“Sindrome
1933”
Siegmund Ginzberg
(Feltrinelli 2019)
Più
che la presentazione del libro di Sigmund Ginzberg, quello a cui ho assistito
con grande interesse, qualche sera fa alla Biblioteca Europea di via Savoia a
Roma, è stato un dialogo fitto e appassionato sul presente tra l’Autore e Furio
Colombo. L’incontro era moderato da Antonella Ottai e inframezzato dalla lettura di testi, scelti dal libro o collegati al periodo trattato, offerta dal bravo Bruno Maccallini.
Antonella
Ottai ha introdotto la presentazione di “Sindrome 1933” suggerendo i nodi
intorno ai quali se ne potrebbe cogliere l’essenza: la concatenazione di eventi
nazionali e internazionali che può portare all’ascesa di un potere forte, l’indebolimento
delle forze di opposizione, la creazione di un pericolo contro cui c’è l’urgenza
di tale potere ed eventuali analogie con il presente.
La coinvolgente lettura di Maccallini del
primo testo, parzialmente adattato dalle prime pagine di “Sindrome 1933”, ha
fatto immediatamente cogliere agghiaccianti somiglianze con le notizie lette o
ascoltate di recente qui da noi in Italia. Alcune parole chiave tra cui
‘maggioranze fragili’, ‘partiti litigiosi’, ‘veti incrociati’, ‘Sinistre divise
e senza iniziative in comune’ fino a ‘saluti dal balcone’ hanno colpito più di
una persona tra i presenti.
Eppure il libro, ideato e progettato poco
prima delle elezioni in Italia di marzo 2018, proposto a Feltrinelli e poi
scritto durante l’inverno e la primavera seguente, è stato pubblicato a maggio
di quest’anno. “Nel testo è possibile
percepire l’analogia con l’oggi,- si è schermito Ginzberg - ma questa possibilità viene lasciato
completamente al lettore” attraverso l’offerta di una puntigliosa ricerca
storica.
Furio
Colombo ha sottolineato, infatti, la pacatezza del linguaggio usato
dall’autore, buon narratore nonché saggista. “Si respira tranquillità” in un
libro che racconta una storia allarmante attraverso un montaggio dei fatti. Un
linguaggio, dunque, di tipo diverso da quello violento di chi usa la violenza
secondo un modello fascista della comunicazione, come quella razzista e
sessista che abbiamo ascoltato o letto di recente nei confronti del giornalista
Gad Lerner a Pontida e della capitana Karola Rackete, perfino minacciata di
stupro. In quelle odiose chat abbiamo potuto leggere quel linguaggio che la
stampa solitamente censura. Una cautela che meraviglia quando si parla dell’ex
Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, del suo “uso dei Carabinieri”, della sua
richiesta di pieni poteri. Tutto ciò è come aver “acciuffato le parti malate di
Weimar, l’inevitabilità del potere malato che fornisce anche materiale
documentale falso o falsato (vedi la millantata dichiarazione di alcuni giudici
di avere materiali scottanti contro le varie ONG)”.
“Quello di Ginzberg -ha così concluso Colombo quello che a molti è parso quasi uno sfogo liberatorio- è un archivio di materiale vivo, attuale e non soltanto
un’opera di riferimenti storici di un passato che non si ripeterà.”
La
creazione di un pericolo contro cui c’è l’urgenza di un potere forte -allora
gli Ebrei, ma non solo, e oggi i
Migranti, è l’altra analogia sottolineata dal testo di Joseph Roth letto da
Maccallini: "… Dai tempi della guerra, in tutto dall’Est sono arrivate in
Germania circa 50.000 persone. Devo dire che sembrano milioni. L’impressione di
tanta miseria li raddoppia, li triplica, li moltiplica per dieci volte tanto." Oggi
come allora, la paura fa crescere i sentimenti di rifiuto e razzismo, si creano
leggende (come quelle su Soros, le ONG, etc) o teorie del complotto (quella
della sostituzione dei popoli oppure del
lavoro rubato dagli altri) con un' Opposizione incapace di creare una vera
alternativa.
Anche
le parole, in un altro dei brani letti, di Kurt Tucholsky, scrittore e
giornalista tedesco, i cui libri furono
banditi e bruciati pubblicamente dai Nazisti nel 1933, hanno fatto respirare “un
certo sentimento di insicurezza nei confronti della irreversibilità della
democrazia rappresentativa”.
Non
resta che leggere “Sindrome 1933” e riflettere sui dati storici che ci offre.
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