venerdì 15 aprile 2016

TRE GIORNI PER CONOSCERE LUCA DE FILIPPO, a cura di A.Ottai


TRE GIORNI PER CONOSCERE LUCA DE FILIPPO
progetto a  cura di Antonella Ottai

Laboratorio/seminario su uno degli ultimi rappresentanti della tradizione delle famiglie d’arte


Luogo: Vetrerie Sciarra. Aula Levi
Giorni: 20, 21 aprile, h. 19-21; 22 aprile, h. 18-20, 2016


La scomparsa recente di Luca De Filippo ci ha colto tutti di sorpresa. E anche “intellettualmente” impreparati. Ci si è resi conto all’improvviso di quanto “straordinaria” fosse la sua presenza nel panorama del teatro contemporaneo, di quanto il suo lavoro costante e, tutto sommato, silenzioso, per dare vita alla continuità di una grande tradizione teatrale, rappresentasse un’eccezione vistosa alle pratiche sceniche del nostro tempo. Pratiche intese in senso largo: Luca infatti assommava nella sua professione diversi ruoli: la formazione e la guida della compagnia, la regia, l’interpretazione, la scelta del repertorio; oltre alla funzione specifica di impresario, come nella tradizione capocomicale, Luca era attore, metteur en scène, dramaturg. Non ultima fra le sue attività teatrali, c’era l’amministrazione di una grande eredità, per riuscire ad assicurare al patrimonio drammaturgico ereditato dal padre un’esistenza internazionale e una memoria di lunga durata, grazie anche a un attento lavoro editoriale a mezzo stampa e attraverso l’editoria elettronica. Nei confronti delle nuove tecnologie Luca De Filippo ha sempre dimostrato una notevole lungimiranza e una disposizione a sperimentare linguaggi e media diversi, realizzando progetti (o consentendone la realizzazione) anche al di fuori dell’ambito strettamente teatrale: dal fumetto alle varie forme di editoria digitale e di diffusione in rete.
Al di là dell’omaggio che la persona specifica merita per la qualità della sua attività come per la discrezione e l’intelligenza con cui l’ha vissuta, lontana dai clamori mediatici, il laboratorio che qui si propone risponde alla necessità, non soltanto di studiare e di far conoscere genericamente ai più giovani la peculiarità della tradizione di cui Luca De Filippo era uno degli ultimi grandi rappresentanti, ma di analizzare invece in modo più dettagliato di quale lavoro sia intessuta la continuità, quali siano i mestieri a rischio scomparsa che la tengono in vita, quali minute differenze articolino la lettura e l’interpretazione dei testi, attualizzandone di volta in volta il senso; cosa significhi far vivere la memoria – anche ricorrendo alle tecnologie digitali – di un teatro che è la storia del nostro Novecento. E che tale è diventato anche grazie all’opera di Luca De Filippo.

Il laboratorio affronta, in tre diversi appuntamenti, tematiche diverse, appoggiandosi a testimonianze esterne e ad un cospicuo materiale video, ancora in parte inedito.
Antonella Ottai

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