mercoledì 20 marzo 2013

21 marzo: GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA




" Bare Winter suddenly changed to Spring"  (PBShelley, The Question)


       Insomma, Zoé, dopo la famosa sera davanti al caminetto, sta vivendo un momento magico di euforia e felicità, in attesa della partenza per Buenos Aires, dove non è mai stata e dove potrà concedersi qualche giorno sola con Gordon che l’ha invitata a raggiungerlo lì. Da tempo i suoi occhi non sono stati così brillanti.
       Un paio di tartine ai gamberetti da Fauchon, poi continuerà il suo giro di spese. Sì, ha voglia di un vestito nuovo e di un paio di scarpe diverse dalle solite, magari con il tacco … Ma, la caviglia sarà già pronta a sostenerla? [...]

Quando, più tardi al lavoro, riprende a discutere con il fido Bertrand  - Da quanti anni lavorano insieme? Da quanto tempo lui ne è innamorato senza saperlo davvero?-  Zoé non riesce a concentrarsi, gli dà stranamente sempre ragione, senza tentare di imporre il suo punto di vista, neanche una volta. Bertrand è stupito, ma le vuole così bene e la scadenza dell’impegno è così vicina che finge di non accorgersi di nulla.
         -Se prendessimo in considerazione il Festival della poesia di Medellin? Voglio dire, so che stai andando a Buenos Aires, ma forse riesci a ritagliare un paio di giorni per raggiungere Medellin.. quest’anno è dedicato a Murilo Monteiro Mendes e potresti incontrare Mario Rivero … Zoé? Mi stai ascoltando?
        -Si, scusami, ottima idea … è che ho tante cose da fare prima di partire e stavolta non riesco ad organizzarmi. Sì, si può fare … però, sai, non so, non riesco ad entrare dentro al problema ... cioè, come si fa a collegare poesie rappresentative del  Brasile a quelle, per esempio, dell’Argentina,  Colombia e Nicaragua? Si fa presto a dire Poeti Latino-Americani, ma qual è il filo unitario?
        -Bon!! Forse posso darti una mano io. Domani ne discutiamo un po’. Intanto, stasera esci con me. Adesso telefono a casa e avverto... Scommetto che non sei mai stata dove ho intenzione di portarti: andiamo al Cabaret Mystique a sentire Jodo...
       -Ma, chi è Jodo?
       -Jodorowsky
       -Alejandro Jodorowsky[1]?
       -Sì, lui. Il poeta-regista cileno.
       -Ma avrà cent’anni!
       -No, ottanta... e pensa che, quando è qui a Parigi, incontra il pubblico al Café Le Téméraire, al 32 di Avenue Daumesnil, ogni mercoledì alle tre del pomeriggio.  Mi sarebbe piaciuto portarti lì, dove legge i tarocchi Gratis, naturalmente. Ma c’è sempre  tantissima gente. È praticamente impossibile prendere i numeri e poi essere scelti... Ah, scusami. Hallo?
        Lo spettacolo, più tardi, si rivela un misto di pièce teatrale e psicoterapia di gruppo, durante il quale  il multimediale, poliedrico e visionario Jodorowsky, solo sul palcoscenico, crea spazi immaginari attraverso l’uso delle sue mani da mimo, e parla, cammina, racconta, legge i tarocchi, interloquisce con il pubblico per più di un’ora, su un tema da lui scelto.  Le persone in sala seguono gli eccessi verbali dell’artista psicomago, come lui ama definirsi, in un clima di autentica partecipazione, tra momenti di stupore e scetticismo. Jodo consiglia di azzerare l’abitudine per smettere di soffrire, dice che la poesia può aiutare a svelare ciò che l’ abitudine nasconde perché ci permette di meravigliarci ancora. E continua dicendo:  -La poesia è verità che non conosce nessuno. […] .Questa è la verità della poesia: l'amore.[2] Poi, cita alcuni suoi pensieri e qualche verso:
 Amore[3]
 […] amore in cui l’individuo perde il desiderio di possedere la sua esistenza apparente e si dedica con fervore a far diventare l’altro il simbolo dell’infinito e dell’eterno: gli conferisce cioè le mitiche qualità del Tutto.
[…]
Solo allora mi immergo nelle tue acque celestiali
e lo spazio indugia fino a che muore il tempo
e la coscienza nella mia materia è un dio indifferente
e  l’attore e lo spettatore sono una stessa ombra
e  nella fortezza mentale si apre un abisso verde
lì tu sola ci sei tu sempre tu definitivamente tu
vergine di carne in cui mi si è dissolta l’anima
luce rossa sangue dell’alba.

