* Da leggere con la voce di Pedro Pietri in sottofondo, mentre canta "Puerto Rican Obituary" dal Nuyorican Poets' Cafe a New York.
11. A SPASSO PER MANHATTAN
Gordon è solo a New York per
qualche giorno. Il nuovo incarico di lavoro alla Unicorn di Londra lo
porta nella città più frenetica, elettrica e pulsante degli States per stringere accordi con una
casa editrice statunitense specializzata in poesia. In un attimo di pausa trova il tempo di una
corsa a El Barrio, cuore
portoricano di Harlem. Ed eccolo passeggiare lungo la 116a strada tra le innumerevoli
bodegas[1]e le botanicas[2], mentre mangiucchia fritture vendute per strada e
osserva i tanti locali dove ascoltare la sera un po’ di buona musica. Gli odori
e i sapori gli richiamano alla mente l’ amato Pedro Pietri[3].
Quelli di Pietri erano versi nati dall’incontro esplosivo tra
esperienze e materiali diversi, ma tutti coinvolgenti allo stesso modo. Erano
le sue letture di poesia[4] di quando lavorava nella biblioteca dell’università che si mescolavano alla tradizione orale
caraibica, alla musica leggera, ai drammi radiofonici e alle letture di sua zia Irene nella Prima Chiesa Spagnola
Metodista, proprio qui a East Harlem. Con l’aggiunta delle performance poetiche di Jorge Brandon[5] a Union Square, che è un altro dei tanti luoghi
letterari di New York dove capita ancora oggi di incontrare qualche
poeta-predicatore. Gordon sa bene, però, che il luogo di culto degli amanti
della poesia di Pietri è più a sud, nel distretto di Losaida [6]. Lì c’è il
famoso Nuyorican[7] Poets’ Cafè[8], il caffè fondato e animato dai poeti[9] che negli anni ’70 si autodefinirono così, ovvero
gente di Puerto Rico che vive a New York, città simbolo dell’immigrazione
portoricana negli USA.[10]. Ancora per molto tempo è rimasto uno dei luoghi
più interessanti della poesia di emarginazione a New York. Lì , nel grande
salone o sul piccolo palco, si poteva incontrare il Reverendo Pietri[11], vestito di nero, insieme agli altri del gruppo
dei poeti portoricani.
Nei
versi della sua prima raccolta [12], tristi storie di cinque immigrati
portoricani nella metropoli nevrotica - ovvero
di cinque zombies che muoiono
“aspettando sognando e odiando”[13]- si condensa il primo “grido di nuyoricanità”, l’amara denuncia di esclusione dal sogno americano dove l’
inserimento di versi in spagnolo tra le parole inglesi è una dichiarazione di identità e di rivolta.
Più tardi, al rabbioso attacco politico
diretto si accompagnerà anche un senso di perdita della propria dignità. Il
poeta riflette sulla sua ribellione e la città assume un aspetto onirico. Più
visionaria e quasi surrealista,
dunque, la voce del poeta è quella di un
abitante alienato della metropoli che racconta per paradossi le contraddizioni della realtà, la
solitudine tra la folla. E quando, negli anni ’80, Pietri sembra aver
abbandonato tutte le sue illusioni di lotta e cambiamento, la rivolta sarà soprattutto linguistica e la
scrittura ancora più allucinata e
assurda:
Guardando fuori da
uno specchio[14]
lucido e sveglio
camminando nel sonno
attraverso cento e cento
pensieri ricorrenti
occhi volti al passato
per decidere qual
dovrà essere la mia
prossima mossa
in questo rituale
del vedere nel buio
il viso di qualcuno
che hai tenuto stretto
senza mai avvicinarti
abbastanza da divenire
un’eterna estensione
di quelle labbra
morbide
che ricordi così bene
ma non hai mai baciato
era strano allora
e ancor più lo è
adesso
che tu comprenda
quant’è disorientante
essere una nuvola in
un mondo
senza un cielo lassù
Ecco allora, nelle sue famose cabine
telefoniche[15] di “Out of
Order”, la voce del poeta, ironica e
buffa, che mescola parole spagnole e americane,
linguaggio magico -visionario latino-americano con quello del rock anni
’50 e ‘60, quello delle canzoni di protesta e dei poeti beat:
Cabina telefonica
227[16]
Vieni
da me
stasera
ho il televisore
che non funziona,
possiamo vederci
qualcosa di carino
prima che lo riparino
Una cabina telefonica è un non
luogo dove esercitare la propria
difficoltà di comunicazione, lo scarto di tempi e desideri. Che importa se non
risponde nessuno, se ciò di cui si vuole
parlare è l’insensatezza, il disordine, la confusione che fa sentire fuori servizio e spinge a trasgredire? Bastano, allora, poche righe, frammenti
privi di congiunzioni, senza punteggiatura, per esprimere ciò che sentono gli scarafaggi portoricani, che vivono
nascosti, in mezzo ai rifiuti come insetti, pieni di rabbia come i loro cugini
afro-americani, senza speranza di vita e
in attesa della morte[17]. La strada diventa il luogo per cantare i propri
versi ai passanti, a chi li vuole ascoltare, e con essi esprimere la tensione tra la nostalgia per
l’isola perduta[18] delle origini e il desiderio di far parte dell’isola di Manhattan, senza perdere la
propria identità. Continuare, cioè, a sognare la mitica, dolce e voluttuosa Puerto Rico, con la brezza profumata dei
campi di canna, il rum o la birra gelata da bere sotto un albero
di mango, mentre ci si aggira nelle
strade metropolitane e nei barrios di
New York City.
