WALTER LOWENFELS O LA POESIA COME LIBERTA’
(Scrivo di Lowenfels perché ho
trovato da qualche parte citata una sua frase Un lettore è un miracolo, due un movimento di massa e questo me
l’ha fatto sentire molto vicino. J
Poi ho cominciato a leggiucchiare qua e là per sapere chi fosse e cosa aveva
scritto. Ecco gli appunti e qualche verso tradotto.)
Un personaggio di quelli
straordinari, Walter Lowenfels. Uno che – si dice- credeva nell’amicizia e nei
giovani ed era sempre pronto a
incoraggiare i nuovi scrittori. In un suo editoriale sul Daily Worker, intitolato La
Mafia della Poesia Bianca, prese di
mira la potente e indiscussa pagina delle recensioni letterarie del NewYorkTimes. Li accusava di non recensire e
pubblicare i nuovi scrittori neri che allora si cominciavano a conoscere grazie
- e soprattutto- alla Dudley Randall’s Broadside Press di Detroit.
Lowenfels era nato nel 1897 e morì nel 1976. Poeta e
giornalista, era membro del partito comunista statunitense. Aveva cominciato a
scrivere poesia dopo il suo servizio militare durante la prima Guerra Mondiale
e grazie all'aiuto finanziario di Lillian Apotheker –la donna che nel 1926
diventò sua moglie e con la quale visse tutta la vita, collaboratrice e compagna
di lotte - curò molte antologie di
poesia e poté pubblicare Episodes&Epistles,
la sua prima raccolta poetica. Era il
rampollo di una ricca famiglia di manifatturieri del burro e aveva cominciato a
lavorare nell’azienda paterna, in considerazione dei risultati piuttosto
deludenti a scuola. Tuttavia, ben presto, decise di abbandonare quella vita protetta
e privilegiata per fuggire con gli altri espatriati in Europa. A Parigi frequenta T.S. Eliot,
Ford Maddox Ford e Henry Miller e nel 1930, insieme all’amico Michael Fraenkel,
fonda la casa editrice Carrefour Press, che divenne subito conosciuta grazie
alla pubblicazione del pamphlet Anonymous:
The Need for Anonymity (Anonimo: la necessità dell’Anonimato). Era un
manifesto, una dichiarazione in cui si esplicitava la necessità di pubblicare
anonimamente le opere al fine di
“evitare la competizione artistica e l’alienazione” ("avoid artistic
competition and alienation"). Insomma, attraverso i loro scritti gli
autori della Carrefour Press cercavano di vivificare la cultura del mondo occidentale
ormai in declino e il movimento per l’Anonimato delle Opere d’Arte durò almeno
un decennio.
Si racconta che Lowenfels e
Fraenkel avessero dato avvio al loro progetto della Carrefour Press, pur nella
totale mancanza di fondi, tanto da dover rinunciare a pubblicare autori da loro tanto apprezzati, quali Scott Fitzgerald e Samuel Beckett. La
reazione di quest’ultimo, che durante l’incontro con i due amici continuava a
stare in perfetto silenzio dopo aver ascoltato la presentazione entusiastica
dei loro progetti e delle loro idee
artistiche, pare che provocò nel povero
Lowenfels deluso da tanto distacco una reazione violenta. Urlò, infatti,
addosso a Beckett: - Stai seduto lì senza dire niente mentre il mondo va a
rotoli. Cosa vuoi? Che vuoi fare? ("You sit there saying nothing while the
world is going to pieces. What do you want? What do you want to do?"). Beckett – si dice- accavallò le gambe e
rispose: -Walter, tutto ciò che voglio davvero fare è star seduto sul culo e
scoreggiare e ricordare Dante. ("Walter,
all I want to do is sit on my ass and fart and think of Dante"). (sic!)
Nel 1931, Lowenfels ottiene il
premio di Poesia Richard Aldington insieme a
e.e. cummings. Continua a scrivere e pubblicare poesie, oltre che a
curare le raccolte poetiche di altri
artisti, ma la nascita e lo
sviluppo del Nazismo e del Fascismo, poi, cominciano a diventare una realtà
sempre più inquietante, tanto che nel 1934 decide di tornare negli USA. Riprende
a lavorare per il padre, e racconterà a
proposito della sua vita di poeta-manifatturiero in una lettera a Henri Miller:
“Faccio il burro (butter) dalle nove
alle cinque e poi mi trasformo in una farfalla (butterfly) e continuo a lavorare scrivendo poesie” ( "I butter from nine to five and
then I change into a butterfly and go ahead with poems”).