           Zoé cerca di capire cha cosa vuol dire il vecchio poeta: ‘Qui sembra parlare dell’Amore come impotenza meravigliosa,con i versi che paiono organizzati sul gioco degli opposti/complementari: spazio e tempo, indugiare e muoversi, coscienza e materia,ricchi di ripetizioni e splendide metafore. Forse, una preghiera d’amore rivolta a una Vergine Madonna, stella purpurea del mattino: Lei, unica certezza in uno spazio e in un tempo i cui confini si sono assottigliati sino a fondere insieme e confondere tutto; il corpo si annulla e la mente è sull’orlo dell’orrore. Ma, forse,  no: questa vergine è di carne. Assorbe l’anima di chi l’ama e, nella sua unione con l’amato,  svela il mistero della vita.          Chissà Bertrand che ne pensa?’
        Poi, Jodo continua con:
Poco a poco[4]
Poco a poco stai entrando nella mia assenza
goccia a goccia riempiendo la mia coppa vuota
là dove sono ombra non smetti di apparire
perché soltanto in te le cose si fanno reali
allontani l’assurdo e mi dai un senso
ciò che ricordo di me è quello che sei
giungo alle tue sponde come un mare invisibile

        … mentre Zoé, che non perde una parola, continua a pensare: ‘Sì, proprio così, parla della  presenza dell’amata che lentamente restituisce un senso, riempie il  vuoto di chi l’ama, poiché rappresenta il principio di realtà  contrapposto all’assurdità del vivere. Così importante da rappresentare non solo il presente, ma anche il passato dei ricordi. L’uomo è, dunque, un “mare invisibile” che si realizza soltanto nell’incontro con la donna-terra, solida, forte. L’invisibilità del vuoto (coppa –ombra -assurdo) si contrappone al  pieno (goccia –apparizione -senso), come la pienezza del cuore al vuoto claustrofobico della mente.’
         ‘L’amore... - pensa, poi, Zoé quasi persa in una rêverie -  Cosa ha detto, poco fa, Jodo dell’Innamorato dei tarocchi?...  “È il sole bianco che illumina tutti i personaggi... è quello che prova la gioia di esistere e la gioia perché l’altro esiste... vive nell’estasi.. tutto gli procura felicità …”.  Ecco, sì. Proprio così: la sensazione di rinascere in ogni attimo...’ 

(da MG Bruni e I Nicchiarelli, Racconto-Antologia della poesia d'amore del mondo , cap 5, seconda parte)


[1] Alejandro Jodorowsky, regista, sceneggiatore, drammaturgo e scrittore cileno, nasce a Tocopilla da una famiglia di profughi ebrei ucraini, nel 1929. A Parigi, negli anni ‘60, con Fernando Arrabal e Roland Topor fonda il Movimento Panico, d’ispirazione post-surrealista. Diviene assistente e poi collaboratore del grande mimo Marcel Marceau; negli anni ’80, ha collaborato con l’autore di fumetti Moebius per la rivista Metal Hurlant e, recentemente, con Milo Manara. Dal marzo 2006, tiene su XL, magazine mensile de La Repubblica, una rubrica di Psicoposta.
[2] Cfr intervista a A.Jodorowsky di Claudio Rocchi, stranamente n°1/febbraio 2004, www.jubaleditore.net .
[3]  A. Jodorowsky, da   “La scala degli angeli (Un’arte di pensare)”, in “Solo de amor – poesie”, traduzione di A. Bertoli, collana Citylights Giunti ed., 2006; pag.39
[4] A. Jodorowsky, “Solo De Amor – poesie”, op.cit. 



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