Il D Lui, supplemento de La Repubblica di ottobre 2018, è così politicamente corretto da destare sospetti e da essere una vera e propria provocazione.
Carta riciclata, pubblicità non aggressiva, molte foto in B/N, molti primi piani di volti piuttosto che zoomate su dettagli del corpo. Le immagini femminili, un tempo leit motif del tipico magazine maschile, sono nel complesso assenti e comunque prive di qualsiasi erotismo. Quelle che ci sono -poche- sono foto in cui le donne appaiono vestite più o meno come l'uomo che le accompagna, sorelle, amiche, senza sorrisi accattivanti ma con sguardi neutri fissi altrove, al di fuori della pagina. Altre figure femminili sono quelle di lavoratrici in divisa, in situazione paritaria tra altri lavoratori.
Le poche coppie che appaiono nelle foto sono per lo più formate da due maschi; in altre foto, due uomini per strada si guardano e si riconoscono, ma per lo più sono immagini di uomini soli, pronti ad affermare sé stessi.
Il racconto del mondo del maschio d'oggi procede attraverso servizi di moda e articoli su società e politica, sport, nuovi e vecchi modelli maschili, interviste, consigli di estetica e salute, appunti di stile tra pubblicità di auto, orologi, abbigliamento sportivo e scarpe.
Quasi al centro del supplemento, l'articolo di Laura Piccinini: " Uomini che parlano di donne", ovvero battute sessiste ai tempi dei social e mitigate da faccine sorridenti, maschi sedicenti femministi, maschi compiacenti.
Ho chiuso la rivista. Ero infastidita e non sapevo bene neanche perchè.
(gogo2018)