Nel 1938 pubblica Steel 1937 in memoria dei 18 operai
metallurgici uccisi durante uno sciopero in quell’anno. Smette di scrivere versi
per almeno diciassette anni e si trasferisce a Philadelphia, in Pennsylvania, dove
si occupa soprattutto di Diritti Civili e lotte operaie. Lì comincia a scrivere
per l’edizione locale del Daily Worker,
interessandosi soprattutto della questione Afro-Americana, ma anche sostenendo
gli scioperi dei minatori e lavorando a favore del quarto mandato presidenziale
di Franklin D. Roosevelt. Alterna la professione di giornalista con quella di
piazzista, ma la famiglia Lowenfels (genitori più quattro figlie) sopravviverà soprattutto grazie allo stipendio da
insegnante della moglie Lillian.
Comincia nel frattempo a essere indagato
dalla FBI e accusato di attività sovversive e propaganda contro il governo (“conspiring
to teach and advocate the overthrow of the government by force and violence”).
In The Poetry of My Politics, Volume 2 di My Many Lives, la sua autobiografia del
1968, si chiede come sia possibile per un poeta “usare la lingua contemporanea
per esprimere le emozioni dell’oggi” e sollecita la ricerca di una “parola
pulita, nuova, scientifica, inserita nel tessuto del testo poetico in modo così
semplice che il lettore non avverta null’ altro che il ritmo, il pulsare del
contemporaneo”:
Provo a irrompere dentro a questa lingua per
giungere
alle polveriere,
ai compressori Cooper-Bessemer,
alle pellicole magnetiche,
senza la fascia di rame che trattiene la mia speranza
dall’ esplodere fuori dalla macchina da scrivere,
dalla scrivania, dalla finestra, attraverso i pini, giù
lungo
il fiume Little Egg Harbor, attraverso
la faglia Continentale…
(Da Ogni poesia è una
poesia d’amore (“Every Poem Is A Love Poem”) in The Portable Walter a cura di Robert Gover, International
Publishers, 1968)
Aveva anche curato un’ antologia
di versi di Walt Whitman, ma, forse, le sue raccolte più famose furono Where is Vietnam, una sorta di “reazione
poetica” alla guerra del Vietnam, e Sonnets of Love and Liberty, pubblicata
nel 1955, i cui ultimi sonetti furono composti durante il processo a suo carico
per attività sovversive. L’intera raccolta dei sonetti fu da lui dedicata “alla
Pace, la più bella prigioniera dei nostri giorni”.
Nel 1951 in seguito a un attacco
cardiaco aveva lasciato la città per vivere con la moglie in una casetta in
campagna nel New Jersey. Fu proprio lì che venne arrestato dalla FBI alle due
di notte del 29 luglio del 1953. "Eight men pointing revolvers converged
on my typewriter as if it were a machine-gun emplacement" (Otto uomini con
le pistole spianate corsero verso la mia macchina da scrivere come se
fosse una postazione di mitraglia) –
scrisse più tardi ricordando quell’irruzione. La casa fu perquisita e lui accusato di cospirare al rovesciamento
del governo americano e di violazione dello Smith Act. Decise insieme agli altri
accusati del processo di difendersi continuando a scrivere poesia. Cominciò a
tradurre poesia francese e italiana. Fu anche un modo per sopravvivere alle
false testimonianze contro di lui, alla segregazione nel reparto di massima
sicurezza del carcere di Philadelfia
dove era detenuto. Condannato in prima istanza, fu poi l’anno dopo
scarcerato per mancanza di prove. Curò e scrisse su Dialog, una pubblicazione pacifista di quegli anni, e insieme a altri scrittori rifiutò di pagare le tasse come atto di protesta
contro la guerra.
Lowenfels morì nel 1976 a Tarrytown, New York; la moglie Lillian era
morta appena un anno prima.
“For Lillian”, da Some Deaths:
Prendiamo un bulldozer,
spianiamo ogni strada dove abbiamo vissuto.
Ricominciamo come se nulla fosse stato
come se fosse il primo giorno
del nostro
incontro e tu eri zoppa
ma non ci feci mai caso
perché eri così tanto tu….
·
Per ascoltare alcune poesie o interventi dalla
viva voce di Lowenfels: http://writing.upenn.edu/pennsound/x/Lowenfels.php
·
I suoi scritti sono conservati presso la Olin
Library, nel Washington University Library System, e presso la Beinecke Rare
Book and Manuscript Library dell’università di Yale.
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