Scarlatto lo smalto e il rossetto,
rifatto il naso, un tempo prominente.
Edith passa l'estate in Cornovaglia,
sverna ad Atene.
L'ultimo suo romanzo vende bene.
La cuoca, il giardiniere
riceveranno un extra per Natale,
il compenso per aver sopportato
i nervosismi di Edith e i suoi sbalzi d'umore
quando realizza che vivere
è più difficile che scrivere.
Personaggi come Clarissa e Harold
le appaiono davanti
mentre guida,
mentre cammina lungo il fiume.
Clarissa,
la maggiore di due figlie,
botanica a tempo perso e acquerellista,
invaghita del suo maestro di piano.
Harold,
figlio unico di un vicino,
asmatico, esonerato dagli sport.
Interessato all'astronomia
e a quella cosa preziosa sotto la gonna di Clarissa.
Il desiderio,
emozione primaria che muove trama e penna,
eccita la serpe nel giardino,
attorcigliata all'ombra dell' albero genealogico.
Immagini modellate in parole
parole modellate in immagini.
Verità e finzione,
che giacciono nello stesso letto,
avvinghiati,
non più estranei l'uno all'altro.
[...]
Peter Bakowski (1954) è l'autore di questa poesia-ritratto e uno dei poeti australiani presenti nell'antologia The Best Australian Poems 2011, a cura di John Tranter , poeta a sua volta.
Peter Bakowski vive a Melbourne, ma ha vissuto per lungo tempo negli Stati Uniti e a Londra. Ha molto viaggiato e continua da poeta itinerante a spostarsi per i suoi reading, alla maniera dei poeti Beat da lui tanto amati. Le sue poesie sono anche apparse su varie riviste e sono state tradotte in molte lingue. Non credo che sia mai stato tradotto finora in italiano. Ci sto provando - e gli chiederò il permesso di continuare- cercando di rispettare quello che lui chiede nella sua Lettera aperta ai traduttori, che ho trovato sul suo sito http://bakowskipoetrynews.blogspot.it . Il suo intento - ci spiega- è quello di scrivere il più chiaro possibile, di usare la lingua comune per dire cose straordinarie ("to use ordinary language to say extraordinary things"). Per realizzare questo, sceglie le parole per il loro specifico suono e per la loro forza. Al traduttore tocca il compito di rivelare e definire nella sua lingua ciò che il poeta ha fatto nella sua. Ciò che Bakowski vuole, insomma, è un rispecchiamento della sua poesia, senza che le parole siano indebolite e impoverite, invecchiate o rinnovate. Tradurre - ci dice ancora- è come aprire al lettore le porte di un luogo per far vedere ciò che l'autore ha pensato che fosse giusto mostrare. La traduzione, inoltre, implica attenzione e fedeltà, perchè, per Bakowski, "Traslating is a labour of love" ( La traduzione è una pena d'amore), fatta di sofferenza, senso di inadeguatezza, paura d'incolmabile distanza e desiderio di piacere.
(isabnic2012)
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