[…]
Da “326 poesie dal mondo per una storia d’amore”,
di M.G. Bruni e I. Nicchiarelli, www.onyxebook.com, 2014; Cap.11, parte 3.
[1] Negozietti di generi alimentari
e, allo stesso tempo, spazi di incontro degli abitanti del quartiere.
[2] Negozi dove si vendono erbe
medicinali e quelle per il culto della Santeria.
[3] Pedro Pietri
(1943-2004), nato a Porto Rico da genitori di origini corse, si trasferisce a
New York da bambino. Cresciuto in Harlem, studia e presta servizio militare
anche in Vietnam. Entra i contatto con i
poeti beat e gli ambienti afro-americani. Diviene conosciuto nel 1969 per la
sua poesia, in Spanglish (inglese+ spagnolo), “Puertorican Obituary (Obitorio
portoricano)”, letta, per la prima
volta, in una chiesa metodista; continua con registrazioni e pubblicazioni di
poesie, insegna in laboratori di scrittura, fonda con altri artisti il Nuyorican Poets’ Cafè e scrive per il
teatro. Negli anni ’80, al diffondersi del virus dell’AIDS, comincia la
campagna creativa “Safe sex saves not Jesus saves”(È
il sesso sicuro che salva, non Gesù) a favore dell’uso dei preservativi :
incolla poesie alle buste dei condom
e le mette in vendita. Scrisse per la Tv, il cinema, il teatro, e,
insieme ad altri autori, un libro per
bambini. Negli anni ’90 animò un progetto di poesia nei bar, sempre a New York, e di poetry slam (gare poetiche, in cui i partecipanti hanno tre minuti
di tempo per leggere una loro poesia,
davanti al pubblico. Una giuria di ascoltatori premia, poi, le migliori.)
[4] Tra gli altri Langston Hughes,
William Butler Yeats, Garcia Lorca, Allen Ginsberg, Gregory Corso, ecc.
[5] La poesia “ Traffic
Misdirector” (colui che dà informazioni sbagliate) di P.Pietri è un omaggio
a Jorge Brandon, griot portoricano
morto nel 1995, novantenne. Girava per Manhattan, con tutti i suoi averi in
buste di plastica su un carrello di metallo da supermarket.
[6] È il Lower East Side, la parte sud-orientale di Manhattan, chiamata così
dai Latino-Americani a New York, per contrazione.
[7] Contrazione delle due parole New York e Puerto Rican, con cui si sono autodefiniti i portoricani residenti
o nati a New York.
[8] Era situato a Manhattan, sulla
Sesta Strada East, tra l’Avenue A e la B; oggi è stato riaperto sulla Terza
Strada East, tra l’Avenue B e la C. Luogo di musica, teatro , poesia ,
performance, con ibridazione di lingue (Spagnolo- Caraibico e Inglese-
Americano) e codici.
[9] Del gruppo, bilingue e
biculturale, fecero parte, oltre a Pedro Pietri, Miguel Algarìn, M.Piñero, Tato Laviera, Bimbo Rivas, Lucky Cien Fuegos,
Sandra Maria Estèves.
[10] Con il Jones Act del 1917 si
concesse la cittadinanza americana ai portoricani immigrati; ci fu una seconda ondata migratoria dopo la seconda
guerra mondiale, e una terza negli anni ’50. Venivano chiamati spregiativamente
Spics.
[11] Ordinato ufficialmente Reverendo
del Ministero della Salvezza, nel 1987, amava presentarsi come Reverendo della
Chiesa di Santa Maria dei Pomodori.
[12] Pubblicata nel 1973; la poesia
“Obitorio portoricano” fu letta per la prima volta nel 1969.
[13] Da “Puert Rican Obituary”, v. 24, “…
waiting dreaming and hating”.
[14] Pedro Pietri, “Guardando fuori da uno specchio“ in Out
of order. Fuori servizio, a cura di Mario Maffi, edizioni Cuec, 2001.
[15] La serie delle Cabine Telefoniche
fu scritta negli anni ’70 e nei primi anni ’80.
[16] Pedro Pietri, “Cabina telefonica 227,” da Scarafaggi
metropolitani e altre poesie, a cura di Mario Maffi, Baldini e Castoldi,
Dalai, 1993.
[17] Cfr. “Puerto
Rican Obituary”, op. cit.
[18] Puerto Rico fu conquistata dagli Stati Uniti nel
1898 durante la Guerra Ispano-Americana.
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