Quel lavoro in banca Angelo Manzoni lo aveva desiderato per tanto tempo. Non lontano da casa, in uno dei luoghi più belli d'Italia, affacciato sul lungolago di Lecco.
Eppure è proprio lì che Angelo, tenore dilettante, ha respirato la polvere che lo ha fatto ammalare di mesotelioma, il tumore maligno che colpisce chi inala le micidiali fibre d'amianto. Senza saperlo è stato esposto per anni, nel suo quotidiano giro di ronda da custode tra la soffitta e i sotterranei della centralissima Banca Popolare di Lecco. A provarlo un'ispezione dell'Asl, intervenuta solo dieci anni dopo la chiusura della banca per la denuncia dei familiari: ha rivelato come l'amianto in matrice friabile fosse onnipresente in quei locali. Angelo non potrà leggerla perché è scomparso il 20 gennaio, ma questa petizione è dedicata a lui e alle decine di migliaia di italiani che, a loro insaputa, sono esposti alla fibra killer e pagano carissimo questa forzata ignoranza.
Secondo l'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) ogni anno almeno 3000 italiani muoiono di mesotelioma pleurico e malattie asbesto-correlate, e più di mezzo milione di lavoratori dichiara di essere stato a contatto con la fibra.
Il Ministero dell'ambiente, in collaborazione con Inail e Regioni, ha censito 38mila siti contaminati, di cui 35.521 ancora da bonificare. Mancano del tutto i dati della Calabria e quasi del tutto quelli siciliani, perché le due regioni si sono date un piano regionale amianto che ha permesso di avviare il censimento solo l'anno scorso.
C'è bisogno di trasparenza sui dati e sui processi di controllo ambientale, sanitario e di smaltimento degli oltre 30 milioni di tonnellate di amianto nelle sue varie forme.
Wired via Change.org
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