TRE GIORNI PER CONOSCERE
LUCA DE FILIPPO
progetto a cura di Antonella Ottai
Laboratorio/seminario su
uno degli ultimi rappresentanti della tradizione delle famiglie d’arte
Luogo: Vetrerie Sciarra. Aula Levi
Giorni: 20, 21 aprile, h. 19-21; 22 aprile, h. 18-20, 2016
La scomparsa recente di Luca De Filippo ci ha colto tutti di
sorpresa. E anche “intellettualmente” impreparati. Ci si è resi conto
all’improvviso di quanto “straordinaria” fosse la sua presenza nel panorama del
teatro contemporaneo, di quanto il suo lavoro costante e, tutto sommato,
silenzioso, per dare vita alla continuità di una grande tradizione teatrale,
rappresentasse un’eccezione vistosa alle pratiche sceniche del nostro tempo.
Pratiche intese in senso largo: Luca infatti assommava nella sua professione
diversi ruoli: la formazione e la guida della compagnia, la regia,
l’interpretazione, la scelta del repertorio; oltre alla funzione specifica di
impresario, come nella tradizione capocomicale, Luca era attore, metteur en scène, dramaturg. Non ultima fra le sue attività teatrali, c’era
l’amministrazione di una grande eredità, per riuscire ad assicurare al
patrimonio drammaturgico ereditato dal padre un’esistenza internazionale e una
memoria di lunga durata, grazie anche a un attento lavoro editoriale a mezzo
stampa e attraverso l’editoria elettronica. Nei confronti delle nuove
tecnologie Luca De Filippo ha sempre dimostrato una notevole lungimiranza e una
disposizione a sperimentare linguaggi e media diversi, realizzando progetti (o
consentendone la realizzazione) anche al di fuori dell’ambito strettamente
teatrale: dal fumetto alle varie forme di editoria digitale e di diffusione in
rete.
Al di là dell’omaggio che la persona specifica merita per la
qualità della sua attività come per la discrezione e l’intelligenza con cui
l’ha vissuta, lontana dai clamori mediatici, il laboratorio che qui si propone
risponde alla necessità, non soltanto di studiare e di far conoscere
genericamente ai più giovani la peculiarità della tradizione di cui Luca De Filippo
era uno degli ultimi grandi rappresentanti, ma di analizzare invece in modo più
dettagliato di quale lavoro sia intessuta la continuità, quali siano i mestieri
a rischio scomparsa che la tengono in vita, quali minute differenze articolino
la lettura e l’interpretazione dei testi, attualizzandone di volta in volta il
senso; cosa significhi far vivere la memoria – anche ricorrendo alle tecnologie
digitali – di un teatro che è la storia del nostro Novecento. E che tale è
diventato anche grazie all’opera di Luca De Filippo.
Antonella Ottai
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