Antropologia della città.

[17] “Voglio esser tua. […]/voglio amarti. Stringerti. Legarti a me”. Trad. di Isabella Nicchiarelli.


giovedì 16 settembre 2021

SAN DESIDERIO di gogo (2016)







 Sì, lo so, oggi non è il 24 di maggio, ma l'ho ritrovata tra vecchi appunti del 2016:

                   

                    "SAN DESIDERIO"


Ieri era San Desiderio e gli ho chiesto la grazia.

Voglio scrivere di uomini che ammazzano le donne,

di addestratori militari, di chi telefona in soffitta,

di donne sante e martiri, di Molly e Anna e Emma che parlano d’amore.

Potrei narrare la storia dell’uomo dei violini, o del docente di diritto

con la moglie scomparsa, che amava Hitchkock (lui) e aveva tre bambini

(con lei) in una casa normale di Tolosa. E poi degli sposi paki trucidati

perché le famiglie non erano d’accordo o della donna messa in galera

perché il marito pregava un altro dio.


 Potrei, vorrei scriverne, ma

gli spaghetti stanno per scuocersi! 


Roma, 24 maggio 2016    


*MARTIROLOGIO ROMANO. Presso Langres, in Frància, la passione di san Desidèrio Vescovo, il quale, vedendo che il suo popolo era straziato dall'esercito dei Vàndali, si presentò al loro Re per supplicarlo in favore di quello. Avendo poi il Re ordinato che subito lo scannassero, egli volentieri porse il collo per le pecorelle affidategli, e, percosso dalla spada, se ne volò a Cristo. Patirono insieme con lui anche molti altri appartenenti al suo gregge, i quali furono sepolti presso la medesima città.


lunedì 26 luglio 2021

MATTATOIO 5 di Kurt Vonnegut (Gogo)

 Appunti su una rilettura di "Mattatoio 5"(1966) di Kurt Vonnegut, tradotto da Luigi Brioschi per Feltrinelli, 2007


Mi ha sempre colpito il tono allegro e leggero- fino a infastidirti!- alternato alle frasi di saggezza dell'accettazione: "Così va la vita!" ovvero: più le cose sono orribili, più si accetta e si va avanti, o meglio cambia il tempo, cambia lo spazio ma sempre serenamente, senza farsi coinvolgere più di tanto. Almeno apparentemente.

 Billy Pilgrim, pellegrino del tempo e dello spazio, transita tra avventure, incontri e scontri fisici, incidenti mortali e malattie grazie al suo approccio vitale e ironico-distaccato. Sì, perché essere un buffone, un clown ti rende in un certo modo libero, anche se non felice. In fondo la felicità esiste soltanto nel modo tralfamadoriano di intenderla: c'è quando non c'è morte, quando non c'è paura.

Mancano nel racconto i sentimenti profondi, le grandi emozioni. Solo anestetizzandoli si può continuare a vivere dopo aver osservato da prigioniero dei nazisti la distruzione di Dresda. Quello che rimane sempre solido è il senso di orrore nei confronti della guerra e di odio e disprezzo verso chi la pratica o ne ha fatto il proprio dio.