Da mercoledì a sabato ore 21, domenica ore 18 al teatro Cometa Off
Grotesk, un mood, un timbro, un carattere e molte scene disseminate nella Berlino di Weimar; un conférencier irriverente e mordace, un provocatore irresistibile, un’eccellenza della risata, dello sberleffo, del ghigno satirico. Il suo personaggio dà figura all'humour agro che aveva contribuito a fare del Kabarett berlinese uno spazio di libertà e di critica sociale; è lui a incarnarne al meglio lo spirito. È un artista, un po’ mago, un po’ prestigiatore, o forse, più che un personaggio, è solo una parte in commedia; magari un imbroglione, un mestatore che dispensa storie scaturite dagli autori più graffianti dell’epoca weimariana: aggredisce il pubblico con le contestazioni radicali di Walther Mehring, lo spiazza attraverso i paradossi del grande Tucholsky, lo blandisce al suono delle musiche di Kurt Weill e Friedrich Holländer. Maschera mobile che registra puntuale tutti gli umori, il Nostro vive gli anni ruggenti in cui la scena del Kabarett rivela sempre più il volto d’una Germania democratica, radicale e antimilitarista. E li vive tutti, dall’inizio tempestoso al disastro finale, quando Berlino sprofonda dentro il nazismo; con lo stesso humour inossidabile si affaccia agli orli del baratro spalancato dal regime finché non ne è a sua volta inghiottito.
Indossando di volta in volta i panni del comico, del conferenziere, del mentalista, destreggiandosi fra musiche complici e testi esilaranti, non smette mai di aggredire il comune buonsenso, di denunciarne il vuoto che nasconde. Grotesk si fa modello ineguagliato di un «campo di battaglia - come sognava Holländer - su cui con le sole armi pulite delle parole giuste e della musica si possono distruggere le armi d’acciaio».
Testi liberamente tratti da Bertold Brecht, Eduardo De Filippo, Fritz Engel, Werner Finck, Fritz Grünbaum, Erik Jan Hanussen, Thomas Mann, Walther Mehring, Kurt Tucholsky
Musiche originali di Pino Cangialosi, Max Hansen, Friedrich Holländer, Jacob Jacobs, Hermann Leopoldi, Paul Lincke, Martin Roman, Richard Wagner, Kurt Weill
Traduzioni dal tedesco: Bruno Maccallini
Adattamenti in italiano delle canzoni: Franca d’Amato
Assistente alla Regia Martina Maccallini Regia Bruno Maccallini
Teatro Cometa Off
Dove: Roma, Via Luca della Robbia, 47 Orario del botteghino: dal martedì al venerdì dalle ore 15:00 a inizio spettacolo, il sabato e la domenica dalle ore 16:00 a inizio spettacolo, lunedì riposo. Telefono: 06.57284637
Ho letto quasi metà del suo libro. Mi mancano ancora più di diciassette ore per finirlo - così mi comunica inesorabilmente il mio kobo, ma devo confessare che non riesco ad accelerare il ritmo di lettura e che sto cominciando anche ad innervosirmi un po'. Le sue opinioni sulla famiglia, sulla borghesia ed ora sull'artista... e chissà quante altre...
E pensare che dopo le prime pagine mi ero così innamorata di quello che stavo leggendo sul mio fedele e-reader che ne ho subito voluto regalare una copia (cartacea) al mio sposo (anche lui maturo (di un decennio almeno più di Lei) ex studente di un'altra famosa scuola cattolica della capitale e vittima consapevole. Devo confessare che alla vista del volume e del suo ingombro ho avuto qualche esitazione, ma la certezza che le sue pagine sarebbero state sicuramente apprezzate da mio marito mi ha spinto a concludere l'acquisto e di fargliene dono.
Va bene, ci sono nel frattempo tante altre storie di compagni di classe, ritratti indimenticabili di insegnanti, racconti di mattinate a scuola e pomeriggi con gli amici, pagine illuminanti sull'educazione sentimentale dei giovani del tempo, confessioni e apologhi sull'ossessione primaria del maschio, riflessioni divertenti e condivisibili sul matrimonio, una costruzione da docu-fiction dell'efferato Delitto di Cronaca esemplare e orribile. Delitto di cui si parlerà, si racconterà, e che Lei "condividerà" con noi. Ce lo sta promettendo dalle prime pagine e noi lettori aspettiamo che mantenga la promessa, non tanto per il gusto di una dose di efferatezza in più alla nostra dieta quotidiana, ma certi che qualcosa di definitivo ci sarà comunicato sul nostro approccio umano alla violenza e al sesso.
Certo, è bravissimo a scrivere, a tenerci lì per pagine e pagine, ma che fine ha fatto Arbus, il compagno di scuola geniale delle prime trenta pagine? Come ha potuto creare un personaggio di quel tipo e poi rifiutarcelo? Sarà che mi sembra quasi di averlo incontrato davvero nella mia vita e di non averlo -allora quand'ero troppo giovane- tenuto in considerazione come persona di cui innamorarsi, e di aver capito soltanto dopo, quando il mio Arbus non c'era più, che probabilmente ne ero stata da sempre innamorata. Insomma, continuerò a leggere il suo libro, coscienziosa come al solito. In attesa che Arbus ricompaia...
Con grande stima,
isabnic
PS Vita e opinioni, e quel modo di parlare ogni tanto direttamente al lettore... non sarà mica un po' shandyano?