venerdì 24 gennaio 2014

DEDICATO ALLE DONNE INDIANE/ DEDICATED TO INDIAN WOMEN



This post is left empty to be filled with words written by Indian women.
 Sisters, let us hear your voices !























Questo post è lasciato vuoto perché le donne indiane possano riempirlo con le loro parole.
Sorelle, fateci sentire le vostre voci! 

  (gogo2014)

lunedì 13 gennaio 2014

GOZO YOSHIMASU, poeta performer (2)

Gozo Yoshimasu (1939) scrive poesie da quando era ancora studente di letteratura all’università di Keio negli anni Sessanta. Il suo primo libro di poesie si intitolava “ Shuppatsu” (Partenza) è del 1964. Allo stesso tempo, però, ha continuato a produrre opere fotografiche, video e performance. Ha vinto vari premi, tra cui il Takami Jun Prize, il  Purple Ribbon Medal dal Governogiapponeseper il suo significativo contributo alla cultura del paese, e il Mainichi Geijutsu Prize nel 2009 per  omote-gami, un libro di fotografia. Ha insegnato in varie università, in California, a Lione e  alla Waseda University, la più famosa università privata in Giappone. Ha fatto letture pubbliche al Centre Georges Pompidou (2000), al Taipei International Poetry Festival (2001), e ha esposto foto e calligrafie alla  Biennale  di São Paulo (1990) e alla Chambre de Commerce et Industrie di Strasburgo (2000), per citare solo alcuni esempi. Al momento produce soprattutto  gozoCiné (video) e si dedica alla pubblicazione di libri. Nel maggio 2003, ha ricevuto il Purple Ribbon Award dal Governo giapponese per I suoi significativi contributi culturali oltre a numerosi altri come The Order of the Rising Sun e il Gold Rays nel 2013.
Il traduttore e scrittore Forrest Gander, professore di Letterature Comparate alla Brown University nel   Rhode Island sta curando l’edizione inglese di “Alice, Iris, Red Horse”, che è una selezione di opere di Gozo.
 In Italia possiamo conoscere Gozo grazie all’editore Scheiwiller:

 Gôzô Yoshimasu, “The other voice-L'altra voce” (Ediz. italiana, giapponese e inglese),Libri Scheiwiller, PlayOn , Nr. 11;  2005. A cura di M. Mazzi

GOZO YOSHIMASU, poeta performer (1)

Gozo Yoshimasu è uno dei più interessanti tra i poeti giapponesi contemporanei. Uno dalle mille sfaccettature. Intanto, è un poeta in continuo movimento. Come i poeti storici di haiku, infatti, compone le sue poesie mentre cammina attraverso luoghi e culture, mettendo così in relazione e in contrasto tra loro immagini reali e ricordi. All’ inizio, aveva seguito gli itinerari del vecchio Basho [1], per poi allontanarsi dalle isole nipponiche e attraversare l’Asia centrale e l’America, o percorrere strade secondarie in giro per il mondo. A piedi o su mezzi di trasporto, per mare o in volo. E il suo spostarsi, viaggiare in ogni dove ha determinato il ritmo e la velocità dei suoi versi. La voglia di allontanarsi, “the pursuit of his desire to go far away”[2] è l'anima di ogni suo verso.
Yoshimasu, inoltre, è famoso anche per i suoi reading che avvengono quasi in stato di trance, con uno stile personale di  recitazione, grazie a una modulazione vocale incantatoria. Voce dolce o appassionata che si intreccia e si fonde con la musica di accompagnamento. I suoi versi prendono il cuore e la mente senza bisogno di traduzione.

Insomma, la poesia di Yoshimasu è un tutt’uno con la performance. Mentre legge in pubblico le proprie opere, ne elabora l'esecuzione perfezionandole, come se il testo fosse una partitura. Ecco, dunque, che inserisce, ripete o elimina interi brani, oppure espone e fotografa oggetti legati al testo,  incide i versi su enormi lastre di bronzo, da lui chiamate Calligrafie. La sua poesia, dunque, - visiva, sonora e tattile insieme- diventa esperienza artistica totale. Recentemente, inoltre, alla vista, al  tatto e all’ udito ha aggiunto il mezzo fotografico e calligrafico a creare una complessità testuale nello spazio. Rete di immagini collegate, oggetti e parole che riflettono su un senso conflittuale di nostalgia e straniamento. L’amalgama di immagini, oggetti, parole e la lettura come performance offrono una possibilità di trascendere il limite del linguaggio e rivelano la fertilità illimitata della poesia.

 
Una delle ultime sperimentazioni è stata quella di lavorare con il mezzo filmico, così da poter combinare le immagine in movimento con i versi letti durante il reading (durante la recente esposizione “Poetic Spectrum – Images, Objects, and Words”[3]  nella Location One a New York).

Presenza emblematica della poesia giapponese del dopoguerra, ha collaborato con molti artisti contemporanei e musicisti, e le sue opere sono state tradotte in molte lingue. Con i suoi testi-performance la traduzione diventa un’operazione ancora più complessa del solito. Quando il traduttore rimane il più fedele possibile alla poetica di Yoshimasu, si perdono le peculiarità formali e stilistiche dell'originale, ma in tal modo si recupera la “traccia” che è l’anima e la veste esteriore della scrittura del poeta. (gogo2014) 




[1] Poeta viandante di haiku del 17° secolo.
[2] Gozo Yoshimasu, dalla sua poesia “Weaver Girl” (La giovane tessitrice)
[3] La mostra faceva parte dell’evento “US-Japan 150”, un festival nazionale  organizzato in occasione delle celebrazioni del 150esimo anniversario dell’inizio dei rapporti politici, commerciali e culturali tra Stati Uniti e Giappone (1853).