lunedì 22 ottobre 2012

MANIPOLO (8) di Emilio Smunti... ultima puntata!!

 "Eh-ehm..dentro, ragazzi!". Il Coordinatore, appena arrivato, li richiamò al dovere. Una volta dentro, eccitata e raggiante,  depose ufficialmente con passione ed entusiasmo -entusiamo, proprio lei, pazzesco. "Tutto secondo il regolamento, sembra, bene; parteciperai come leader organizzativo all'Intervento di dopodomani" aveva replicato il Coordinatore agitando l'acconciatura castano ramato "Parliamone in dettaglio, per favore. Si tratta di sequestrare un'importante truccatrice, il Manipolo ha bisogno di fondi. Mesiota ci ha direttamente affidato il compito, è fondamentale che tutto si svolga con precisione..so che darai il meglio". Anche nella cellula 31 si era distinta come diligente, ahimé.
Ritornò a casa con Gustav annesso: parlarono animatamente del sequestro in vista per tutto il tragitto. Era sempre in apprensione all'idea di far vedere la propria stanza per la prima volta: aveva una quantità inaudita e superflua di vestiti e lingerie provocante, se ne sarebbe vergognata. Tirato sù il letto velocemente mentre lui aspirava roba  in cucina, si mise a preparare un risotto al curry, di quelli che le piaceva preparare, convinta che il girare il mestolo potesse irrobustire quel braccio esile da Biafra che le era toccato in sorte. "Ci vorrà del tempo, però..". "Non ti preoccupare, tanto non è tardi" rispose Gustav "Piuttosto, posso usare nel frattempo il tuo pc?". "Prego, è un po' malconcio ma funziona, più o meno". E tlan, tlan, tlan, il mestolo che gira. Aggiungere acqua, si rapprende il riso, altra acqua. E tlan tlan tlan, lavoro di bicipite -certo! "Questo sequestro ci è stato affidato direttamente da Mesiota, dobbiamo agire bene, è roba grossa" recitò lui. E tlan tlan tlan, chicchi che girano, vorticano, duri. "Devi essere orgogliosa di avere il coordinamento dell'operazione" aggiunse. "Già, sono un po' preoccupata. Grande responsabilità, e..". "Devi solo prepararti bene, il grosso del lavoro sarà dell'intera cellula, saremo tutti insieme". "Tutti insieme, sì". Muoveva il mestolo di legno, e un sentore come di crudo e maligno le salì all'improvviso nel petto. Come un soffocare, chissà, forse il tempo, la pioggia.."Sarà una cosa grande, ne sono certo" Tlan tlan tlan: il riso che gira, si morde la coda. "Vedo un po' su Internet cosa c'è in giro stasera: così magari ci buttiamo in un centro sociale e distribuiamo il Credo in giro. Vediamo...". Fissava il riso e quel sentore cresceva, forse il tempo, la pressione, la stanchezza, agitazione, la colpa. "Forse non me la sento stasera..". Buttarsi in un centro sociale era ipoteca certa di sfascio quindicenne: sarebbe finita a bocce a pochi soldi di vino cattivo, e non se la sentiva, non quella sera, si sentiva svenire. Tlan tlan tlan: mestolo veloce. Lui sembrò non aver sentito: "Vediamo..Qui forse c'è una serata interessante, bisogna vedere se è gratis o ci fanno pagare, sti dannati". Fissava il riso giallo di curry, un nodo alla gola, la colpa, Dio mio, ma no è il tempo, la meteoropatia, io lo so, è storia antica. "Vediamo un po'...la cronaca locale di solito riporta i concerti del giorno..vediamo..toh: guarda qui!". Le rivolse raggiante lo schermo del pc, un portatile, claro, vecchio e rimediato. Sulla pagina web la notizia d'ultim'ora, a caratteri non piccoli, e in grassetto chiaro e nero: "Bruciati vivi due ragazzi". "Trovati morti un ragazzo e una ragazza in uno studio fotografico del centro. L'incendio è doloso": questo il sottotitolo. Nel frattempo -intrattanta, s'intend, che el ris coseva- aveva iniziato a piovere, e tutt'a un tratto -"è pronto!"- si sentì soddisfatta.

 (Emilio Smunti 2011)


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