giovedì 4 aprile 2019

SOTTO IL SEGNO DELLO SCIMMIOTTO(4)

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E, dentro i confini cinesi, in che rapporto con la potente tradizione culturale del paese si muove la ricerca della nuova poesia?
I poeti degli anni Novanta e quelli della nuova ondata di poesia d’inizio millennio sono autori che cercano indipendenza artistica e spirituale nel mondo finora sconosciuto della nuova economia di mercato Dopo il 1989, il legame tra creazione e coscienza sociale, ancora presente nei Menglong, scompare.  Al boom economico del paese si accompagna una grande offerta di possibilità editoriali e, nello stesso tempo, la scomparsa dei sussidi statali spinge molti artisti a produrre letteratura commerciale o a lavorare nella pubblicità. La modernizzazione sollecita, dunque, la formazione di una cultura di consumo che rende, però, marginale l’influenza e la posizione degli intellettuali nella nuova società cinese. Non ci sono movimenti generazionali di artisti in rivolta, ma personalità individuali i cui versi   esprimono l’incertezza, l’esitazione, la confusione, il rigetto degli ideali comunisti e contemporaneamente il disgusto per la cultura di massa. I nuovi poeti sentono la necessità di raffinare i propri atteggiamenti teorici e cercano un rinnovamento linguistico che superi sia l’oscurità e il formalismo dei Menglong, sia la lingua semplificata dei poeti degli anni ‘80. Sperimentano, così, una poesia caratterizzata talvolta da segni linguistici complessi,  frammenti e da uno stile narrativo, che ingloba e sintetizza  nuovi ambiti lessicali e inflessioni dialettali.
           Oggi, il poeta cinese globalizzato non si identifica più con la propria terra, ma neanche instaura più un rapporto di dipendenza con la cultura occidentale. I suoi legami con il contemporaneo sono stretti, e qualcuno di loro propone addirittura di “scrivere con il corpo”. Eppure non mancano riferimenti inconsci e agganci alla tradizione.
          La poesia della raffinata poeta-donna[1]  Zhai Yongming[2], il cui nome significa luce eterna, ruota attorno alla ricerca di un archetipo femminile –pur non essendo poesia di genere- e al disvelamento di oscurità interiori. Cerca l’  universale in storie individuali, quotidiane,  rappresentate come messe in scena poetiche in cui raccontare   “l’andamento non lineare delle vicende umane”. È nota per le sue lunghe poesie o poemetti, in cui dà grande importanza al ritmo, attraverso l’uso di rime interne e interruzioni che simulano il parlato. Uno stile, dunque, dalle caratteristiche narrative e teatrali, che ricorda quello dei canovacci degli antichi cantastorie, ma caratterizzato da una lingua ricca e piena di invenzioni, da immagini insolite e connessioni imprevedibili[3].
da “Lily e Qiong”[4]

Io nella cabina telefonica continuo a comporre il numero[5]

Quali cose voglio dire?  A chi?
La mia voce attraversa un enorme spazio
“Mille, diecimila chilometri così insensato
Un gocciare di saluti
Mette a dura prova la pazienza –tu e io

Siamo in una cabina telefonica ad un incrocio di strade
Penso all’amore ridicolo di un altro
Il mio viso sulla vetrina di spaventapasseri
Si confronta con i bei manichini agghindati
Apprezziamo la freddezza che c’è tra noi
I bassi salari parlano dopo la morte
Di nuove svendite
E di notizie di guerre
          La tenera Lily sta ricamando draghi e fenici
          Disegna una coppia di anatre mandarine
          Pensa al suo innamorato
          Venuto d’Oriente col cuore pieno di disegni politici.

              Il non-luogo di  Xue Di[6], altro poeta cinese della Diaspora, diventa, invece, spazio delirante da incubo. Per lui, la poesia d’amore è follia trasformata in versi, è testimonianza di ferocia primordiale; serve a  “ingessare le membra sconquassate del mondo”, a tenere insieme un mondo in pezzi. Questa la prima parte di lunghi versi, formati da immagini intense e compresse, immagini notturne di incubi e veglie di insonne, che si susseguono secondo libera associazione e analogia aperta. È un grido di rivolta contro la violenza di una lingua piegata a stabilire ordine e stabilità:                 

Smania d’amore[7]
           
Lasciami volgere in versi per te queste follie. Quando tu per prima hai visto la sua ombra oscura: i globi dei tuoi occhi a briglia sciolta, colpi di zoccoli risuonavano nel canyon del cranio.

Lasciami usare parole per distruggere la bestia selvaggia che si nasconde sulle rive del mio   sangue che scorre, poi gettare i versi ai tuoi piedi. Sii testimone della loro primordiale ferocia.

Lasciami usare la mia penna per infilzare sulla carta desideri primordiali che strisciano dietro i tuoi grandi occhi. Queste carte si aprono verso te come una strada. Tu lasci dietro un profumo animalesco quando corri.

Lasciami affondare i miei incisivi sulla tua collottola.
                         […]

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[1] Preferisce essere chiamata così, invece di poetessa.
[2]Zhai Yongming è nata nel 1955, in Chengdu, vive nel Sichuan. Ha pubblicato numerose raccolte di poesia e vinto premi. Profonda conoscitrice della tradizione letteraria cinese, di temi filosofici e poetici contemporanei. Crede nel dialogo e nello scambio della poesia con altre forme d’arte. Apprezzata critica d’arte, è anche conosciuta per le sue istallazioni artistiche. Ha vissuto negli Stati Uniti e in Germania, ha viaggiato in Italia e in Europa.
[3] Ricorda Sylvia Plath, poetessa statunitense (1932-1963), che insieme ad Anne Sexton e Robert Lowell, ha dato grandi contributi alla poesia confessionale, che si ispirava al vissuto personale e si sviluppò negli anni ‘50 e ‘60 negli USA.
[4] In Claudia  Pozzana, La poesia pensante, op. cit. pag.167
[5] Zhai Yongming ,“Io nella cabina telefonica continuo a comporre il numero”, da Lily e Qiong,  in Claudia  Pozzana, La poesia pensante, op. cit.
[6] Xue Di nasce a Bejing nel 1957, poeta e critico. Ha pubblicato in Inglese raccolte e singoli lavori su riviste letterarie europee e nordamericane. Ricercatore all Brown University del Rhode Island (USA), ha ricevuto due volte dopo il 1989 il Premio Hellman/Hammett, sponsorizzato dalla Human Rights Watch. Nel 1999 è stata fermata dalla censura la pubblicazione delle sue raccolte in lingua originale.
[7]  Xue Di, “Smania d’amore“, da Flames,  trad. in Inglese di Alison Friedman,  www.thedrunkenboat.com2006.Trad. di Isabella Nicchiarelli. Per gentile concessione dell’Autore e della Traduttrice, Alison Friedman.